“Sono il signor Corvino, risolvo problemi”. Il "Corvo" e una storia da romanzo: dall’Aeronautica al calcio

Il dirigente del Lecce, all'ennesima sfida della carriera, si conferma grande scopritore e lanciatore di talenti, anche con poco budget
“Sono il signor Corvino, risolvo problemi”. Il "Corvo" e una storia da romanzo: dall’Aeronautica al calcio

Dove c’è Pantaleo Corvino c'è talento, risultati, futuro. Da Casarano a Lecce, da Firenze fino a Bologna, il dirigente salentino ha sempre dato prova di saperci fare. Titoli di vario genere a livello di settore giovanile, più una sequenza di qualificazioni europee sempre con un monte ingaggi nella norma. L'elenco delle scoperte di Corvino è lungo: parte dal Salento quando lanciò nel professionismo Vucinic (poi passato da Roma e Juve), Ledesma e Bojinov, giusto per segnalarne tre di talento. Stesso discorso nel suo trascorso a Firenze: nella sua Fiorentina nacquero diversi gioielli, come per esempio Jovetic, Bernardeschi, Babacar, Chiesa, Castrovilli, Vlahovic e chi più ne ha più ne metta. Calciatori che erano all’epoca in fase di esplosione e che oggi sono affermati in giro per l’Italia e l’Europa: segno che Corvino lavora soprattutto in ottica futura.

Riavvolgiamo il nastro. Chi è Pantaleo Corvino? Da giovane avrebbe voluto fare il calciatore: giocava nei Diavoli Neri, una squadra di Lecce, da mediano incontrista, quindi più portato all’interdizione che alla costruzione del gioco. Ma il giovane Pantaleo capii subito che in campo non avrebbe avuto successo: e a 17 anni, con papà Antonio malato, entrò in Aeronautica (la sua base era a Galatina presso il 61° Stormo). Nel calcio, però, teneva sempre un piede, facendo il ds della Gioventù Vernole, squadra del suo paese, che portò dalla Terza alla Prima categoria. E poi ancora a Scorrano (cinque anni), sino alla chiamata di Filograna nel Casarano (dieci anni): a quel punto, nell’89, decise di cambiare vita. Aveva 39 anni e, con moglie e tre figli a carico, lasciò l’Aeronautica, cominciando a mantenersi con una pensione di appena 700.000 lire. Proprio a Casarano è stato protagonista di importanti risultati, incredibili scoperte (su tutte Fabrizio Miccoli) e attenta amministrazione manageriale. Successivamente Corvino approda al Lecce: le promozioni, la scoperta di tanti giovani talenti, la grande occasione della Fiorentina di Della Valle e l’addio al Salento. Poi Bologna e ancora Firenze. Dopo diversi anni l’uomo originario di Vernole è tornato da profeta in patria ovvero sia nel Lecce. Per lui c’è stato fin da subito tanto lavoro da fare. Prende in mano il club giallorosso dopo una retrocessione (che ha lasciato sia nel parco calciatori, ma anche nel bilancio societario, solo ed esclusivamente disastri tecnico/economici) e dopo soli due anni confeziona il capolavoro: promozione in Serie A con un monte ingaggi da 4 milioni netti con calciatori giovani presi a prezzi accessibili (vedi Hjulmand pagato 100 mila euro con valore attuale che si aggira sui 20 milioni, Gendrey 30 mila o Helgason 40 mila).

In questa stagione è iniziata la sua nuova sfida: ricostruzione e nuovi talenti da lanciare con un budget di mercato non superiore a tutti gli altri club di Serie A. E allora ecco Corvino che in pochissimo tempo è riuscito a modellare una squadra con 15 milioni di euro lordi di monte ingaggi e diversi calciatori pronti ad esplodere nel calcio che conta. Partiamo dal difensore Federico Baschirotto: arrivato dall’Ascoli per una cifra che si aggira intorno ai 200 mila euro: contro l’Inter è risultato uno dei migliori in campo. Il suo ingaggio? 120 mila euro netti (Lukaku ne percepisce, netti, 8.5 milioni). Passiamo a centrocampo: tralasciando l’ormai noto Morten Hjulmand (monitorato da diversi top club) ecco Joan Gonzalez: contro l’Inter, il ventenne spagnolo sembra aver fatto rispettare in pieno l’identikit del giovane pronto al salto di qualità. Il suo stipendio? Ventimila euro netti a stagione. Sempre in mezzo al campo occhio ad un altro colpo in puro stile Corvino. Si tratta di Daniel Samek, considerato uno dei talenti più puri della nuova generazione ceca. In attacco occhio ad Assan Ceesay, l’uomo che con l’Inter è stato in grado di rispondere a Lukaku e fissare il risultato provvisorio sull’1-1. Corvino lo ha scovato in Svizzera, ovvero allo Zurigo, e portato a Lecce a parametro zero. Lameck Banda è, invece, l’ultimo della lunga lista del “Corvo”. Dribbling rapidi e galoppate con il pallone incollato al piede, come se fosse un prestigiatore concesso al mondo del pallone. Al Lecce è servito l’intervento di un professionista per risolvere tutti i suoi problemi. Una persona che sappia gestire il tutto con tante idee e pochi denari. A Sticchi Damiani, presidente del Lecce, è bastata una sola telefonata per chiedere aiuto e solo due anni per ritornare in A. Chi c’era dall’altra parte della cornetta? Proprio lui: «Sono il signor Corvino, risolvo problemi».

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