Motta, giù la maschera: con la Juve non puoi più sbagliare. Tutti gli errori

Dal difensivismo mascherato con il possesso alle troppe sviste: le responsabilità del tecnico chiamato alla svolta già contro il Cagliari in Coppa Italia

Thiago Motta non ne ha mai cercati, di alibi. Però ci sarebbero: gli infortuni, tanti e non tutti muscolari; una squadra giovane e con esperienza limitata; un organico ridotto all’osso dagli imprevisti e anche dal qualche scelta azzardata (come l’assenza di una alternativa a Vlahovic davanti). E si sapeva fin dall’inizio che, per assorbire il passaggio da una filosofia a un’altra, ci sarebbe voluto un po’ di tempo. Ma alla Juventus di tempo non ce n’è: bisogna vincere e subito. E perdere così tanti punti con le cosiddette piccole è un segnale di debolezza che trasmette forza a chiunque arrivi allo Stadium. Lo ha detto Alessandro Del Piero, con una invidiabile chiarezza anche parlando in inglese, che «le avversarie oggi non sono preoccupate di affrontare la Juve, i giocatori non sono spaventati». E non lo era nemmeno il Venezia, sotto di un gol, che ha trovato la forza di reagire come aveva fatto prima il Cagliari o pure il Parma, per dire.

Motta Mister X

E così Motta si è trasformato in mister X e la Juve è diventata una fabbrica di pareggi, con un rischio grosso dietro l’angolo, anche se la stagione è ancora lunga: trovarsi a dover rincorrere disperatamente il posto in Champions, dando per scontato che la squadra abbia dimostrato già adesso di non avere il passo per poter lottare per lo scudetto. E il peccato capitale è aver dilapidato tutta l’energia arrivata dalla convincente vittoria contro il Manchester City (peraltro nella sua versione peggiore, da tanti anni a questa parte) in tre giorni. Il problema non è solo mentale o di approccio, c’è anche un equivoco tattico: il giochismo di Motta, almeno quello fin qui espresso a Torino per la maggior parte delle partite, è in realtà un difensivismo mascherato dal prolungato possesso palla. Il dominio è per di più solo statistico: la manovra offensiva non si sviluppa come dovrebbe, anche perché i calciatori con le qualità per fare davvero la differenza - come Yildiz e Koopmeiners - sono molto (troppo?) spesso impegnati a svolgere con diligenza e applicazione i compiti difensivi commissionati dall’allenatore.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Meglio con l'acqua alla gola

E se l’equilibrio è la base per ottenere risultati, non solo nel calcio, l’impressione altrettanto evidente è quanto la Juve sia, nelle situazioni in cui saltano gli schemi e non si può più pensare soltanto a recitare il copione preparato prima di andare in scena, maggiormente a proprio agio. Cioè quando la Juve è con l’acqua alla gola e deve gettare il cuore oltre l’ostacolo diventa una versione migliore di quella ingessata e preoccupata che troppo spesso è andata in campo, specialmente allo Stadium. Nelle ultime settimane poi è andata a corrente alternata anche la fase difensiva, con qualche black-out di troppo che ha messo in difficoltà la squadra e di contro ha dato fiducia ad avversari quasi sempre di cifra tecnica inferiore, almeno sulla carta.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Gli infortuni, i cambi e la Coppa Italia

Senza dimenticare, pur nelle ristrettezze tra le alternative causa infortuni, la gestione a volte inefficace dei cambi, che in certi casi paiono di difficile comprensione e, di sicuro, di scarsa efficacia come certificato dai risultati. Tutto questo per dire ciò che può sembrare ovvio, ma forse poi, in fin dei conti, così scontato non è: senza svolta, la Juve rischia di deragliare e di mancare pure gli obiettivi minimi. A cominciare dalla Coppa Italia, competizione in cui i bianconeri sono campioni in carica: vietato snobbare l’impegno di domani con il Cagliari, che allo Stadium in campionato ha già fatto lo scherzetto ai ragazzi di Motta.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Thiago Motta non ne ha mai cercati, di alibi. Però ci sarebbero: gli infortuni, tanti e non tutti muscolari; una squadra giovane e con esperienza limitata; un organico ridotto all’osso dagli imprevisti e anche dal qualche scelta azzardata (come l’assenza di una alternativa a Vlahovic davanti). E si sapeva fin dall’inizio che, per assorbire il passaggio da una filosofia a un’altra, ci sarebbe voluto un po’ di tempo. Ma alla Juventus di tempo non ce n’è: bisogna vincere e subito. E perdere così tanti punti con le cosiddette piccole è un segnale di debolezza che trasmette forza a chiunque arrivi allo Stadium. Lo ha detto Alessandro Del Piero, con una invidiabile chiarezza anche parlando in inglese, che «le avversarie oggi non sono preoccupate di affrontare la Juve, i giocatori non sono spaventati». E non lo era nemmeno il Venezia, sotto di un gol, che ha trovato la forza di reagire come aveva fatto prima il Cagliari o pure il Parma, per dire.

Motta Mister X

E così Motta si è trasformato in mister X e la Juve è diventata una fabbrica di pareggi, con un rischio grosso dietro l’angolo, anche se la stagione è ancora lunga: trovarsi a dover rincorrere disperatamente il posto in Champions, dando per scontato che la squadra abbia dimostrato già adesso di non avere il passo per poter lottare per lo scudetto. E il peccato capitale è aver dilapidato tutta l’energia arrivata dalla convincente vittoria contro il Manchester City (peraltro nella sua versione peggiore, da tanti anni a questa parte) in tre giorni. Il problema non è solo mentale o di approccio, c’è anche un equivoco tattico: il giochismo di Motta, almeno quello fin qui espresso a Torino per la maggior parte delle partite, è in realtà un difensivismo mascherato dal prolungato possesso palla. Il dominio è per di più solo statistico: la manovra offensiva non si sviluppa come dovrebbe, anche perché i calciatori con le qualità per fare davvero la differenza - come Yildiz e Koopmeiners - sono molto (troppo?) spesso impegnati a svolgere con diligenza e applicazione i compiti difensivi commissionati dall’allenatore.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus
1
Motta, giù la maschera: con la Juve non puoi più sbagliare. Tutti gli errori
2
Meglio con l'acqua alla gola
3
Gli infortuni, i cambi e la Coppa Italia