Calvo, la Juve e il calcio italiano in crisi: "In Europa fatturati quadruplicati"

L'analisi del dirigente bianconero sulle difficoltà della Serie A dopo le decisioni prese dalla politica e dai governi

Francesco Calvo, dirigente della Juventus, è intervenuto alla Commissione Cultura e Istruzione del Senato. Un incontro a cui hanno partecipato anche altre figure come Aurelio De Laurentiis per discutere dei maggiori problemi del calcio italiano e di come provare a superare la crisi: "Per noi è imprescindibile un cambio di format dei campionati con una riduzione delle squadre professionistiche che potrebbe, combinata con una riforma sui contratti dei calciatori introducendo più flessibilità, far rivedere il concetto stesso di mutualità. Negli ultimi sei anni la Juventus ha investito in Serie B e Lega Pro, tramite l’acquisto dei calciatori e premi di valorizzazione, quasi 500 milioni di euro. Stessa proporzione per gli altri club della massima serie".

Juve, Calvo: "In Europa fatturati quadruplicati"

Il dirigente bianconero ha quindi parlato delle differenze in termini di fatturati e possibilità economiche tra la Juve ed i maggiori club europei: "La crisi calcio italiano parte da lontano. Nel 2003 la Juve fatturava come tutte le più importanti società d’Europa, intorno ai 230-250 milioni di euro. A 20 anni di distanza siamo riusciti a doppiare questa cifra, ma le nostri rivali internazionali lo hanno quadruplicato. Il problema principale è che le norme italiane pensano siano solo un gioco e non un'industria. L’inizio crisi del calcio è partita dal 1995 con la Legge Bosman che ha portato a un enorme squilibrio nel rapporto fra club e calciatori con un incremento esponenziale dei costi. Ci sentiamo penalizzati. Anche la Legge Melandri sui diritti televisivi ha di fatto portato all’interruzione della crescita del calcio italiano. Non è un caso che diritti tv si sono fermati al 2009, la Serie A mantiene tutto il sistema. Il calcio italiano non è sostenibile e si rende necessario un intervento per renderlo economicamente sostenibile e stabilizzarlo".

Juve, Calvo: "Club non tutelati dalle istituzioni"

Calvo si è poi espresso sul mancato supporto da parte delle istituzioni calcistiche come Fifa e Uefa verso i club: "La Juventus fa parte di un sistema che investe in settori di sviluppo che non hanno altri sostegni come quello giovanile e femminile. Nel comitato di controllo della Fifa i club non hanno alcuna rappresentanza, mentre in quello della Uefa sono solo tre. I club sono gli unici ad assumersi il rischio di impresa. Per esempio nell’anno dei Mondiali i club avranno a disposizione i calciatori solo per il 75%, tempo di riposo incluso. Per il 25% non saranno a disposizione dei club senza avere un incentivo economico". 

Calvo: "Decisioni politiche penalizzano il calcio"

Infine Calvo ha elencato una serie di fattori che stanno bloccando la crescita globale del calcio italiano: "Alla luce di un sistema economico del Paese che fatica, a una mancanza di concorrenza nel settore televisivo, senza dimenticare il tema infrastrutturale, immaginare una crescita del calcio italiano per i livelli più alti è difficile. L’eliminazione del Decreto Crescita ed il divieto sponsorizzazione delle aziende di betting sono decisioni prese al di fuori dal sistema calcio, ma che pesano esclusivamente su di esso. Basti pensare come, nonostante l’aggiornamento del decreto sullo sport professionistico, qualora la Juventus volesse organizzare un concerto all’interno del proprio stadio o sfruttare economicamente l’istallazione dei pannelli solari non potrebbe farlo".

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