Yildiz 'prenditi il perdono': contro Udinese e Venezia contano solo i fatti

L'espulsione contro il Monza l'ha costretto a saltare le sfide chiave con Bologna e Lazio. Domenica sarà il più atteso. Locatelli: "Kenan dovrà farsi trovare pronto"

TORINO - E adesso tocca a Kenan Yildiz. Poche storie e pochi alibi. E, consentiteci, poco giustificazionismo “materno” innescabile attraverso i discorsi sull’età, perché ci sono colleghi ben più giovani dei suoi 20 anni che già hanno vinto Europei o primeggiato in Champions League caricandosi sulle spalle le rispettive squadre. Responsabilità e botte comprese, poiché “ognuno è figlio del suo tempo, ognuno è libero col suo destino”. Ma è un fatto piuttosto evidente che da qualche tempo dalle parti della Continassa soffi un’aria, come dire, di morbidezza che rende le responsabilità piuttosto eteree. Poi, certo, serve equilibrio ed è logico evitare la condanna senza appello da parte dei compagni così come bene ha fatto, dall’altra parte, a comminare un multa da40 mila al proprio numero dieci che, ovviamente il discorso nasce tutto da lì, contro il Monza ha ceduto al nervosismo e ha reagito colpendo un avversario. Rosso diretto, inevitabile, e due giornate di squalifica a saltare le due partite chiave nell’ultima curva della corsa verso la Champions. Un’assenza che a posteriori si è rivelata ancor più pesante perché le due partite si sono sviluppate dentro un equilibrio elettrico, addirittura ad altissima tensione quella dell’Olimpico, dentro il quale la moderna fantasia di Yildiz avrebbe potuto innescare la scossa decisiva.

 

Yildiz, le scuse social dopo la squalifica

Il ragazzo, va ricordato, si è immediatamente reso conto di aver commesso una sciocchezza e lo ha confermato anche Tudor immediatamente dopo la gara contro il Monza: "Era sotto l’asciugamano, non voleva farsi vedere. Troppo buono, ci tiene tanto, è innamorato del calcio, gli piace proprio. È puro. Quel gesto l’ha capito. Ho visto il video, è stato strattonato, voleva liberarsi e ha fatto un gesto... Non è stata cattiva, una via di mezzo, che ha pagato. Voglio dire la sua bontà che è una cosa importante, non ha mai fatto queste robe qua. Gli farà scuola". E, poi, da bravo figlio dei tempi, ha postato le scuse pubbliche sul proprio profilo social. Insomma: errore e redenzione a parole, quelle che dentro la Juventus non mancano mai in questa fase storica (qualche malevolo potrebbe rilevare la differenza tra quando da quelle parti si vinceva e si parlava poco, pochissimo. I tempi cambiano). Ma adesso serve la conferma sul campo, una epifania che dimostri, oltre al valore tecnico, soprattutto consapevolezza e maturità. Lo aspettano i tifosi, ma anche i compagni. E capitan Locatelli glielo ha comunicato “coram populo” senza possibilità di incomprensioni: "Ora Kenan dovrà farsi trovare pronto, ci dobbiamo focalizzare solo su Udinese e Venezia". Tradotto, ma non è che sia poi così necessario: le parole stanno a zero e servono appunto i fatti.

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Champions determinante per il futuro di Yildiz

Anche perché la qualificazione in Champions condizionerà molto anche il destino bianconero dello stesso Yildiz: senza i sostanziosi contributi Uefa è assai probabile che si debba ricorrere a un sacrificio pesante e, d’altra parte, senza la visibilità garantita dalla manifestazione potrebbe essere lo stesso fantasista a chiedere la cessione in qualche club di prima fascia che, invece, quella Coppa la giochi. Poi, a margine, ci si potrebbe domandare cosa sia successo a una squadra che ha subito due rossi per reazione in sole tre partite, tralasciando l’aumento esponenziale dei “gialli” nelle sette partite della gestione Tudor. Sicuramente conta il peso specifico dei punti in palio che diventano sempre più pesanti a mano a mano che si riducono le giornate, ma probabilmente è una dinamica anche figlia del diverso approccio motivazionale di un tecnico, quello croato appunto, che carica molto il concetto di grinta ("Per noi sarà comunque una battaglia, ci mettiamo il casco e pedaliamo" ha spiegato prima della Lazio). Oppure la spiegazione è quella di Locatelli che punta sugli errori di gioventù: "Ci manca esperienza nel dettaglio e in queste partite". L’augurio, suo e dei tifosi, che Yildiz l’abbia incrementata nel modo giusto.

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TORINO - E adesso tocca a Kenan Yildiz. Poche storie e pochi alibi. E, consentiteci, poco giustificazionismo “materno” innescabile attraverso i discorsi sull’età, perché ci sono colleghi ben più giovani dei suoi 20 anni che già hanno vinto Europei o primeggiato in Champions League caricandosi sulle spalle le rispettive squadre. Responsabilità e botte comprese, poiché “ognuno è figlio del suo tempo, ognuno è libero col suo destino”. Ma è un fatto piuttosto evidente che da qualche tempo dalle parti della Continassa soffi un’aria, come dire, di morbidezza che rende le responsabilità piuttosto eteree. Poi, certo, serve equilibrio ed è logico evitare la condanna senza appello da parte dei compagni così come bene ha fatto, dall’altra parte, a comminare un multa da40 mila al proprio numero dieci che, ovviamente il discorso nasce tutto da lì, contro il Monza ha ceduto al nervosismo e ha reagito colpendo un avversario. Rosso diretto, inevitabile, e due giornate di squalifica a saltare le due partite chiave nell’ultima curva della corsa verso la Champions. Un’assenza che a posteriori si è rivelata ancor più pesante perché le due partite si sono sviluppate dentro un equilibrio elettrico, addirittura ad altissima tensione quella dell’Olimpico, dentro il quale la moderna fantasia di Yildiz avrebbe potuto innescare la scossa decisiva.

 

Yildiz, le scuse social dopo la squalifica

Il ragazzo, va ricordato, si è immediatamente reso conto di aver commesso una sciocchezza e lo ha confermato anche Tudor immediatamente dopo la gara contro il Monza: "Era sotto l’asciugamano, non voleva farsi vedere. Troppo buono, ci tiene tanto, è innamorato del calcio, gli piace proprio. È puro. Quel gesto l’ha capito. Ho visto il video, è stato strattonato, voleva liberarsi e ha fatto un gesto... Non è stata cattiva, una via di mezzo, che ha pagato. Voglio dire la sua bontà che è una cosa importante, non ha mai fatto queste robe qua. Gli farà scuola". E, poi, da bravo figlio dei tempi, ha postato le scuse pubbliche sul proprio profilo social. Insomma: errore e redenzione a parole, quelle che dentro la Juventus non mancano mai in questa fase storica (qualche malevolo potrebbe rilevare la differenza tra quando da quelle parti si vinceva e si parlava poco, pochissimo. I tempi cambiano). Ma adesso serve la conferma sul campo, una epifania che dimostri, oltre al valore tecnico, soprattutto consapevolezza e maturità. Lo aspettano i tifosi, ma anche i compagni. E capitan Locatelli glielo ha comunicato “coram populo” senza possibilità di incomprensioni: "Ora Kenan dovrà farsi trovare pronto, ci dobbiamo focalizzare solo su Udinese e Venezia". Tradotto, ma non è che sia poi così necessario: le parole stanno a zero e servono appunto i fatti.

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