MILANO - Rafa Leao va verso la sua terza panchina consecutiva in Serie A. Un evento per il portoghese visto che non gli accade dal maggio 2021. All’epoca, finale di stagione ’20-21, Leao non era ancora un titolare fisso e Pioli, per centrare la zona Champions e il secondo posto alle spalle dell’Inter di Conte, scelse di schierare da ala sinistra nel suo 4-2-3-1 addirittura Calhanoglu. Leao rimase in panchina con la Juventus e subentrò per 20 e 45 minuti rispettivamente con Torino e Cagliari. Dopodiché, Leao non ha mai cominciato fuori dall’undici titolare per tre partite di fila in campionato. Adesso Paulo Fonseca ha deciso che per lui è normale escludere Leao dalla formazione titolare, che il Milan può giocarsela anche senza il suo numero 10, il giocatore più pagato della rosa. Ieri ha provato Okafor a sinistra nel trio di trequartisti alle spalle di Morata e Leao sarà ancora un’arma da gettare nella mischia nella ripresa. Il caso, che ne voglia o no Fonseca e che venga minimizzato dai dirigenti - ovvero Ibrahimovic - in quelle rare occasioni in cui parlano, è certificato.
Fonseca-Leao: il caso è aperto
E per Fonseca questa non può che rivelarsi una scelta forte e decisiva per il suo destino al Milan, perché escludere quello che viene ritenuto - a torto o ragione - il giocatore più rappresentativo di questa squadra, non può che diventare un motivo di valutazione su un allenatore che continua a vivere sul filo. Quando sembrava pronto a cadere, Fonseca ha saputo rialzarsi, vedi il successo nel derby, però ora è nuovamente di fronte a un bivio. Il ko con Napoli ha disegnato una classifica che non può piacere al club: il Milan, seppur con una gara in meno, è ottavo in classifica, a meno 11 dal Napoli. Lo scudetto, obiettivo più volte dichiarato e ribadito recentemente dallo stesso Fonseca, sembra un traguardo oggi irraggiungibile. Ma al di là del primo posto, il Milan non riesce a trovare continuità. Il tempo passa e prima o poi andrà tirata una riga. In questo senso la forte presa di posizione su Leao - che starebbe iniziando a guardarsi attorno, già per gennaio se le cose non dovessero cambiare... - rischia di rivelarsi un boomerang per l’allenatore soprattutto se non dovessero arrivare risultati.