Dal nostro inviato
CARNAGO. C’è la Juve e Sinisa Mihajlovic si gioca tutto. «Sicuramente incontriamo la squadra più forte nel nostro momento più difficile. E questo ti fa tremare i polsi o gonfiare il petto. Questa è la partita per ripagare i nostri tifosi e per vivere questo finale di stagione in modo differente. Io rispetto la Juve per la rabbia, la personalità e la voglia di vincere che hanno: da questo punto di vista sono un esempio per tutti. D’altronde se non hai queste qualità non puoi vincere quattro scudetti di fila. Il ritiro ci è servito per parlarci, spiegarci e confrontarci oltre che per correggere gli errori e spero che la squadra, al di là del risultato, non sbagli atteggiamento. Mi spiace non aver trovato continuità e devo dire che un anno al Milan è valso come cinque da altre parti perché ho fatto di tutto per trovare le soluzioni giuste. Pensavo di avere svoltato poi, improvvisamente ci siamo persi. Ora ci aspettano partite importantissime in cui dovremo dare tutto: la Juve è più forte ma io non sono mai andato in campo pensando di non poter vincere la partita. Noi, ripeto, dobbiamo cambiare marcia e cercare continuità: il nostro non è un problema di gambe, ma di testa e di spirito».
In caso di ko, potrebbe arrivare l’esonero per Sinisa: «Come tutti gli allenatori sono giudicato dai risultati: se nelle prossime partite faremo schifo, giusto paghi l’allenatore. Se mi riconfermerei? Io non darò mai le dimissioni perché ho la coscienza pulita e la consapevolezza di aver provato tutto, poi magari si poteva fare di più ma, come ho sempre detto, un allenatore viene giudicato in base ai risultati che ottiene. Come dice Trap: ci sono due tipi di allenatori, quelli esonerati e quelli che lo saranno. E io non mi fascio la testa prima di rompermela. Se baratterei un pareggio con la vittoria della Coppa Italia? Io non faccio baratti, gioco sempre per vincere e poi i conti si faranno alla fine... Se si arriva alla fine. E’ chiaro poi che, in generale, per fare le cose come si deve bisogna programmare da marzo per l’anno successivo».
MILAN-JUVE, LA JOINT-VENTURE NON C'È PIÙ
Pesa tantissimo l’assenza di Niang: «Il suo lavoro è diverso da quello di tutti gli altri attaccanti, ma non è un problema solo l’assenza di Niang piuttosto è l’aver affrontato le gare senza la giusta determinazione». Postilla su Balotelli: «Sa che queste sono le partite in cui si gioca la conferma e, più tempo passa, meno tempo ha. Galliani ha detto che “Mario non si merita la conferma” ed è normale perché ha giocato poco e, quando lo ha fatto, non ha fatto quanto ci si aspettava da lui».