MILANO - Ci sono due dati che possono aiutare a trovare qualche spiegazione per il numero in costante aggiornamento degli infortuni muscolari del Milan: 21 in questa stagione dopo il ko di Tomori. È il problema principale in questo momento, al punto da mettere a rischio la permanenza di Stefano Pioli, considerato l'unico responsabile, insieme al suo staff, di una situazione che in realtà coinvolge tutto il club (gli infortuni erano tanti anche nelle scorse stagioni, ma non a questi livelli). Il primo fattore è ricavabile dall'andamento del Milan in campionato: sette vittorie nelle prime otto giornate, appena tre nelle successive nove. La squadra è partita forte, soprattutto nei primi tre turni quando i giocatori volavano: 8 gol fatti, appena 2 subiti.
Quindi la preparazione estiva ha permesso di scattare velocissimo dai blocchi. Positivo nel breve, ma non nel medio-lungo periodo: non è stato possibile caricare molto sulla forza perché sono stati effettuati tanti nuovi acquisti, molti aggregati ad agosto, quasi tutti presi dall’estero, alcuni con una storia di infortuni alle spalle (Loftus-Cheek e Pulisic, due dei tre titolari inseriti subito).
Milan, gli infortuni ai tendini: Thiaw, Pobega e Kalulu
Una conferma potrebbe arrivare dal ripetersi di infortuni che interessano i tendini: Thiaw, Pobega e Kalulu. Era indispensabile partire bene perché la proprietà aveva cambiato tutto in estate: i dirigenti promossi hanno sostenuto un mercato molto ricco che doveva subito produrre frutti. Senza dimenticare l’enfasi posta sul calendario troppo difficile all’inizio. Con il risultato che il Milan ha cominciato a frenare quando gli avversari sono diventati più abbordabili. La rivoluzione estiva ha spinto anche a modificare l’atteggiamento tattico, diventato più spregiudicato. Conseguenza naturale della decisione di puntare su un tridente più offensivo, senza il bilanciamento di un esterno destro più incline alla copertura, come Saelemaekers ceduto frettolosamente. Cosi la squadra è diventata meno compatta.
Milan, la seconda statistica
Qui entra in scena la seconda statistica: il Milan è la 13ª squadra di Serie A per chilometri percorsi, ma è la 5ª per corsa di scatto. Nessun’altra ha una differenza così marcata tra le due graduatorie: la Lazio è 1ª in entrambe le voci, il Frosinone 2° per scatti e 7° per chilometri percorsi, l’Inter 3ª e 6ª, l’Empoli 4ª e 5ª. Quindi i giocatori del Milan devono cambiare marcia più di tutti. A maggior ragione i centrali difensivi rimasti senza la protezione degli anni passati: non a caso si sono fatti tutti male. Sono cause che coinvolgono scelte strategiche di progettazione della squadra, effettuate dal club, non solo da Pioli. Ed entra in gioco l’organizzazione complessiva delle aree che vigilano sugli infortuni: raccolta dati, riatletizzazione, settore medico. Invece, sembra che la responsabilità sia solo dell’allenatore e del suo staff.