Danilo dice tutto: Allegri, Guardiola, Buffon e il futuro tra Juve e Brasile

Il capitano a tutto campo: tanti retroscena e un manifesto di mentalità vincente frutto di una cura maniacale dei dettagli

"Juventus e Brasile". Con una semplice risposta a Forbes, nel corso di una lunga intervista, capitan Danilo ha reso evidente ciò che fa la differenza tra un semplice giocatore e un campione. Per restare ad alti livelli, dopo esserci arrivato, il futuro deve essere un eterno presente. Non c'è tempo per programmare troppo a lungo termine: "Questo lavoro non ti permette di staccare la spina mentalmente". Danilo ha parlato davvero di tutto. Ovviamente anche di Guardiola e Allegri: “Per quanto riguarda il campo, Pep pensa al calcio in modo completamente diverso per quanto riguarda i movimenti e l'occupazione degli spazi. Ora che sto invecchiando, approfitto dei suoi insegnamenti su come correre in modo più intelligente e aiuto anche i miei compagni di squadra a muoversi meglio. Per quanto riguarda la gestione della squadra fuori dal campo, invece, Allegri è senza dubbio il più intelligente".

Mentalità Juve, mentalità Danilo

Che Danilo la testa non la usi solo per colpire un pallone è evidente: "Nel calcio, come nella vita, la resilienza è la cosa più importante. Un giorno sei in basso, l'altro sei in alto. È una ruota che non smette mai di girare. L'unica cosa è capire quando hai toccato il fondo, rimboccarti le maniche e rimanere concentrato per tornare in cima. La gente pensa che i leader debbano sempre parlare ad alta voce, dare consigli a tutti. Ma non è del tutto vero. In effetti, uno degli aspetti più importanti è l’ascolto".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Danilo oltre il calcio

Un'intelligenza spiccata, che lo ha portato a cimentarsi in più di un'iniziativa imprenditoriale di successo. Su tutte "Future Voice", che ha fondato quattro anni fa: “È un progetto molto entusiasmante, perché unisce iniziative sociali positive con il business”. Voz Futura, per dirlo alla brasiliana, produce contenuti originali, come podcast e documentari; ospita eventi con persone influenti nel settore dello sport e dell'intrattenimento e si concentra sullo sviluppo della ricerca sulla cultura: "Sono davvero felice di come sta andando. Non vedo l'ora di investire sempre più tempo e risorse una volta che smetterò di giocare".

Danilo non ama starsene con le mani in mano e sente il peso della responsabilità sociale che i calciatori hanno grazie alla loro popolarità: "Dobbiamo capire che senza il calcio, molti di noi non sarebbero arrivati dove sono. Ora dobbiamo restituire tutto ciò che abbiamo avuto influenzando le persone a essere migliori”. E detto da chi nel 2017 ha fondato un’organizzazione no-profit qual è “Round Future”, che attualmente aiuta 200 bambini locali di età compresa tra 7 e 15 anni, non si tratta solo di un mero spot o di una  streile dichiarazione di intenti.

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Danilo, le insicurezze al Porto e il folgorante incontro con Buffon

Un background di valori e personalità che fa capire da dove nasca l'attitudine alla leadership di Danilo“Durante i miei primi dieci mesi al Porto pensavo ogni giorno di tornare a casa. Non riuscivo ad abituarmi alla nuova cultura, clima, ambiente. Avevo appena 20 anni. La cosa peggiore è che non ho esternato questa paura. Non ne ho mai parlato con nessuno, cosa che farei sicuramente se potessi tornare indietro".

La crescita personale è stata favorita non solo dalla maturazione personale ma anche dall'incontro con Gigi Buffon: "Tutti hanno visto quello che ha fatto in campo, ma è quello che ha fatto nella quotidianità, la sua empatia e il modo in cui interagiva con le persone intorno a lui che mi hanno davvero impressionato. È diventato il mio idolo nel calcio"

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Danilo e i progetti per il futuro

Proiettandosi alla sua vita dopo la fine della carriera da giocatore, Danilo ha poi spiegato: “Pensando a quello che verrà dopo il calcio ti senti un po' spaventato. D'altronde il calcio è ciò che conosci, è la tua vita a all’improvviso deve cambiare. La prima cosa che farò dopo essermi ritirato sarà iscrivermi all’università e studiare Psicologia Clinica. Voglio farlo per concentrarmi sulla mia crescita personale e allo stesso tempo aiutare chi mi sta vicino nei progetti che ho avviato".

Un sorriso in chiusura: "Stavo proprio parlando con Weah e McKennie di cosa faremo dopo il calcio e hanno detto che mi vedono come un oratore motivazionale in futuro".

 

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"Juventus e Brasile". Con una semplice risposta a Forbes, nel corso di una lunga intervista, capitan Danilo ha reso evidente ciò che fa la differenza tra un semplice giocatore e un campione. Per restare ad alti livelli, dopo esserci arrivato, il futuro deve essere un eterno presente. Non c'è tempo per programmare troppo a lungo termine: "Questo lavoro non ti permette di staccare la spina mentalmente". Danilo ha parlato davvero di tutto. Ovviamente anche di Guardiola e Allegri: “Per quanto riguarda il campo, Pep pensa al calcio in modo completamente diverso per quanto riguarda i movimenti e l'occupazione degli spazi. Ora che sto invecchiando, approfitto dei suoi insegnamenti su come correre in modo più intelligente e aiuto anche i miei compagni di squadra a muoversi meglio. Per quanto riguarda la gestione della squadra fuori dal campo, invece, Allegri è senza dubbio il più intelligente".

Mentalità Juve, mentalità Danilo

Che Danilo la testa non la usi solo per colpire un pallone è evidente: "Nel calcio, come nella vita, la resilienza è la cosa più importante. Un giorno sei in basso, l'altro sei in alto. È una ruota che non smette mai di girare. L'unica cosa è capire quando hai toccato il fondo, rimboccarti le maniche e rimanere concentrato per tornare in cima. La gente pensa che i leader debbano sempre parlare ad alta voce, dare consigli a tutti. Ma non è del tutto vero. In effetti, uno degli aspetti più importanti è l’ascolto".

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