Sos Leao, serve la "cura Capello" che aiutò Ibrahimovic alla Juve

Il portoghese finora non ha saputo incidere nel Milan: in campionato ha segnato solo 3 gol e pare patire l’assenza dello svedese, ma Zlatan ora è tornato

MILANO - Le statistiche nel calcio possono essere lette in maniera differente e hanno spesso un valore diverso rispetto ad altri sport, ma ci sono dei numeri che sono indiscutibili. In questo caso, pesanti come macigni. E riguardano Rafael Leao, senza dubbio la stella del Milan, il giocatore scelto dalla proprietà come uomo copertina della squadra quando l’estate scorsa gli ha rinnovato il contratto con un ingaggio da top player (7), affidandogli l’iconica maglia numero 10. Leao in questo campionato ha segnato solamente 3 gol in 17 apparizioni. Un bottino magrissimo, insufficiente per un giocatore delle sue qualità che nello scorso torneo di Serie A concluse con 15 reti.

Per altro, come ormai arcinoto, Leao in campionato non segna da tre mesi e mezzo: l’ultima gioia risale addirittura al 23 settembre, Milan-Verona 1-0. Ma c’è un dato che fa ancora più impressione: Leao non tira in porta. O meglio, lo fa - non tantissimo pensando al suo ruolo -, ma non c’entra lo specchio. Nelle scorse annate la crescita tecnica e di personalità di Leao era stata accompagnata dalla presenza in campo e nello spogliatoio di Zlatan Ibrahimovic: lo svedese fin dal gennaio 2020 aveva preso il portoghese sotto la sua ala e fra bastone e carota lo aveva indirizzato sulla strada giusta. È come se l’addio di Ibra, avesse rallentato la crescita di Leao. In questo senso, oltre a tutto quello che Zlatan potrà fare per il club e Pioli, chissà che non torni in soccorso di un giocatore che lui stesso qualche mese fa aveva definito "un genio". Come? Con la cura Fabio Capello.

Leao, i numeri sono disarmanti

I dati relativi alle conclusioni in porta di Leao sono davvero disarmanti. Dopo quel Milan-Verona, Leao ha calciato 25 volte in 12 partite, ma ha trovato lo specchio solamente in 3 - tre! - circostanze: contro la Lazio il 30 settembre, contro il Genoa il 7 ottobre e contro il Napoli il 29 ottobre. Stop. Dunque dopo la sfida del Maradona, Leao in Serie A non ha più impegnato un portiere avversario. Clamoroso. Anche perché nel frattempo, il portoghese ha giocato sei gare, più lo spezzone iniziale della sfida col Lecce dove si infortunò rimanendo fermo ai box per un mese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leao e la cura Capello

In Serie A Leao occupa la 64ª posizione nella categoria “tiri in porta” con un misero 8. Come lui il compagno di squadra Theo Hernandez, che di ruolo però fa il terzino o a volte il difensore centrale; centrocampisti come Mazzitelli e Ilic, Sottil della Fiorentina, che ha giocato solo 465 minuti contro i 1.231 del portoghese. Guardando altri esterni d’attacco, in tantissimi hanno fatto meglio di Leao, compresi giocatori di piccole squadre come Banda (19) o Candreva (15). Ecco dunque dove potrebbe intervenire Ibrahimovic, nel migliorare la mira dell'ex compagno di squadra ricordandosi quello che nel 2004 fecero con lui Capello e Italo Galbiati quando sbarcò alla Juventus. I protagonisti hanno spesso ricordato cosa accadde, questo il racconto di Ibra nel suo libro "Adrenalina": "Galbiati mi metteva ogni giorno davanti alla porta e facevo cinquanta tiri: pam, pam, pam. Se sbagliavo mi provocava: "Lo vedi? Non ce la fai". Ogni giorno così, per sei-otto mesi e alla fine sono diventato una macchina da gol". Ecco, il Milan avrebbe bisogno che Leao diventasse qualcosa di simile.

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MILANO - Le statistiche nel calcio possono essere lette in maniera differente e hanno spesso un valore diverso rispetto ad altri sport, ma ci sono dei numeri che sono indiscutibili. In questo caso, pesanti come macigni. E riguardano Rafael Leao, senza dubbio la stella del Milan, il giocatore scelto dalla proprietà come uomo copertina della squadra quando l’estate scorsa gli ha rinnovato il contratto con un ingaggio da top player (7), affidandogli l’iconica maglia numero 10. Leao in questo campionato ha segnato solamente 3 gol in 17 apparizioni. Un bottino magrissimo, insufficiente per un giocatore delle sue qualità che nello scorso torneo di Serie A concluse con 15 reti.

Per altro, come ormai arcinoto, Leao in campionato non segna da tre mesi e mezzo: l’ultima gioia risale addirittura al 23 settembre, Milan-Verona 1-0. Ma c’è un dato che fa ancora più impressione: Leao non tira in porta. O meglio, lo fa - non tantissimo pensando al suo ruolo -, ma non c’entra lo specchio. Nelle scorse annate la crescita tecnica e di personalità di Leao era stata accompagnata dalla presenza in campo e nello spogliatoio di Zlatan Ibrahimovic: lo svedese fin dal gennaio 2020 aveva preso il portoghese sotto la sua ala e fra bastone e carota lo aveva indirizzato sulla strada giusta. È come se l’addio di Ibra, avesse rallentato la crescita di Leao. In questo senso, oltre a tutto quello che Zlatan potrà fare per il club e Pioli, chissà che non torni in soccorso di un giocatore che lui stesso qualche mese fa aveva definito "un genio". Come? Con la cura Fabio Capello.

Leao, i numeri sono disarmanti

I dati relativi alle conclusioni in porta di Leao sono davvero disarmanti. Dopo quel Milan-Verona, Leao ha calciato 25 volte in 12 partite, ma ha trovato lo specchio solamente in 3 - tre! - circostanze: contro la Lazio il 30 settembre, contro il Genoa il 7 ottobre e contro il Napoli il 29 ottobre. Stop. Dunque dopo la sfida del Maradona, Leao in Serie A non ha più impegnato un portiere avversario. Clamoroso. Anche perché nel frattempo, il portoghese ha giocato sei gare, più lo spezzone iniziale della sfida col Lecce dove si infortunò rimanendo fermo ai box per un mese.

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