Pioli, uno stop che fa male. E Cardinale si interroga

L’allenatore deve trovare un posto in Champions e fare un bel cammino in Europa League, altrimenti si andrà al divorzio nonostante un contratto fino al 2025

L’indice delle azioni di Stefano Pioli sul mercato azionario di Milanello, da domenica sera, ha subito un brusco ribasso nel loro valore. La sconfitta con il Monza, che arriva dopo un bel filotto di risultati utili in campionato, non è piaciuta a nessuno, né dentro il club né ai tifosi (presenti in massa anche a Monza e non solamente nel settore a loro dedicato), con quest’ultimi che sono tornati - nella loro maggioranza - a chiedere la testa dell’allenatore parmigiano al termine della stagione. Sarà così fino alla bandiera a scacchi dell’annata sportiva, perché solo allora la dirigenza - a cominciare da Gerry Cardinale - tirerà le somme e farà le valutazioni del caso. La calendarizzazione della pagella finale di Pioli è messa alla fine delle partite proprio perché, a oggi, c’è ancora un doppio obiettivo da centrare: la qualificazione alla prossima edizione della Champions League e la salvaguardia del cammino in Europa League, dove il Milan si candida a essere considerata una delle squadre favorite per arrivare alla finale di Dublino.

Un trofeo per la conferma

Vincere un trofeo non è mai facile, ma Pioli oggi vive in una condizione non facile nella quale barcamenarsi, perché il suo Milan dà la sensazione di poter vincere con tutti e, allo stesso tempo, di poter perdere contro chiunque. Una condizione dettata dal modo di giocare della squadra, figlia della sua idea di calcio, che è spesso votata all’attacco anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Il cammino, dopo il ko dell’U-Power Stadium di domenica sera, adesso si arricchisce di nuove pendenze per cercare di arrivare a strappare la conferma anche per la prossima stagione, che potrebbe diventare realtà qualora, oltre al piazzamento Champions, il Milan dovesse davvero arrivare a mettere le mani sull’Europa League. Una sconfitta in finale, probabilmente, peserebbe tantissimo a livello ambientale.

Contratto in scadenza per Pioli

In più ci sono altri punti da tenere in considerazione. Il primo è quello oggettivo che è dettato dal contratto in scadenza il 30 giugno 2025. Iniziare una nuova stagione con un allenatore non solido a livello contrattuale, nella mentalità italiana, vorrebbe dire dar vita a un cammino con una guida instabile. Il secondo punto è legato al problema degli infortuni, che in questa fase della stagione sembra aver smesso di tormentare il Milan ma che, tra fine autunno e inizio inverno, ha decimato la rosa in maniera talmente profonda che Pioli è dovuto ricorrere a Primavera di valore come Simic e Jimenez, oltre a rispolverare Chaka Traoré, per sopperire alle assenze, specie nel reparto dei difensori centrali. Quello che potrebbe succedere in caso di una nuova sequenza di stop prolungati è chiaro a tutti, con l’aria che diventerebbe irrespirabile a Milanello e non solo, con la psicosi che ripartirebbe a galoppare selvaggia. Infine l’aspetto empatico con i tifosi. I tempi del “Pioli is on fire” sono un lontano ricordo e San Siro, da settimane, è molto meno caldo rispetto a prima.

Conte o Motta, la scelta dei tifosi

Insomma, da più parti si leggono segnali di un ciclo che si appresta a scrivere i titoli di coda, ma nel caso in cui il Milan opti per il cambio di allenatore, sarebbe necessario un segnale forte da parte di proprietà e dirigenza verso la piazza. I tifosi hanno eletto, al vertice della loro scala di gradimento, Antonio Conte come il nome in grado di riaccendere la fiamma dell’entusiasmo, che oggi arde con meno candore. Anche Thiago Motta sarebbe visto di buon occhio e la cavalcata del suo Bologna, tra punti fatti, gioco espresso e valorizzazione dei giocatori a disposizione, è qualcosa che non può non essere tenuto in considerazione da Ibrahimovic, Furlani, Moncada e D’Ottavio. Difficile puntare a De Zerbi (è nel mirino di alcune big di Premier), non ha scaldato il nome di Lopetegui (che rimane nel novero dei candidati), ma Cardinale e i suoi uomini, oltre che sul mercato, saranno chiamati a fare una scelta importante per la panchina del Milan.

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