Comolli, chi ha davvero preso la Juve: le operazioni più clamorose del calciomercato

L’ex numero uno del Tolosa conosce bene le dinamiche: sotto la sua gestione, i club spendono poco e inanellano plusvalenze

Damien Jacques Comolli sbarcherà la prossima settimana a Torino per firmare il contratto di nuovo “Football Chief” della Juventus. Il 52enne dirigente francese nativo di Béziers in Occitania, ma di origini varesine (come Marotta), ha una lunga carriera alle spalle. Ha cominciato da allenatore dell’Under 16 del Monaco, è diventato osservatore poi responsabile degli “scout” dell’Arsenal, è stato responsabile della sezione calcio del Tottenham, capo dell’area sportiva del Liverpool, diesse di Saint-Étienne e Fenerbahçe, ha fatto l’agente nonché il presidente del Tolosa gestito dal gruppo statunitense RedBird Capital Partners, quello di Cardinale proprietario del Milan.

 

Esperto di calciomercato

È un profondo e navigato conoscitore delle dinamiche di calciomercato. Sotto la sua regia si sono concretizzate alcune operazioni clamorose. In entrata soprattutto, ma anche in uscita. La sua filosofia aziendalista è quella di vendere a prezzi ultramaggiorati giocatori acquistati a costi il più possibile contenuti. Citiamo alcuni nomi, altisonanti, per rendere la portata del personaggio. Quand’era all’Arsenal ha ingaggiato “Titì” Henry dalla Juve per 16 milioni (rivenduto dopo ben 8 anni al Barcellona per 24). Al Tottenham ha preso il futuro Pallone d’Oro madridista Luka Modrić per 22 milioni di euro (girato tre anni dopo ai “galácticos” per 42). Al Liverpool ha acquistato Luís Suarez dall’Ajax per 26,5 milioni (ceduto tre anni dopo al Barça per 81,7) e venduto Torres al Chelsea per 58,5 milioni (era stato prelevato tre anni prima 38 dall’Atlético Madrid). Al Fenerbahçe ha venduto Elmas (al Napoli per 17,7 milioni) e Muriqi (alla Lazio per 21 milioni) pagati rispettivamente 180.000 euro e 5,6 milioni. Al Tolosa ha venduto Dallinga (al Bologna per 15 milioni) che aveva acquistato nel 2022 per 2,5. 

 

 

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Wenger il mentore

La persona più importante nella sua carriera è stato il grande stratega alsaziano Arsène Wenger che conobbe quando militava nelle giovanili del Monaco. A 21 anni non ancora compiuti “Le Professeur” gli affidò la panchina dell’Under 16 monegasca. Nel frattempo studiava Giurisprudenza all’Università di Nizza dove si laureò nel 1995 a 23 anni. Wenger intanto si era trasferito in Giappone, al Nagoya Gramphus Eight, per tornare in Europa nel 1996 dove assunse le redini dell’Arsenal. Chiamò il suo “pupillo” Comolli: «Vieni nel mio staff? All’inizio non posso garantirti molto, ma se le cose andranno bene, prometto di farti mettere sotto contratto». Damien si trasferì a Londra: guadagnava 50 sterline, con rimborso spese, per ogni partita che visionava e di cui vergava il “report”. Per arrotondare la “paghetta” s’accordò con Wenger in modo da coprire un paio di partite il sabato e un altro paio la domenica. Più eventuali gare infrasettimanali. Cominciò ad andare anche all’estero finché un giorno allo stadio di Halmstad, in Svezia, restò stregato dal centrocampista Fredrik Ljungberg. Wenger lesse entusiasta la relazione di Comolli e pagò 3 milioni di sterline all’Halmstad ingaggiando il giocatore. E mantenne la parola data: il francese firmò un contratto come capo degli “scout” dell’Arsenal. La sua carriera prese il volo. 

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Suo figlio è Arsène 

Il suo ultimo successo in ordine cronologico è stata la Coppa di Francia, vinta due anni fa sul Nantes (5-1) nella finale di Saint-Denis. Durante l’esperienza a Istanbul (2018-2020) conobbe Sefinay, la segretaria del Fenerbahce. Se ne innamorò e le chiese di sposarlo. Lei gli disse sì, ma prima lui prima dovette divorziare dalla prima moglie. Lo scorso 20 dicembre è diventato papà del suo primo figlio, cui ha imposto il nome di Arsène, suo mentore. 

 

 

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Damien Jacques Comolli sbarcherà la prossima settimana a Torino per firmare il contratto di nuovo “Football Chief” della Juventus. Il 52enne dirigente francese nativo di Béziers in Occitania, ma di origini varesine (come Marotta), ha una lunga carriera alle spalle. Ha cominciato da allenatore dell’Under 16 del Monaco, è diventato osservatore poi responsabile degli “scout” dell’Arsenal, è stato responsabile della sezione calcio del Tottenham, capo dell’area sportiva del Liverpool, diesse di Saint-Étienne e Fenerbahçe, ha fatto l’agente nonché il presidente del Tolosa gestito dal gruppo statunitense RedBird Capital Partners, quello di Cardinale proprietario del Milan.

 

Esperto di calciomercato

È un profondo e navigato conoscitore delle dinamiche di calciomercato. Sotto la sua regia si sono concretizzate alcune operazioni clamorose. In entrata soprattutto, ma anche in uscita. La sua filosofia aziendalista è quella di vendere a prezzi ultramaggiorati giocatori acquistati a costi il più possibile contenuti. Citiamo alcuni nomi, altisonanti, per rendere la portata del personaggio. Quand’era all’Arsenal ha ingaggiato “Titì” Henry dalla Juve per 16 milioni (rivenduto dopo ben 8 anni al Barcellona per 24). Al Tottenham ha preso il futuro Pallone d’Oro madridista Luka Modrić per 22 milioni di euro (girato tre anni dopo ai “galácticos” per 42). Al Liverpool ha acquistato Luís Suarez dall’Ajax per 26,5 milioni (ceduto tre anni dopo al Barça per 81,7) e venduto Torres al Chelsea per 58,5 milioni (era stato prelevato tre anni prima 38 dall’Atlético Madrid). Al Fenerbahçe ha venduto Elmas (al Napoli per 17,7 milioni) e Muriqi (alla Lazio per 21 milioni) pagati rispettivamente 180.000 euro e 5,6 milioni. Al Tolosa ha venduto Dallinga (al Bologna per 15 milioni) che aveva acquistato nel 2022 per 2,5. 

 

 

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