Lazio, Sarri: "Nessun dualismo con Mourinho". Su Luis Alberto...

L'ex Juve si presenta ufficialmente ai tifosi biancocelesti. Ecco cosa ha detto su Immobile, il modulo, gli obiettivi del club, il rapporto con Lotito e la posizione di Correa

È il Sarry Day in casa Lazio. Il tecnico, che ieri ha posato per la prima volta con la sua nuova divisa con l'aquila sul petto, da Formello, suo nuovo quartier generale, si presenta ai tifosi biancocelesti. L'ex Juve, dunque, dopo un anno di stop riparte dalla Lazio. La prossima tappa sarà la partenza per il ritiro di Auronzo di Cadore, fissata per sabato mattina. Prima di dare la parola a Igli Tare e al mister è stato proiettato il video di presentazione del Comandante che ha fatto il giro del web. Si parte subito con il "dualismo" con Mourinho, presentato ieri dalla Roma: "Questo grande dualismo non riesco a vederlo. L'ho conosciuto, è un bel personaggio, mi rimane simpatico. Poi ha vinto più di me, anche se non vuol dire nulla. Nel derby faremo di tutto per venire a capo della partita. Non mi vengono citazioni, come ho già detto ai ragazzi vorrei vedere una squadra che ha un grande spirito di sacrificio nella settimana per festeggiare la domenica. Voglio un gruppo che abbia voglia di dominare la partita. Penso ci siano i presupposti, ecco perché sono qui. Ho intravisto nella Lazio la possibilità di tirare fuori le mie caratteristiche migliori. Anche se ci manca qualcosa per fare quello che piace a me, in questa squadra vedo i presupposti giusti".

Lazio, Sarri: "Alla Juve il mio Scudetto era scontato"

Lazio, Sarri su Immobile e la Juve

A proposito proprio del gruppo commenta: "Con il direttore abbiamo fatto una lista di ruoli, abbiamo bisogno di alcuni giocatori per giocare un calcio diverso dal passato. Non ci siamo soffermati sui nomi, ma sulle caratteristiche. È un mercato difficile per tutti. È chiaro che mi piacerebbe partire domani mattina con i 24 giocatori della rosa definitiva, ma è impossibile, speriamo di essere veloci. Quanto tempo ci vuole? Difficile prevedere come un gruppo possa reagire. È un fattore è imponderabile, ho visto tutto nella mia carriera. A Napoli ho fatto due punti nelle prime tre partite, all'Empoli ero ultimo mentre al Chelsea siamo partiti subito forte. Alla Juve è stato molto difficile, anche se poi abbiamo vinto il campionato". Su Immobile, impegnato con la Nazionale a Euro 2020: "Le parole le spende Mancini che lo mette dentro tutte le volte: è contento di quello che sta vedendo. Alla squadra fa mancare davvero poco: c’è partecipazione difensiva ed offensiva di buon livello, poi il gol a volte arriva con più facilità altre meno. L’augurio è che gli venga quello più importante. Ciro mi lascia estremamente tranquillo per quel che ho visto. Dal punto di vista dell’allenatore le valutazioni sono molto diverse, ho visto dare 7.5 a giocatori che io avrei ucciso. Quello che dicono i giornalisti non mi influenza. Questa squadra ha tanti giocatori che sanno andare alla soluzione definitiva. Si parlava dei due centrocampisti interni, se poi troviamo anche due esterni bene. Hazard con me fece più di 20 gol, Ronaldo fece la stagione migliore dal punto di vista realizzativo. Bene avere un attaccante che segna tanto, ma anche avere soluzioni alternative. Si imposta anche in base ai giocatori, ma non solo". "Lazio più adatta a me rispetto alla Juve? Sono entità astratte, le società sono fatte di persone. Ritengo che le persone che sono qui, in questo momento, siano adatte a me. Vedremo se sarà una valutazione giusta, non sarà un percorso facile e breve. All'inizio ho fatto sempre fatica con le squadre nuove, è inevitabile quando hai idee chiare di un tipo di calcio. Il primo obiettivo è divertirsi e deve cominciare a farlo l'allenatore, che poi riesce a trasmetterlo allo spogliatoio. A differenza dei luoghi comuni, non concepisco chi dice che per vincere bisogna giocare bene".

Sarri su Luis Alberto e Felipe Anderson

Su Luis Alberto, che non ha risposto alla convocazione, non usa mezzi termini: "È un problema dal punto di vista societario. Dal punto di vista morale, deve parlare con me e coi compagni: se ci convince, sarà tutto a posto, se no dovrà chiederci scusa. Luis Alberto alla Jorginho? Non ce lo vedo, è bravo quando porta palla e salta gli avversari. Lo vorrei utilizzare come Hamsik a Napoli: deve andare tra le linee e creare superiorità". Sul ritorno in biancoceleste di Felipe Anderson ammette: "Se non ci credevo mi sarei opposto al suo acquisto. Qui alla Lazio fece 6-7 mesi incredibili, sembrava fosse destinato al Barcellona. Quando ero in Inghilterra ha fatto un buon girone d'andata, ma pecca sempre nella continuità. Noi dobbiamo cercare di creare la situazione migliore per lui. Non riesco a capire il motivo della sua discontinuità, spero di capirlo quando lo conoscerò. Ha potenzialità feroce".

