"Infortunio Bremer, i veri tempi di recupero. Colpa di Tudor? Rispondo così. C'è una buona notizia"

L'ntervista esclusiva al dottor Fabrizio Tencone, già collaboratore e poi medico sociale bianconero, oggi direttore del Centro Isokinetic di Torino

TORINO - Il timore era quello lì: di essere di nuovo punto e a capo, con le identiche sensazioni di un anno fa, quando sul prato di Lipsia s’interrompeva la stagione di Gleison Bremer. Clamoroso, fino a quel momento. Esattamente come l’impermeabile difesa bianconera. Inutile aggiungerlo, però bisogna farlo: da quel momento in poi, la Juve è crollata, contemporaneamente alle aspettative sul futuro, alle ambizioni di un’annata differente rispetto alla precedente. E senza il brasiliano, ecco, anche le scelte di Thiago Motta sono sembrate meno concrete, molto spesso inefficaci.

"Non sarà una questione lunga"

Succede questo, quando manca un totem. E succede che inizi a mancare soprattutto a chi gli stava intorno, come accadrà anche stavolta: Bremer, da solo, specialmente nelle prime gare, aveva ridato una dimensione di livello alla retroguardia bianconera. Perciò è un’assenza che fa più male delle altre. «Ma non sarà una questione lunga. Un menisco è diverso rispetto a un crociato», racconta il dottor Fabrizio Tencone, dal 1991 collaboratore della Juventus e dal 1995 al 2002 medico sociale della prima squadra bianconera, oggi Direttore del Centro Isokinetic di Torino. 
 
Dottor Tencone, non c’è dunque bisogno di allarmarsi? «L’importante è che non si sia rotto il crociato, sarebbe stata tutta un’altra storia». 

Alcuni suoi colleghi riportano della probabilità del 10% che un infortunio del genere avvenga in un soggetto già condizionato da uno stop più serio. Si poteva dunque prevedere? «Non è una percentuale così precisa, in realtà. E allora mettiamola così: gli esperti sanno che sì, tutto questo può pure accadere. Ma il menisco è un’altra storia, ha tempi più rapidi».

A proposito dei tempi di recupero: quali prevede per Bremer? «Dalle sei alle otto settimane, considerato il passato del giocatore, e chiaramente la sua struttura fisica».

E solitamente? «Solitamente il periodo di rientro in campo è dalle quattro alle sei settimane. Ma per Gleison ci vorrà qualcosa in più»

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Bremer, tempi e dettagli dell'infortunio

In molti si chiedono se sia stata anche la gestione della guida tecnica a provocare il ko. «Eliminiamo ogni dubbio. Un menisco non si rompe per un sovraccarico, non a vent’anni, ai venticinque. Si tratta più spesso di un movimento, magari una torsione innaturale».

Dunque, più banalmente, non è stata responsabilità di chi l’ha mandato in campo. «Questa è una tesi che si fa fatica a sostenere».  

Ma c’è correlazione con l’operazione subita? «Sì, potrebbe esserci. La buona notizia? Pare che il legamento crociato non abbia subito alcun danno. L’operazione sarà pertanto minima».

E sarà operato già oggi. Che tipo di intervento subirà? «Il comunicato ufficiale parla di meniscectomia. E funziona così: viene asportato un pezzettino rotto e non ricucito, dunque nessuna sutura. Nessuna tecnica insolita, anzi: è la prassi. Ha tempi più stretti rispetto ad altre operazioni».

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Juve, quando torna Bremer

Poi inizierà il recupero. «Sì, e solitamente ha un intervallo di un paio di settimane per ogni step che dovrà seguire il calciatore».

Ossia? «Nelle prime due non scenderà in campo, né si allenerà: bisogna lasciarlo tranquillo».

Quando riprenderà a correre? «Prima la riabilitazione, all’inizio non potrà né saltare e nemmeno correre. Ancora un paio di settimane e proverà a recuperare l’intensità massimale. E non è finita qui».

Come chiuderà? «Con un richiamo di preparazione, per circa quindici giorni. Arriviamo alle sei settimane canoniche, prima di rivedere Bremer in campo».

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TORINO - Il timore era quello lì: di essere di nuovo punto e a capo, con le identiche sensazioni di un anno fa, quando sul prato di Lipsia s’interrompeva la stagione di Gleison Bremer. Clamoroso, fino a quel momento. Esattamente come l’impermeabile difesa bianconera. Inutile aggiungerlo, però bisogna farlo: da quel momento in poi, la Juve è crollata, contemporaneamente alle aspettative sul futuro, alle ambizioni di un’annata differente rispetto alla precedente. E senza il brasiliano, ecco, anche le scelte di Thiago Motta sono sembrate meno concrete, molto spesso inefficaci.

"Non sarà una questione lunga"

Succede questo, quando manca un totem. E succede che inizi a mancare soprattutto a chi gli stava intorno, come accadrà anche stavolta: Bremer, da solo, specialmente nelle prime gare, aveva ridato una dimensione di livello alla retroguardia bianconera. Perciò è un’assenza che fa più male delle altre. «Ma non sarà una questione lunga. Un menisco è diverso rispetto a un crociato», racconta il dottor Fabrizio Tencone, dal 1991 collaboratore della Juventus e dal 1995 al 2002 medico sociale della prima squadra bianconera, oggi Direttore del Centro Isokinetic di Torino. 
 
Dottor Tencone, non c’è dunque bisogno di allarmarsi? «L’importante è che non si sia rotto il crociato, sarebbe stata tutta un’altra storia». 

Alcuni suoi colleghi riportano della probabilità del 10% che un infortunio del genere avvenga in un soggetto già condizionato da uno stop più serio. Si poteva dunque prevedere? «Non è una percentuale così precisa, in realtà. E allora mettiamola così: gli esperti sanno che sì, tutto questo può pure accadere. Ma il menisco è un’altra storia, ha tempi più rapidi».

A proposito dei tempi di recupero: quali prevede per Bremer? «Dalle sei alle otto settimane, considerato il passato del giocatore, e chiaramente la sua struttura fisica».

E solitamente? «Solitamente il periodo di rientro in campo è dalle quattro alle sei settimane. Ma per Gleison ci vorrà qualcosa in più»

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