Pioli studia come tenersi il Milan: la svolta Europa e il metodo Inzaghi

A fine stagione sarà tempo di scelte per Cardinale: il legame con Ibrahimovic importante, ma serve un rilancio per trovare la conferma

Guardare nel giardino altrui è sempre un po’ antipatico, ma Stefano Pioli sembra davvero rivivere in fotocopia quanto ha provato sulla propria pelle Simone Inzaghi nell’ultima stagione. Soltanto la conquista di una posizione in Champions e il grande cammino fino alla finale di Istanbul hanno permesso all’allenatore non solo di salvare il posto di lavoro all’Inter, ma addirittura di meritarsi il rinnovo.

Pioli, Cardinale da convincere

Ecco, Pioli, dopo l’uscita dalla Champions (una botta economica da oltre cento milioni, considerato che è pure sfumata la possibilità di conquistare il pass per il nuovo Mondiale per club voluto dalla Fifa) ha un piede fuori da Milanello ma - proprio come il collega nell’ultima stagione - grazie a un grande cammino in Europa League (competizione mai vita dai rossoneri) e, ça va sans dire, arrivando tra le prime quattro in campionato, potrebbe rimettere le cose a posto e convincere Gerry Cardinale a puntare ancora su di lui. In tal senso il rapporto con Zlatan Ibrahimovic è senza dubbio un jolly da sfruttare.

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Il Milan e l'Europa League

Tuttavia, essendo molto alte le aspettative da parte della proprietà (come ammesso in più di una occasione proprio dallo stesso Pioli) occorrerà una rapida sterzata per rendere più sereno il clima intorno al Milan. Obiettivo primario è trovare continuità in campionato e, in tal senso, la fine dell’alternanza con la Champions può aiutare (stesso discorso per il rosario di infortuni che ha condizionato la prima parte della stagione). Poi si tornerà a pensare alle Coppe e la vittoria - seppur amara - a St. James’s Park - ha dimostrato come il Milan, una volta metabolizzata la retrocessione nella seconda competizione Uefa, abbia tutto per fare strada in Europa League.

Pioli e il precedente Rangnick

Questo non vuol dire che, al momento, l’andamento della stagione non sia pesantemente negativo per Pioli: il Milan dopo appena quindici giornate di campionato si trova in un limbo, è a -9 dall’Inter capolista ma conserva comunque 4 punti di vantaggio sulle quarte (Roma e Bologna); mentre sul cammino in Champions tutto è stato detto e scritto, dalla quantità di occasioni sciupate a San Siro con il Newcastle fino alla consapevolezza di aver perso la qualificazione non con il Psg ma contro il Borussia Dortmund, avversario senz’altro più malleabile. Non esattamente il miglior biglietto da visita da presentare a Cardinale che in estate, dopo il licenziamento di Maldini e Massara, aveva reso ancora più centrale nel progetto il ruolo di Pioli. Il quale è atteso ora da una nuova missione: riconquistare la fiducia della proprietà e, con essa, la possibilità di proseguire la sua parabola in rossonero. Nulla di nuovo sotto il sole per uno che è riuscito a convincere Elliott a fare marcia indietro su Rangnick.

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Guardare nel giardino altrui è sempre un po’ antipatico, ma Stefano Pioli sembra davvero rivivere in fotocopia quanto ha provato sulla propria pelle Simone Inzaghi nell’ultima stagione. Soltanto la conquista di una posizione in Champions e il grande cammino fino alla finale di Istanbul hanno permesso all’allenatore non solo di salvare il posto di lavoro all’Inter, ma addirittura di meritarsi il rinnovo.

Pioli, Cardinale da convincere

Ecco, Pioli, dopo l’uscita dalla Champions (una botta economica da oltre cento milioni, considerato che è pure sfumata la possibilità di conquistare il pass per il nuovo Mondiale per club voluto dalla Fifa) ha un piede fuori da Milanello ma - proprio come il collega nell’ultima stagione - grazie a un grande cammino in Europa League (competizione mai vita dai rossoneri) e, ça va sans dire, arrivando tra le prime quattro in campionato, potrebbe rimettere le cose a posto e convincere Gerry Cardinale a puntare ancora su di lui. In tal senso il rapporto con Zlatan Ibrahimovic è senza dubbio un jolly da sfruttare.

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