"Uefa e Fifa impediscono la concorrenza". Il Tribunale di Madrid dà ragione alla Superlega

Il Tribunale commerciale della capitale spagnola, che aveva chiesto il parere alla Corte di Giustizia Europea, si è espresso sul caso e la sentenza è una mazzata

MADRID - «Il giudice del Tribunale Commerciale n. 17 di Madrid ha parzialmente accolto la causa intentata dalla European Super League Company S.L. (ESLC) contro la UEFA e la FIFA e ha dichiarato che entrambi gli organismi hanno abusato della loro posizione dominante e impediscono la libera concorrenza nel mercato,  concedendo a loro stessi il potere discrezionale di vietare la partecipazione a competizioni alternative e di imporre restrizioni ingiustificate e sproporzionate che violano gli articoli 101 e 102 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea». Una mazzata per Fifa e Uefa che perdono la causa presso il Tribunale di Madrid e, sempre secondo il giudice devono: «cessare le condotte anticoncorrenziali sanzionate e di vietarne la futura reiterazione, oltre a condannarle a rimuovere immediatamente tutti gli effetti delle azioni anticoncorrenziali che si sono verificate prima o durante la durata del presente procedimento, che ha avuto inizio il 18 aprile 2021 quando ESLC ha annunciato il lancio di un progetto per una nuova competizione calcistica professionistica, denominata Superliga, e ha intentato azioni antitrust in risposta alla reazione delle suddette istituzioni».

Sentenza epocale

Una sentenza di 70 pagine che analizza il procedimento e spalanca definitivamente le porte alla nascita di una competizione alternativa a quelle dell'Uefa, che si chiami Superlega o in un altro modo. Non possono, secondo quanto stabilito dal Tribunale Commerciale di Madrid, esserci dei divieti o delle limitazioni alla concorrenza nell'organizzazione di tornei o partite, in linea con la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 21 dicembre 2023.

«Volevano solo impedire la concorrenza»

«Inoltre», si legge nel comunicato: «La sentenza afferma che anche il contenuto delle dichiarazioni rilasciate dalla FIFA, dall'UEFA e da altri enti (tra cui le federazioni e le leghe di Inghilterra, Italia e Spagna, alcuni dei cui club facevano parte del progetto) il 18 aprile 2021 (indicate nella causa come la “Dichiarazione”) in relazione al progetto di competizione internazionale paneuropea viola gli articoli 101 e 102 del TFUE. La sentenza accoglie il ricorso dell'ESLC in quanto le azioni dei convenuti non erano finalizzate unicamente a impedire lo sviluppo di un progetto specifico, ma a impedire l'introduzione di un terzo concorrente e la modifica del sistema monopolistico di organizzazione delle competizioni, poiché la stessa difesa è stata mantenuta per tutto il procedimento anche se il progetto Super League è stato abbandonato o almeno è stato accettato che non sarà sviluppato nei termini inizialmente proposti, il che dimostra che gli atti iniziali erano connessi all'opposizione alla modifica del sistema di autorizzazione delle competizioni da parte di terzi concorrenti».

«Nessun divieto è possibile»

E toglie qualsiasi dubbio nel finale: «Nella misura in cui la Super League nei termini inizialmente indicati nel reclamo, cioè secondo il progetto iniziale, è stata abbandonata ed è già stata scartata dagli stessi promotori, anche i reclami a questo proposito devono essere respinti. Non è possibile imporre un divieto o una restrizione in astratto, cioè imporre un divieto in futuro su qualsiasi altro progetto o modifica del progetto già presentato. Ammettere il contrario significherebbe accettare una sorta di divieto o di schermatura di qualsiasi progetto di competizione calcistica presentato dai richiedenti, il che non è accettabile. Spetterà alle parti intervenute modificarlo e adattarlo in una fase successiva. Ciò non significa che lo scopo della procedura sia quello di autorizzare qualsiasi competizione, ma di porre le basi per un sistema di libera concorrenza nell'organizzazione delle competizioni calcistiche».

Uefa e Fifa possono appellarsi

Uefa e Fifa, a questo punto, possono impugnare la sentenza per un secondo grado di giudizio davanti alla Sezione 28 del Tribunale Provinciale di Madrid, l'organo competente in materia commerciale che, tuttavia, non potrà discostarsi troppo dalla sentenza della Corte di Gioustizia Europea in tema di libera concorrenza.

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