Milan, visto De Ketelaere? Così è rinato a casa dell’Atalanta

A Bergamo ci sono meno pressioni che in rossonero, ma grande merito va dato a Gasperini che gli ha dato fiducia e gli ha cambiato ruolo
Milan, visto De Ketelaere? Così è rinato a casa dell’Atalanta© Getty Images

Più che un rimpianto, una scelta fatta con giudizio. Del resto Charles De Ketelaere al Milan è rimasto una stagione prima che il club prendesse una decisione che in via Aldo Rossi è reputata ancora adesso come quella corretta: il Milan non può aspettare un giocatore. Anche se il ragazzo sicuramente aveva delle qualità tecniche, ma a livello di personalità, il rossonero sembrava schiacciarlo, impedendogli di mostrare tutto il suo talento. Quello che ora si sta godendo l’Atalanta.

Squadra dove il belga è approdato quest’estate e dove sta facendo molto bene: nell’ultima partita contro la Lazio prima doppietta in Serie A e assist servito a Pasalic. Una piazza diversa da Milano, dove tanti giocatori hanno dimostrato di poter crescere bene. Numeri alla mano, è quello che sta succedendo a Charles. Che alla Dea ha convinto tutti: infatti sembra ormai una pura formalità che a fine anno la società decida di riscattare il giocatore. 

Il rimpianto dei tifosi rossoneri

Arrivato in estate in prestito oneroso, De Ketelaere costerà (quando l’operazione andrà in porto) 22 milioni più 4 di bonus. Soldi preziosi che arriveranno nelle casse del Milan e che finanzieranno il prossimo mercato - oltre che produrre una plusvalenza di 6 milioni a bilancio. Intanto però il dibattito, soprattutto tra i tifosi, è aperto: sarà stata una buona idea lasciarlo andare così presto? Perché che dal giovane talento arrivato dal Bruges ci si aspettasse tanto (nemmeno il tempo di vederlo all’opera e già era per tutti il nuovo Kakà) è certo.

Anche per il costo non proprio contenuto del cartellino: 36.5 milioni, si legge nei bilanci del Milan. Per quanto fatto vedere agli ordini di Pioli, di certo De Ketelaere sembrava una promessa non mantenuta. Solo che poi è bastato che si rimettesse una maglia nerazzurra addosso (stessi colori del Bruges) e la musica è cambiata. Il belga è tornato a essere quel giovane talentuoso che aveva stregato Maldini, al quale non è mai stato perdonato di aver toppato l’acquisto. Qualche mese dopo, però, più di un osservatore direbbe che Maldini non aveva visto male. 

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La rinascita con Gasp

Di certo nella rinascita del giocatore ha avuto un ruolo molto importante anche Gasperini. Perché va bene Bergamo, la piazza più piccola, gli obiettivi del club ambiziosi ma un po’ meno di quelli del Milan, la possibilità di sbagliare in santa pace, senza venire messo in discussione ogni volta che un gol non entra o che si sbaglia una giocata - detto in poche parole: la possibilità di crescere con meno pressioni. Tutti aspetti molto importanti, vero. Solo che poi c’è il Gasp, allenatore esperto che dopo aver visto le qualità del belga ha deciso non solo di dargli fiducia, ma di metterlo in una posizione del campo diversa da quella che occupava al Milan.

Per Pioli, De Ketelaere era un giocatore da mettere dietro alla punta nel 4-2-3-1. Per Gasperini è proprio una punta, da schierare in vari modi: di fianco a un ariete come Scamacca, appena dietro o addirittura come falso nove - e pure lì Charles funziona benissimo. Lo dicono i numeri: 9 gol in stagione tra tutte le competizioni, più 7 assist. Oltretutto come attaccante De Ketelaere è in parte sgravato da quegli obblighi di copertura che rappresentavano uno dei suoi punti deboli, nell’avventura milanista. Un anno che gli è servito comunque per crescere, dice il belga con un sorriso. Ma che ora sembra essersi messo alle spalle per esplodere altrove.  

Carnesecchi rinnova

A proposito di giovani che crescono all’Atalanta: Marco Carnesecchi è stato blindato dal club bergamasco e ha firmato un rinnovo fino al 2028. Carnesecchi, titolare oltre che in nerazzurro anche in nazionale Under 21, è uno dei giocatori del parco atalantino che più facevano gola alle big sul mercato, ma il club, che in estate dovrebbe salutare Musso (nel mirino pure dell’Inter per il ruolo di vice Sommer), ha deciso di anticipare i tempi e prolungare l’accordo con il ragazzo.

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Più che un rimpianto, una scelta fatta con giudizio. Del resto Charles De Ketelaere al Milan è rimasto una stagione prima che il club prendesse una decisione che in via Aldo Rossi è reputata ancora adesso come quella corretta: il Milan non può aspettare un giocatore. Anche se il ragazzo sicuramente aveva delle qualità tecniche, ma a livello di personalità, il rossonero sembrava schiacciarlo, impedendogli di mostrare tutto il suo talento. Quello che ora si sta godendo l’Atalanta.

Squadra dove il belga è approdato quest’estate e dove sta facendo molto bene: nell’ultima partita contro la Lazio prima doppietta in Serie A e assist servito a Pasalic. Una piazza diversa da Milano, dove tanti giocatori hanno dimostrato di poter crescere bene. Numeri alla mano, è quello che sta succedendo a Charles. Che alla Dea ha convinto tutti: infatti sembra ormai una pura formalità che a fine anno la società decida di riscattare il giocatore. 

Il rimpianto dei tifosi rossoneri

Arrivato in estate in prestito oneroso, De Ketelaere costerà (quando l’operazione andrà in porto) 22 milioni più 4 di bonus. Soldi preziosi che arriveranno nelle casse del Milan e che finanzieranno il prossimo mercato - oltre che produrre una plusvalenza di 6 milioni a bilancio. Intanto però il dibattito, soprattutto tra i tifosi, è aperto: sarà stata una buona idea lasciarlo andare così presto? Perché che dal giovane talento arrivato dal Bruges ci si aspettasse tanto (nemmeno il tempo di vederlo all’opera e già era per tutti il nuovo Kakà) è certo.

Anche per il costo non proprio contenuto del cartellino: 36.5 milioni, si legge nei bilanci del Milan. Per quanto fatto vedere agli ordini di Pioli, di certo De Ketelaere sembrava una promessa non mantenuta. Solo che poi è bastato che si rimettesse una maglia nerazzurra addosso (stessi colori del Bruges) e la musica è cambiata. Il belga è tornato a essere quel giovane talentuoso che aveva stregato Maldini, al quale non è mai stato perdonato di aver toppato l’acquisto. Qualche mese dopo, però, più di un osservatore direbbe che Maldini non aveva visto male. 

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