
Dal 2022, quando ha deciso di lasciare Napoli, Mertens è volato in Turchia per vestire la maglia del Galatasaray. Un modo per continuare a giocare a buoni livelli e non restare in Italia per affrontare gli azzurri da avversario. In Campania ha registrato numeri da record ed è entrato nel cuore dei tifosi. Un addio difficile, ma per ricordare il posto ha deciso di chiamare suo figlio Ciro, "nome tipicamente napoletano". Lo stesso Dries ne ha parlato all'Obi One Podcast: "Sapendo che presto me ne sarei andato, ho voluto dargli quel nome per portarmi dietro per sempre un pezzo di quella città. All’inizio mia moglie Kat era un po’ contraria, ma poi ha cambiato idea. Anche lei ha voluto custodire per sempre il ricordo di questa splendida avventura". Una lunga intervista in cui ha paralto di ricordi, di gol e di sfide, soprattutto quelle complicate contro la Juventus.
Mertens, il Galatasaray e le differenze con Napoli
Dries Mertens ha parlato delle differenza tra la Turchia e il Napoli:"Il Galatasaray è un club di fama mondiale. A Napoli il calcio è una religione, ma per capire quanto sia importante c'è da conoscere la loro storia. Maradona ha cambiato tutto portando il primo scudetto in una città del sud, quando sembrava impossibile poter contrastare il nord". E i ricordi di Napoli:"La cosa più importante che ho fatto lì è stata diventare il miglior marcatore della storia. È stato incredibile. All'inizio partivo spesso dalla panchina poi ho cominicato a fare gol e assist, con l'infortunio di Milik e la cessione di Higuain, Sarri mi disse che avrei giocato da attaccante. Quella stagione ho segnato 35 gol, non me lo sarei mai aspettato... Sarri? Il suo gioco era spettacolare, il famoso Sarri-ball. Da attaccante tornavo indietro per dare una mano, poi sembrava che il pallone ti cercasse da solo per fare gol". E sulla rete più bella non ha dubbi il belga: "Il pallonetto contro il Torino, indimenticabile".