TORINO - Da quattro anni a questa parte, è un sogno in particolare a dominare l’immaginario bianconero: quello di vedere la Juventus - a tutte le latitudini - nelle mani di chi l’ha resa grande. Dalla dirigenza - tra chi invoca l’ingresso di Alex Del Piero - alla panchina, dove domina il nome di Zinedine Zidane. La leggenda bianconera, intervenuta ieri al Festival dello Sport di Trento, ha ripercorso alcuni attimi della sua carriera, fino ad arrivare ai primi anni alla Juventus. Il club che gli ha permesso di consacrarsi nell’olimpo dei più forti campioni della storia del calcio: "Gli anni a Torino sono stati bellissimi - racconta Zizou -. Sono arrivato dalla Francia, in cui il calcio era bello ma non come alla Juve. Lì ho sentito che bisognava solo vincere, sempre. Sia in casa che in trasferta. La cosa che mi è rimasta maggiormente dell’avvocato Agnelli è che quando giocavo bene mi chiamava alle 6 del mattino per farmi i complimenti. Lui era un signore, si vedeva che era un appassionato di calcio. Quando ho smesso ho cambiato la mia vita. Dopo tre anni non sapevo cosa fare, ho provato tante cose fin quando non mi sono iscritto al corso da allenatore. Tra tutti gli allenatori che ho avuto, quello da cui ho imparato di più è stato Lippi: è stato molto importante, perché quando sono arrivato in Italia all’inizio era difficile per me ma lui ha sempre creduto in me. Ancelotti l’ho prima avuto da mister, poi sono diventato il suo vice: lui è un amico, è stato importante per la mia carriera. Era un bravo allenatore, perché ascoltava noi giocatori".
Zidane, prima la Francia e poi la Juve
Cinque anni gloriosi sulla panchina del Real, prima di concedersi una pausa lunga, intensa, per poter ricaricare le batterie e scegliere con calma quale progetto tecnico sposare. E a chi gli chiede se gli piacerebbe un giorno sedersi sulla panchina della Juventus, Zidane risponde così: "Non so perché non sia ancora successo. Sono state fatte delle altre scelte. La Juve ce l’ho sempre nel cuore, perché mi ha dato tanto. In futuro non lo so, ma tra i miei obiettivi c’è quello di allenare la nazionale francese. Vedremo". Più che un obiettivo, uno spoiler fatto e finito: dalla Francia assicurano che sarà proprio Zizou a ereditare la gestione di Deschamps, che dovrebbe lasciare dopo il Mondiale negli Usa. Una realtà che impegnerà Zidane - salvo disastri sportivi - almeno per 4 anni. Nel caso, dunque, se ne riparlerà più avanti. Chissà che invece in futuro non possa essere proprio Deschamps a valutare di candidarsi per la panchina bianconera... Ma non è certo il caso di porsi simili interrogativi in questo momento, anche perché a detta di Zidane, con Tudor la Juve ha imboccato la strada giusta: "Con lui la squadra pian piano sta facendo bene. Yildiz? Sì, mi piace, è bravo, fa gol. Ma deve crescere ancora, deve prendere un po’ di struttura".
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