Milan-Ibrahimovic, addio che brucia: non potrà farlo dal campo

Lo svedese ci ha provato, ma non sarà della partita con il Verona: ultima stagione da dimenticare tra malanni e infortuni

La speranza è sempre l’ultima a veder spegnere la sua fiamma, ma sono davvero ridotte al minimo le chance di vedere Zlatan Ibrahimovic domenica sera in campo contro il Verona. La lesione al gemello mediale del polpaccio destro, palesatasi durante la partita contro il Lecce, è stata la mazzata finale su una stagione dove gli infortuni sono stati pesanti da smaltire, la sua kryptonite. Nemmeno «dio Zlatan» ha potuto nulla contro i segnali d’usura che il tempo ha presentato, costringendolo a un ruolo sempre più marginale, fino a tenerlo fuori dal rush finale della stagione. Già a febbraio, quando venne escluso dalla lista Champions in quanto non ancora a posto con il ginocchio operato, si era capito che l’andazzo sarebbe stato lontano dalle aspettative e il gol contro l’Udinese potrebbe essere davvero l’ultimo con la maglia del Milan. Perché nonostante Zlatan sia considerato un idolo assoluto da tutto l’universo milanista, è evidente come il cammino almeno come calciatore sia arrivato al termine.

Come Van Basten

Difficile dire se ci sarà un saluto ai tifosi al termine della partita con il Verona, rievocando quello di Marco Van Basten nella calda sera del 18 agosto 1995, quando anche i piloni di San Siro piansero per l’addio al calcio del “cigno di Utrecht”, che sarebbe poi stato allenatore di Ibrahimovic all’Ajax e poi suo modello di riferimento quando Fabio Capello impose a Ibra di vedere i nastri vhs di Van Basten per capire cosa gli mancasse. Zlatan non ha mai parlato pubblicamente della possibilità di smettere, ma l’idea che sia il suo corpo a indicargli la via gli ha messo paura. Si, anche Ibra ha paura e fa un certo effetto scriverlo e captarlo. Nei prossimi giorni probabilmente emergerà qualcosa sul fatto che ci possa essere un “cerimoniale” per lui davanti alla sua gente, davanti alla tifoseria che lo ha amato più di tutti e che lo ha eletto a suo condottiero sia nella prima avventura sia, soprattutto, nella seconda, quando l’attaccante svedese è tornato per risollevare il Milan. Se gli avessero convalidato la rete segnata il 22 maggio 2022 a Reggio Emilia nel finale di Sassuolo-Milan forse avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di fermarsi da vincitore, ma quel gol non assegnato probabilmente è stato uno dei fattori che lo hanno portato a cercare un rientro che era una sfida pura contro l’età e il suo fisico. Ha provato una corsa contro il tempo, ma questa volta l’obiettivo non sarà raggiungibile.

I piani futuri

Ma cosa ci sarà nel futuro di Ibrahimovic? Lo svedese è sempre stato un imprenditore in grado di differenziare gli investimenti e ha puntato sempre molto sulla sua immagine. Nei giorni scorsi ha seguito da vicino l’ultimazione dei lavori del suo Padel Zenter che aprirà a Segrate, ma sul tavolo ha sempre la proposta da parte di Enzo Raiola, che ha seguito dopo la separazione da Rafaela Pimenta, di entrare a far parte del “Team Raiola”. Anche se nei mesi scorsi si eraaccennato alla possibilità che Ibra possa rimanere dentro al Milan con un ruolo di connessione tra campo e area sport. Adriano Galliani, prima della presentazione del suo libro, ha parlato di questa ipotesi: «Stiamo parlando di cose romantiche, di sentimenti, non pensiamo allo staff del Milan. Ci penserà Paolo Maldini e chi di dovere» e nei mesi scorsi si era parlato anche di un interessamento del Monza per Zlatan. Tutte ipotesi valide, ma delle quali in questo momento non c’è ancora nessuna certezza, anche perché al termine della stagione lo svedese dovrà decidere se la fine della sua avventura al Milan coinciderà anche con la fine della sua carriera. Probabilmente Ibrahimovic avrebbe immaginato un finale diverso, magari segnando sotto la Sud e spalancando le braccia, come ha fatto tante volte.

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