Il tifo per la Juve e il momento della squadra
E l’Italia? Bonucci, Viviano, Caputo... Ma alla fine siamo usciti subito. Cos’è mancato?
«I match di Kings League si decidono negli episodi, e noi non siamo stati bravi a farli nostri, specialmente nei primi minuti. Poi di certo potevamo organizzarci un filo meglio: i ragazzi hanno cominciato il ritiro troppo tardi, si sono allenati insieme giusto per qualche giorno. Ci rifaremo nel prossimo mondiale, ne sono sicuro».
A mondiale finito, sarà poi tempo della prima edizione di Kings League Italia, dove figurerà come presidente degli Zebras. Da dove nasce questo nome?
«In realtà è un segreto, ma lo scoprirete tra poco… Ovviamente, la nascita del logo è legata in parte alla mia fede bianconera: sono uno juventino sfegatato. Della Juve mi piace il fatto che sia la squadra più amata e allo stesso tempo più odiata d’Italia. Vorrei i miei Zebras sulla stressa cresta d’onda…».
A proposito di Juve, che mi dice di questi primi sei mesi di Thiago Motta?
«A inizio stagione le mie aspettative erano altissime, perché vedevo una squadra di una solidità difensiva impressionante, ma che doveva solo aggiustare qualcosina in fase realizzativa. Purtroppo poi dopo l’infortunio di Bremer - forse l’unico giocatore insostituibile di questo gruppo - le cose sono cambiate. Con lui in campo la Juve riusciva a chiudere le partite senza tiri subiti in porta. Detto questo, l’obiettivo deve restare la qualificazione in Champions. Parliamo della Juventus, un club che al netto di tutti gli infortuni possibili e immaginabili è programmata per vincere. Thiago Motta sta cercando di imprimere alla squadra la sua identità, ma ci vuole tempo, è presto per i giudizi… Chi mi ha stupito, anche se non ha iniziato nel migliore dei modi, è Thuram. Mi fa impazzire: a livello fisico e balistico è dominante. Piano piano sta venendo fuori la sua qualità. Mi aspetto tanto da lui. Chi invece mi ha deluso fin qui è Douglas Luiz, la Juve ha fatto un grande investimento per portarlo a Torino, ma mi sembra ancora un po’ indietro di condizione».
Comunque vada, c’è sempre Sinner a regalarle grandi soddisfazioni. So che è un suo grande fan...
«Allora, lo dico: da Jannik quest’anno mi aspetto il primo posto a Wimbledon. Quando ha vinto il primo Slam in Australia un anno fa mi sono tatuato una pallina da tennis con la data della finale. Qualche mese dopo ho avuto la fortuna di incontrarlo e gli ho chiesto una firma all’interno della pallina, così da poter tatuare anche quella. Ora mancano solo il mondiale costruttori della Ferrari e la Champions della Juve. Spero di non dover aspettare troppo…».