Lazio, Sarri sulle pressioni e il modulo

Sulla pressione dei tifosi ammette: "Non sono un frequentatore di social, per me i tifosi sono quelli che mi si presentano davanti. So che son contenti del mio arrivo e mi fa estremamente piacere. Non penso che alla Juve, al Napoli e al Chelsea ci sia meno pressione, che fa parte di questo mestiere, che per me è più una passione. Speriamo che riavremo gli stadi pieni la prossima stagione. La scorsa stagione, con gli stadi vuoti, il calcio non mi è mancato. Mi mancava la settimana ma non la partita. Coi tifosi in tribuna tutto crescerà a dismisura. In questo momento comincio ad avere veramente voglia di tornare ad allenare". Sul modulo: "Ho fatto il 4-3-1-2 e tutti mi dicevano che ero integralista. Ora mi dicono che lo sono ma del 4-3-3. Probabilmente lo sono, ma ditemi di cosa. Il nostro obiettivo è partire con il 4-3-3, ma poi c'è l'evoluzione del lavoro. Spesso a stagione in corso ho cambiato, vedremo che esterni avremo a disposizione da subito. Il 4-3-3 tutela i nostri interni, che vanno tutelati perché devono mantenere sempre la pericolosità difensiva, mentre nel 4-3-1-2 verrebbero tritati per il dispendioso lavoro difensivo". Poi sulla stagione alla Juve, dove fu insidiato dalla Lazio di Inzaghi per lo scudetto: "Quell’anno ho sentito il luogo comune che senza il lockdown avrebbe vinto lo scudetto la Lazio, ma prima era la Juve. Sicuramente era l’avversaria più temebile, ma ho visto che anche quest’anno, nella fase finale, la Lazio ha fatto il boom. Quando succede, io non credo sia per la preparazione atletica. Ormai sono tutti preparati, difficile pensare che si sbagli. Sicuramente siamo davanti a calendari folli, dalla UEFA alla FIFA nessuno aiuta. Perchè si son fatte tante partite, tipo contro l’Andorra, per trovare le 24 squadre più forti d’Europa quando io potevo scriverle su un foglio. Abbiamo fatto due anni di qualificazione per eliminare tante piccole nazionali. Bisogna fare le categorie, è impensabile che uno che costi 1 milione al mese vada a giocare in Andorra. Bisogna ridurre il numero delle partite, sennò è dura. Arrivano infortuni, scende la qualità delle partite, è inevitabile. Spero ci sia la buona volontà di tutti per tornare a un calcio sostenibile, per tornare alle partite pronti".

Sarri sugli obiettivi della Lazio

"Sarà un anno di costruzione, ma non deve precluderci niente. Sarà più difficile rispetto a quelli successivi. La Champions fa la differenza a livello economico. Scudetto? Vediamo, parte un ciclo diverso. Vogliamo diventare una squadra fortemente competitiva, il che vuol dire lottarsela. La società voleva farmi un contratto di 4 anni, sono stato io a chiedere di farlo più corto perché avendo una certa età devo capire, tra due anni, di avere le stesse energie. Se le avrò, sarà felice di prolungare". Poi sull'Europa League: "In Europa devi dare sempre tutto, è un errore sottovalutarla. Dipende la rosa a disposizione, ne serve una molto vasta. È un torneo difficile, giochi anche il giovedì con trasferte più lunghe. Al Chelsea ne ho cambiato 6-7 dal giovedì alla domenica, senza che la squadra ne risentisse. La stanchezza non è solo fisica, ma anche mentale di tutto l'ambiente, anche magazzinieri e massaggiatori. Il livello tecnico della competizione salirà, ci sono meno squadre perché c'è la Conference. Ma preferisco scoppiare a marzo che fare figure di m**** in Europa".

Sarri dice tutto: dal rapporto con Lotito alla posizione di Correa fino a Maestrelli e Lazzari

Sulle possibili divergenze con il presidente Lotito commenta: "Speriamo di no, è anche abbastanza grosso, avrei difficoltà a tenerlo. Penso di avere un buon rapporto, vengo da esperienze non facili con alcuni presidenti". Poi riavvolge il nastro e parla della Lazio di Maestrelli: "Si può parlare di mille situazione che rimangono nella mente. Quella che ho più cara è la storia di Maestrelli, è un personaggio straordinario, ho conosciuto anche i famigliari". Sul ruolo di Lazzari e la posizione in campo di Correa: "Ci ho parlato questa mattina (con Lazzati ndr), mi ha detto di aver voglia di provare questa nuova esperienza. Gli ho detto che uno con la sua gamba può fare bene. C'è il problema del cross sul secondo palo? Ho fatto tre anni con Mario Rui a Napoli, non credo che siano diversi fisicamente". Su Correa: "Potrebbe fare l'attaccante di sinistra se ha la voglia e gli stimoli di farlo. Il ragazzo però da un po' ha manifestato la voglia di cambiare ambiente. Se quando torna ha cambiato idea, ne sarei molto felice". "Peruzzi? Ci ho parlato massimo cinque giorni fa. È un personaggio importante per la Lazio. Spero di ritrovarlo, può darci una grande mano". Battuta finale sul reparto offensivo composto al centro da Immobile, Caicedo e Muriqi: "Sono troppi? Se ci fanno giocare in dodici ne metto due. Quando la Lazio è venuta a parlare con me, abbiamo detto che bisognava cambiare qualche giocatore. In rosa c'è posto per due attaccanti centrali, vedremo cosa succederà sul mercato". "Centrocampo? Così incontrista non l’ho mai avuto. Su Milinkovic c’è da dire che ha anche qualità difensive, ha un impatto fisico non indifferente; Luis Alberto porta i movimenti; Leiva è il più incontrista".

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