Svolta Juve? No, ma è un punto di partenza. E il ko con il Real boccia il mercato

Con un pizzico di fortuna si poteva pareggiare e i bianconeri hanno messo paura ai Blancos. Se la società tiene la barra dritta e Tudor si mantiene lucido e concreto...

Iniziamo dai ragionamenti facili, anche un po’ banali, ma tremendamente veri: se la Juventus avesse corso così, domenica scorsa, non avrebbe perso con il Como. Se giocasse così le prossime partite contro Lazio, Udinese e Cremonese, potrebbe fare più punti di quelli fatti nelle ultime tre di campionato. Questo non vuol dire che la Juventus ha svoltato, perché battagliare al Bernabeu con poco da perdere e tutto da guadagnare (in contropiede) non è la stessa cosa che provare a scardinare difese con dieci avversari dietro la linea della palla. Ma la notte del Bernabeu significa che la Juve non è da buttare, vista la solidità con cui ha retto l’impatto con l’abissale divario tecnico con il Real, che può spendere di più (800 milioni solo di cartellini in cinque anni), ma soprattutto spende meglio.

Juve, se Tudor resta lucido

In questa Juve si deve consolidare un gruppo di giocatori, a cui aggiungere esperienza e qualità nel prossimo mercato. Ci sono giovani da inspessire, qualcosa da sfrondare e alcuni uomini da tenere, ma se la società ha la forza di tenere la barra dritta e Tudor si mantiene lucido e concreto, nel setaccio di una stagione di transizione potrebbero rimanere una qualificazione Champions e pezzi per continuare a costruire una vera Juve.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Non è la vera Juve

Perché questa, siamo tutti d’accordo, non lo è (non può essere vera Juve se è soddisfatta di aver perso solo 1-0, per dire) ma ieri sera ha fatto cose da vera Juve: con un pizzico di fortuna, poteva pareggiarla e ha chiuso in attacco, mettendo paura al Real. No, quindi, non chiamiamola la partita della svolta, perché magari fosse così facile, ma resta una partita da cui dirigenti, allenatore e giocatori possono prendere consapevolezza di quale deve essere il loro compito quest’anno. E i tifosi, in fondo, pure: senza cedere alla depressione catastrofista del tutto sbagliato, tutto da rifare, ma accompagnando una squadra che ha disperatamente bisogno anche del suo popolo per spingere tutti nella stessa direzione.

Non è la partita della svolta

E non chiamiamola la partita della svolta, perché restano tanti equivoci e molti dubbi. Per esempio: perché deve essere, il pur ottimo, Kalulu a fare i cross da destra e non un giocatore più tecnico? Perché togliere Yildiz e Vlahovic insieme? E perché poco prima togliere Thuram, che stava giocando bene? Nessuno di loro sembrava stanco, mentre Koopmeiners appariva ancora una volta fuori luogo in un contesto simile.

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Openda e David, quale maledizione?

E quale tipo di maledizione ha colpito Openda e David? Quel gol che hanno cucinato insieme per poi mangiarselo un po’ per uno, nel finale di partita, è un cocktail letale di insicurezza, decisioni folli e imprecisione tecnica. D’altronde, la partita del Bernabeu ha clamorosamente bocciato il mercato estivo, relegando in panchina Joao Mario, Zhegrova, Conceiçao, Openda e David. E, vista l’ennesima mediocre partita di Koopmeiners, nella notte del Bernabeu, si sono salvati solo due giocatori delle ultime campagne acquisti: Di Gregorio e Kalulu. Il resto è tutto arrivato prima. Altro ragionamento che dice qualcosa su errori e omissioni che stanno allungando il purgatorio juventino. Sì, il Real è più ricco, ma la Juve ha buttato via un sacco di soldi ultimamente.

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Iniziamo dai ragionamenti facili, anche un po’ banali, ma tremendamente veri: se la Juventus avesse corso così, domenica scorsa, non avrebbe perso con il Como. Se giocasse così le prossime partite contro Lazio, Udinese e Cremonese, potrebbe fare più punti di quelli fatti nelle ultime tre di campionato. Questo non vuol dire che la Juventus ha svoltato, perché battagliare al Bernabeu con poco da perdere e tutto da guadagnare (in contropiede) non è la stessa cosa che provare a scardinare difese con dieci avversari dietro la linea della palla. Ma la notte del Bernabeu significa che la Juve non è da buttare, vista la solidità con cui ha retto l’impatto con l’abissale divario tecnico con il Real, che può spendere di più (800 milioni solo di cartellini in cinque anni), ma soprattutto spende meglio.

Juve, se Tudor resta lucido

In questa Juve si deve consolidare un gruppo di giocatori, a cui aggiungere esperienza e qualità nel prossimo mercato. Ci sono giovani da inspessire, qualcosa da sfrondare e alcuni uomini da tenere, ma se la società ha la forza di tenere la barra dritta e Tudor si mantiene lucido e concreto, nel setaccio di una stagione di transizione potrebbero rimanere una qualificazione Champions e pezzi per continuare a costruire una vera Juve.

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