In pochi minuti il gol di Kenan Yildiz e la corsa irrefrenabile di Paolo Montero per festeggiarlo sono diventati video virali tra i tifosi bianconeri: qualcuno li ha addirittura sovrapposti, per raddoppiare il godimento. Questione di destino, che a volte è bizzarro: difficile per il ragazzo turco nato in Germania poter immaginare di ritrovarsi in questa stagione sulla panchina della prima squadra l’allenatore che lo aveva accolto al suo arrivo in Italia. «L’ho trovato più uomo, più maturo - ha detto l’allenatore bianconero ad interim riferendosi al talento 19enne - è normale che debba continuare a crescere per poter raggiungere i livelli più alti. E anche lui sa che l’unica strada per migliorarsi è quella del lavoro». Di sicuro la voglia non manca, al giovane Kenan: l’etichetta di predestinato non l’ha mai cambiato, pur essendo stato, ad appena 10 anni di età, il più giovane a sottoscrivere un contratto da testimonial con Adidas, prima di approdare al Bayern Monaco.
Yildiz, l'aneddoto e la Juve nel destino
La testa non se l’è mai montata e le decisioni finora prese da Kenan, e da chi lo accompagna nel percorso, non sono state di comodo: non lo è certo stata quella di prendere la strada di Torino nell’estate del 2022, a parametro zero. «Kenan l’abbiamo strappato a zero al Bayern Monaco - aveva raccontato qualche mese fa l’ex capo degli osservatori Juve, Tognozzi, in esclusiva a Tuttosport - nei giorni in cui il loro ds Salihamidzic era a Torino per chiudere De Ligt. In giro si diceva che il giovane turco stesse per firmare per il Barcellona e noi l’abbiamo lasciato credere a tutti per un po’... Temevamo che l’operazione potesse avere ripercussioni sulla cessione per oltre 80 milioni del difensore!». L’aneddoto lascia intendere quanto lavoro di scouting e diplomazia ci sia stato per accaparrarsi un gioiellino dal potenziale forse non del tutto chiaro nemmeno a chi l’ha portato a Torino. Kenan, che in turco significa stella, è un predestinato non solo nel nome: fin da bambino la Juventus era nel suo destino, perché uno degli idoli è sempre stato Alessandro Del Piero. E dal leggendario capitano bianconero potrebbe ereditare non soltanto l’iconica esultanza con la linguaccia, sfoggiata anche al Dall’Ara dopo la splendida rete del 3-3.