TORINO - Cambia l’allenatore, non cambiano le esigenze. La rosa aveva delle lacune con Igor Tudor e dal giorno alla notte, naturalmente, i problemi sono rimasti gli stessi. A prescindere dal modulo che Luciano Spalletti sceglierà di adottare alla Juve: prima toccherà con mano le caratteristiche dei suoi ragazzi in allenamento, poi prenderà ago e filo e cucirà un abito adatto per la stagione. I bianconeri hanno le stesse necessità di prima, ma con un allenatore diverso. Tudor voleva un regista e non l’ha avuto. Spalletti lo pretende, senza tanti giri di parole. Da sempre, infatti, le idee di Lucio passano da uomini che sappiano disegnare calcio in regia. Un tempo con David Pizarro, prima all’Udinese e poi alla Roma. Durante il secondo regno nella Capitale, da play ha proposto Leandro Paredes. Cambiandogli la vita: se ha conquistato prima il Psg e poi un Mondiale immaginiamo che Spalletti abbia almeno ricevuto una scatola di cioccolatini in regalo. Sarebbe il minimo. E guai a dimenticare Marcelo Brozovic: quando Lucio firma per l’Inter il croato era quasi considerato un peso, perennemente depotenziato dalla mancanza di continuità di rendimento. Se Conte a San Siro ha vinto, con Brozo da play, la mano del tecnico di Certaldo ha avuto una rilevanza. Il capolavoro, però, lo compie a Napoli, quando trasforma Stanislav Lobotka in un campione. Quando Antonio non ce l’ha, patisce le pene dell’inferno.
La Juve torna su Hjulmand
Ecco perché a Torino tornerà di moda un nome sedotto e abbandonato in estate: Morten Hjulmand. Capitano dello Sporting, tra i registi più forti d’Europa. A Spalletti garba. Eccome. Nella valutazione del danese occorre un passo indietro. La Juve ci aveva provato concretamente, soprattutto a luglio. Non è mai diventato una telenovela come il ritorno di Randal Kolo Muani, ma di sicuro Hjulmand sul taccuino di Comolli era presente. Lo Sporting ha fatto sempre muro, forte anche di una clausola rescissoria da 80 milioni. Soldi che i bianconeri non avrebbero mai speso. Ma una cifra simile a quella di Lois Openda (in totale 45 milioni) poteva sbloccare un affare che non è mai entrato nelle battute conclusive. Spalletti è attratto da Morten, sebbene prelevarlo a gennaio sia più ostico di una scalata all’Everest. Di sicuro la Juve sarà molto attenta. E martedì, all’Allianz Stadium in Champions League, lo osserverà da vicino.
