La frase di Giuntoli
Su come potrà finire ha detto: "Chiaro che non passerà inosservata agli occhi della società. Non faremo la guerra a nessuno ma non accettiamo compromessi. Ora parlerò con il ragazzo perché non so cosa possa essere successo a distanza di sei mesi. Ascolteremo le sue motivazioni e capiremo con attenzione come muoverci". Poi su Lotito: "Si prende colpe anche non sue. Non mi ha mai imposto nessuna decisione e mi ha lasciato sempre campo libero. Ho sbagliato io, ma anche lì si è assunto lui le responsabilità. Nel calcio non contano i soldi ma le idee. A Torino parlavo con Giuntoli, mi ha detto 'non so se ce la faccio in due-tre anni a rimettere a posto le cose'. Noi dobbiamo capire una cosa, e lo dico ai tifosi: noi siamo sul posto di lavoro per migliorare le cose, per invertire il concetto di cui parlavo prima. La Lazio non dev'essere la servizio di Fabiani, è Fabiani che sta al servizio della Lazio. È bene che questo concetto lo rendano tutti proprio. Non ho mezzi termini, se devo intervenire intervengo". Il direttore ha poi parlato del rinnovo di Felipe Anderson...
Fabiani e la situazione rinnovi
Sul discorso rinnovo Fabiani ha detto: "Patric e Provedel hanno già firmato. Stiamo parlando con l'entourage di Felipe Anderson a cui abbiamo fatto una proposta di cinque anni e noi come Lazio ci teniamo a lui perché lo riteniamo un professionista esemplare con ancora tanti anni da poter giocare. Poi passeremo ad affrontare la questione Zaccagni con cui cercheremo di andare incontro alle sue esigenze. Deve esserci la volontà dall'altra parte, dovesse arrivargli un'offerta da 50 milioni alziamo le mani". E su Kamada: "Ci siamo legati a lui per un anno, anche se avremmo voluto fare un pluriennale. Pur di prenderlo gli abbiamo concesso questa clausola, ma a fine anno vedremo cosa vorrà fare. Per noi è importante andare avanti con la programmazione". Fabiani poi ha parlato dei tifosi: "Dispiace vederli arrabbiati e delusi. Vorremmo tutti gioire insieme a loro. Dobbiamo fare un programma e costruire un modello".
Sulle dimissioni di Sarri: "Se Maurizio ha deciso di gettare la spugna, anche se il sottoscritto col presidente hanno tentato fino alle 18 del pomeriggio di convincerlo, è probabilmente perché aveva capito che il giocattolo non funzionava più. Non ha accettato seduta stante le dimissioni, ma gli è stato riconosciuto lo stipendio fino a giugno, a lui e al suo staff. Era intenzionato a firmare le dimissioni senza prendere un euro. Il presidente ha detto 'è una persona per bene, riconosciamogli lo stipendio fino a giugno'. Passano troppi messaggi negativi, le verità vengono sempre nascosti". Mentre su Tudor: "Siamo andato verso una soluzione per iniziare un nuovo programma tecnico. La sua una scelta programmata". In chiusura sulla stagione: "Potevamo fare meglio, a inizio campionato non c'è la Champions, e noi molte gare le abbiamo sbagliate lì. Con 10/11 della squadra che l'anno scorso aveva ottenuto il secondo posto. Non tutte le cose vengono per caso, probabilmente c'è sempre una ragione. E qualcosa sta emergendo. Io non sto qui per soldi, non prendo 500, 400, un milione. Sono qui per spirito e per dare un servizio e se mi accorgo che qualcuno vuole fare il paraculo sulle spalle della Lazio, penso che gli dica molto molto male".
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