Moneyball, Comolli e i dati per scegliere i calciatori: cosa significa e dove nasce il sistema

Nella conferenza stampa di presentazione, il nuovo direttore generale della Juventus ha parlato della propria metodologia di lavoro: “So come funziona e perché funziona”
Moneyball, Comolli e i dati per scegliere i calciatori: cosa significa e dove nasce il sistema
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TORINO - Il nuvo direttore generale della Juventus Damien Comolli si è ufficialmente presentato oggi in conferenza stampa. L'ex presidente del Tolosa ha trattato tutti gli argomenti caldi del panorama bianconero, tra questi ovviamente anche il mercato e ha parlato dell'utilizzo di algoritmi e dati per aiutare il processo rievocando il concetto del Moneyball: "Il 1° agosto 2025 sarà il mio 33° anno nel calcio professionistico e non mi sono mai imbattuto in un approccio che non sia quello dell’utilizzo dei dati. Che ci si occupi di moda, di prodotti al consumo, l’NFL, andare sulla Luna, tutti ormai guardano e analizzano i dati. Noi utilizzeremo i dati in diverse aree, ci aiuteranno nella selezione di giocatori e ci aiuteranno a definire la nostra strategia e raccoglieremo dati su tutti. Ci aiutano a prevenire gli infortuni dei giocatori, la conduzione del business, a conoscere meglio i fan e i tifosi, a stabilire connessioni migliori. L’IA è d’aiuto, sta facendo bene. I dati fan parte della mia vita, li conosco bene, so come funzionano e funzionano perché i campionati inglesi si basano sui dati ma non solo loro. È qualcosa che metteremo in pratica". 

Moneyball, da Bill James a Hollywood

Quando si pensa al "Moneyball" viene subito il mente il film con Brad Pitt che interpreta Billy Beane, il GM degli Oakland Athletic (Mlb) che decise di dare un taglio con il passato, ovvero fidarsi degli scout, e sposare le teorie di Bill James diventando il primo genaral manager ad utilizzare la Sabermetrica (analisi empirica del Baseball) come unico criterio da tenere in considerazione nei processi di scelta di un giocatore. Questo perché gli Athletics non potevano competere a livello economico (non c'è salary cap nella Mlb) con i big market quali Yankees o Red Sox, quindi si andava a spulciare nei profili meno rilevanti ma che statisticamente potevano portare a risultati. A grandi linee il concetto è "perdo un giocatore che vale 90, lo sostituisco con tre del valore di 30 ciascuno" o "avevo un giocatore che andava 4 volte di media in prima base, ne prendo due che hanno la media di 2".

Nel 1977 Bill James espose la sua teoria in un libro dove in maniera dettagliata studiò dei dati statistici dai quali era possibile, secondo lui, estrapolare analisi oggettive sul valore dei giocatori di baseball che gli scout non potevano vedere. James fu ignorato per anni quando i Boston Red Sox, in preda agli incubi della "Maledizione del Bambino" lo assunsero come consulente esterno nel 2003 aiutandoli a vincere le World Series interrompendo un digiuno di 85 anni.

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Moneyball e calcio

Esportare uno studio ad hoc sul baseball, disciplina dove i numeri sono praticamente fondamentali, ad un altro sport non è semplice eppure nel mondo del calcio questa metodologia di lavoro ha preso sempre più piede con l'imprenditore britannico Matthew Benham. Benham fondò la SmartOdds, una società che sviluppava modelli matematici al fine di prevedere i risultati sportivi, e nel 2012 acquistò il Brentford (che militava in League One) applicando i concetti di James. Benham è stato uno dei primi a credere negli expected goals, facendone il perno attorno a cui costruire il “suo” metodo grazie al quale il Brenford tornò in Premier League. In Serie A non è la prima volta che si cita l'algoritmo, infatti il Milan - sotto la gestione Cardinale - ha usufruito degli studi statistici per esplorare le opportunità come lo stesso Geoffrey Moncada ha dichiarato: "I dati ti dicono se c’è un giocatore interessante da vedere. E lo guardiamo prima in video, con tutti gli scout che lo osservano, e poi magari lo andiamo a vedere dal vivo. Però prima di andare a vederlo in campo dobbiamo conoscere il giocatore. Ho a disposizione dieci scout, cinque che sono in Italia e cinque che sono all’estero, è un mix di tante cose. Abbiamo una metodologia di lavoro sulla parte video, hanno una zona specifica da visionare. Prima guardano il giocatore in video per tutta la settimana, poi nel weekend vanno a vederlo dal vivo per confermare o meno le impressioni".

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TORINO - Il nuvo direttore generale della Juventus Damien Comolli si è ufficialmente presentato oggi in conferenza stampa. L'ex presidente del Tolosa ha trattato tutti gli argomenti caldi del panorama bianconero, tra questi ovviamente anche il mercato e ha parlato dell'utilizzo di algoritmi e dati per aiutare il processo rievocando il concetto del Moneyball: "Il 1° agosto 2025 sarà il mio 33° anno nel calcio professionistico e non mi sono mai imbattuto in un approccio che non sia quello dell’utilizzo dei dati. Che ci si occupi di moda, di prodotti al consumo, l’NFL, andare sulla Luna, tutti ormai guardano e analizzano i dati. Noi utilizzeremo i dati in diverse aree, ci aiuteranno nella selezione di giocatori e ci aiuteranno a definire la nostra strategia e raccoglieremo dati su tutti. Ci aiutano a prevenire gli infortuni dei giocatori, la conduzione del business, a conoscere meglio i fan e i tifosi, a stabilire connessioni migliori. L’IA è d’aiuto, sta facendo bene. I dati fan parte della mia vita, li conosco bene, so come funzionano e funzionano perché i campionati inglesi si basano sui dati ma non solo loro. È qualcosa che metteremo in pratica". 

Moneyball, da Bill James a Hollywood

Quando si pensa al "Moneyball" viene subito il mente il film con Brad Pitt che interpreta Billy Beane, il GM degli Oakland Athletic (Mlb) che decise di dare un taglio con il passato, ovvero fidarsi degli scout, e sposare le teorie di Bill James diventando il primo genaral manager ad utilizzare la Sabermetrica (analisi empirica del Baseball) come unico criterio da tenere in considerazione nei processi di scelta di un giocatore. Questo perché gli Athletics non potevano competere a livello economico (non c'è salary cap nella Mlb) con i big market quali Yankees o Red Sox, quindi si andava a spulciare nei profili meno rilevanti ma che statisticamente potevano portare a risultati. A grandi linee il concetto è "perdo un giocatore che vale 90, lo sostituisco con tre del valore di 30 ciascuno" o "avevo un giocatore che andava 4 volte di media in prima base, ne prendo due che hanno la media di 2".

Nel 1977 Bill James espose la sua teoria in un libro dove in maniera dettagliata studiò dei dati statistici dai quali era possibile, secondo lui, estrapolare analisi oggettive sul valore dei giocatori di baseball che gli scout non potevano vedere. James fu ignorato per anni quando i Boston Red Sox, in preda agli incubi della "Maledizione del Bambino" lo assunsero come consulente esterno nel 2003 aiutandoli a vincere le World Series interrompendo un digiuno di 85 anni.

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