MILANO - La polvere, ormai, è uscita da sotto il tappeto e non si può più nascondere. Tra Rafael Leao e Paulo Fonseca non c’è un grande feeling e questo non è più né un rumors né uno spoiler, ma è un dato di fatto. L’esclusione contro il Napoli ne è la certificazione di come l’allenatore e il suo numero 10 vedano le cose in maniera differente, quasi diametralmente opposta. Fonseca non transige sul concetto secondo il quale la squadra venga prima del singolo e, secondo il suo punto di vista, non ha visto quei miglioramenti che avrebbe voluto da parte di Leao nel corso di questi mesi. Internamente alle sacre mura dello spogliatoio di Milanello, in tanti si auspicavano che il rapporto tra i due connazionali potesse essere completamente diverso, confidando in una crescita ulteriore di Leao data, magari, da una comprensione più profonda – anche linguistica – da parte di Fonseca.
Tensione Fonseca-Leao: arriva Ibra
Così non è stato e il rapporto tra i due è tutt’altro che idilliaco. Fonseca, per ora, ha tenuto il punto e lo sta facendo sostanzialmente da solo, senza una presenza fissa o quasi a Milanello di qualche dirigente con il quale condividere in loco (e non via telefono) un determinato metodo e determinate scelte che coinvolgono quello che, ad oggi, è il giocatore più pagato della rosa. Dal canto suo Leao, al quale Fonseca ha chiesto lavori diversi rispetto alla gestione Pioli specie nella fase difensiva, ha provato ad applicarsi e qualche responsabilità ce l’ha sicuramente anche lui, forse troppo innamorato del lato estetico del gioco e meno di quello concreto, che poi è ciò che gli chiedono anche i tifosi da anni. Ma il punto è chiaro: così non si può andare avanti e c’è una necessità d’intervento da parte della società (ieri Ibrahimovic era a Milanello) per appianare una situazione che può diventare esplosiva.