TORINO - Spesso ci si riempie la bocca con “cultura dello sport”, che regala sempre un bell’effetto. Il problema è che c’è chi sa perfettamente di che cosa si tratta, ma c’è anche chi proprio non riesce a capirne il significato. La parola cultura spaventa non pochi quando la si abbina al termine sport. Soprattutto in Italia. Strano ma vero. Anche se alle Olimpiadi e ai Mondiali le medaglie degli azzurri stanno aiutando, - generazioni di campioni dopo generazioni -, a far passare nell’immaginario collettivo degli italiani il concetto che lo sport è portatore di valori strapositivi, non limitati alla gioia che sa regalare il trionfo.
E dire che l’abbinata mens sana in corpore sano non è proprio degli ultimi giorni, risale ai tempi dei latini. Bene, una rappresentazione plastica di cultura dello sport la offre la Juventus, con il suo Allianz Stadium. La casa dove gioca le partite interne ma non solo, molto di più. Perché l’impianto si sta rivelando, anno dopo anno, stagione dopo stagione, un valore aggiunto anche per la città di Torino e non solamente per il fatto che ha riqualificato una zona della città che definire degradata significa mistificare la realtà. Perché lo Stadium, man mano che la stessa Juventus ha saputo sfruttarne tutto il potenziale con le diverse opportunità che offre, si è trasformato come un polo capace di attirare anche altri eventi oltre alle partite della squadra bianconera.