La crisi del settimo anno rischia di essere fatale come in ogni grande storia d’amore che si rispetti. Dopo un Settebello di stagioni di idillio assoluto e gol a raffica è scoppiata la crisi tra Ciro Immobile e la Lazio. L’ottava annata nella capitale del goleador di Torre Annunziata era iniziata con un lungo tira e molla estivo conclusosi con la sua permanenza, nonostante il forte corteggiamento di un paio di club sauditi disposti a ricoprirlo d’oro pur di convincerlo a trasferirsi in Arabia. Nulla da fare. Ciro aveva declinato per restare in biancoceleste, dove sognava di chiudere la carriera per poi intraprendere, sempre all’interno del club, un percorso dirigenziale tra qualche anno. Tempi verbali coniugati all’imperfetto non a caso, visto che nelle ultime settimane le cose stanno cambiando radicalmente.
Inizio stagione
L’avvio di stagione, complice qualche acciacco fisico, non è stato di quelli da ricordare e una parte dei tifosi laziali sui social ha bersagliato di critiche il capitano. Apriti cielo. Su Instagram prima di Milan-Lazio del 30 settembre non l’avevano affatto presa bene la moglie Jessica e il fratello Luigi, che si erano scagliati contro la tifoseria biancoceleste, accusata dal clan Immobile di irriconoscenza. I primi segnali di una crisi acuitasi negli ultimi giorni ed esplosa fragorosamente con l’intervista al Messaggero, in cui per la prima volta Ciruzzo ha aperto all’addio: «Io alla Lazio per sempre? Non posso dirlo con certezza, non so cosa accadrà a gennaio. In estate ho detto no all’Arabia Saudita. Ora il mio pensiero non è più lo stesso di luglio. Sono rimasto ferito dalle contestazioni di una piccola parte di tifosi. Questo mi fa male, anzi mi fa vacillare. Ho pensato “era meglio se me ne andavo”. Sicuramente se prima ero convintissimo di rimanere a vita, ora lo sono un po' meno».
Apertura all'Arabia Saudita
Parole forti che riaprono la porta ai corteggiatori sauditi. In estate ci aveva provato l’Al Shabab, declinato dall’attaccante che aveva deciso di non tradire il club laziale nell’anno del ritorno in Champions League. All’epoca il numero 17 temeva di perdere pure la Nazionale, lasciando il calcio europeo. L’arrivo di Spalletti alla guida dell’Italia e la nomina a capitano del gruppo azzurro, però, hanno segnato una svolta. Immobile è ancora al centro del progetto e anche un possibile trasferimento non gli precluderebbe le porte di Coverciano. L’assist ideale per le società arabe, che infatti, sono pronte a tornare alla carica nel mercato invernale per accaparrarsi il centravanti italiano più prolifico dell’ultimo lustro. I sauditi sarebbero pronti a rimettere sul piatto un triennale da 20 milioni annui per ingaggiare il cannoniere classe 1990, che - viste le ultime vicende - non sarebbe più insensibile agli assalti degli sceicchi. Chi l’avrebbe mai detto solamente pochi mesi fa? Forse nessuno. Adesso toccherà al presidente Lotito (in estate chiedeva 40 milioni per cedere il suo bomber) e al tecnico Sarri provare a suturare lo strappo tra Immobile e una frangia (seppur minoritaria) del tifo laziale. Altrimenti il rischio di vedere volar via la punta destinazione Arabia Saudita diventerebbe davvero concreto questa volta.