Se la Juventus ha abbondanza di centravanti, non si può dire che al Milan di Massimiliano Allegri manchino soluzioni offensive. La più attesa ha le fattezze di Rafael Leao: le aspettative sull’impiego del portoghese da attaccante puro sono altissime da settimane. L’hype, finora, è rimasto nel cassetto a causa dell’infortunio subito ad agosto in Coppa Italia con il Bari. Nel frattempo, il Milan ha trovato dinamiche offensive che lo hanno portato a segnare - proprio come i bianconeri - 6 gol in 5 giornate. Senza Leao, che può prendersi tutto il tempo necessario a tornare al top e deve capire che il salto di qualità passa solo da lui. È il messaggio trasmesso da Allegri nelle parole della vigilia: «C’è un vecchio detto, aiutati che Dio ti aiuta. Lui ha bisogno della squadra e la squadra ha bisogno di lui. Praticamente deve ancora iniziare la sua stagione: il futuro non è nelle mie mani, ma nelle sue. Sa che è una stagione importante». Tradotto: servirà applicazione. Più che nella scorsa annata, che per il portoghese non è stata solo quella del discusso cooling break ma anche la peggiore a livello realizzativo dal 2021.
Allegri su Leao
Ma pure più che in Milan-Napoli, quando Rafa è stato ripreso in più occasioni dal livornese per l’approccio leggerino al big match. Proprio sulla scelta di buttarlo nella mischia con i campioni d’Italia è tornato Allegri, chiarendo che non avrebbe voluto farlo entrare così presto, ma è stata l’espulsione di Estupinan ad affrettare i tempi. L’altro passaggio significativo, che forse spiega ancora di più perché Leao stasera - a meno di sorprese dell’ultima ora - non partirà titolare, è legato all’andamento del Milan in questo inizio di stagione senza di lui: «Ho imparato che pensare di fare una cosa perché è arrivato il momento di cambiare non va bene. Il momento di cambiare è quando me ne accorgo». Anche in questo caso l’Allegri-pensiero è chiaro: il Milan sta andando bene, quasi benissimo, ha trovato equilibrio e risultati. Leao, per ora, è estraneo a tutto ciò: nessun dubbio che prima o poi vi rientrerà, ma i tempi non sono ancora maturi. Nulla vieta, intendiamoci, che vi sia della pretattica: l’allegrata è sempre dietro l’angolo, ma a oggi sembrano parole che fotografano il responso del campo.
Leao-Nkunku, una panchina d'oro
Nella Juve, peraltro, il portoghese non ha certo una propria vittima abituale: in carriera l’ha affrontata 12 volte. Tre vittorie e un gol segnato, a luglio 2020. Insomma, non è che il bianconero lo esalti particolarmente. Più che del fuoriclasse trascinante, a oggi nel Milan di Allegri veste soprattutto i panni dell’arma in più, del grimaldello che, con le sue sfuriate può rompere l’andamento di una gara. Una risorsa non da poco, se si considera che in panchina siederà al fianco di un altro giocatore con caratteristiche per certi versi analoghe: quel Christopher Nkunku arrivato a fine mercato e anche lui tuttora in cerca della miglior condizione, ma che proprio in Coppa Italia ha già dimostrato di poter essere metaforicamente il palloncino rosso in grado di far scoppiare di imprevedibilità l’attacco milanista. Considerando le valutazioni attuali di mercato, si potrebbe dire che Allegri abbia in panchina 100 milioni - o anche di più - di assi nella manica.