© ANSATORINO - A fotografare la situazione attuale della Juventus ci ha pensato uno che di Juventus qualcosa sa e qualcosa ha vinto in carriera: " I tanti pareggi? Sono numeri che pesano tantissimo - è l’analisi di Tardelli a Rai Sport - si vede anche dalla classifica e pure dal gioco, perché la Juventus non ha brillato nel derby con il Torino. C’è un po’ di confusione, non si riesce ancora a capire bene tanti giocatori che ruolo abbiano e soprattutto c’è confusione perché assegnare sei fasce da capitano diverse qualcosa vorrà pur dire: chi è il capitano della Juventus? Se si danno sei fasce da capitano vuol dire che il leader deve essere solo chi sta panchina, la mia idea è quella. Io non ho mai visto una società dare sei fasce diverse ai giocatori. Io gli do anche un alibi a Thiago Motta: deve creare la squadra, non ha avuto tutti i giocatori della rosa. Qualcosa deve cambiare, la mentalità, perché parliamo della Juventus. Io faccio fatica a capire chi sia il punto di riferimento della squadra". La confusione di Tardelli è quella di tanti, addetti ai lavori e tifosi, che si chiedono dove possa arrivare questa Juventus, ponendo come obiettivo minimo la qualificazione in Champions.
Troppi pareggi: la Juve ha perso la cattiveria
Che l’obiettivo minimo sia all’altezza della storia del club, questo è un altro discorso e di sicuro non è un problema di Thiago Motta: l’allenatore lavora per raggiungere i traguardi prefissati dal club e, nel caso del tecnico italo-brasiliano, ha già tanto a cui pensare per potersi anche prendere altri grattacapi. Il dato, oggettivo, dei 12 pareggi in campionato non è bilanciabile dalle sole due sconfitte stagionali, come detto dallo stesso Motta dopo l’ennesima x, in un derby secondo lui “dominato” nel secondo tempo, quando in realtà, se poi alla fine avesse vinto il Toro ci sarebbe stato poco da controbattere. Nelle ultime sette partite di campionato sono arrivati sei pareggi e l’unica vittoria è stata quella di Monza, con la squadra allora di Nesta (che è stato poi esonerato il giorno dopo) che non avrebbe meritato la sconfitta. Al netto degli alibi degli infortuni che non devono pesare, come dice Motta (che però li ricorda puntualmente), la Juventus ha perso quella cattiveria che ti permette di azzannare le partite: una qualità tipica delle grandi squadre e in particolare un marchio di fabbrica storico della Juventus. Una peculiarità che, ad esempio, l’Inter ha dimostrato di avere anche ieri: non brilla a Venezia, però vince e porta a casa tre punti pesanti, lì dove i bianconeri, in questa prima metà di stagione, hanno dimostrato di avere delle crepe.
