Napoli, De Laurentiis ancora contro Uefa e Fifa: "Troppo potere e mal gestito"

Le parole del presidente del club azzurro nella conferenza stampa in Prefettura il giorno dopo gli scontri tra tifosi dell'Eintracht e forze dell'ordine

"Di Uefa non parlo, perché il campionato è ancora in corso. Parlerò alla fine, non posso permettermelo ora". Lo ha detto Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, nel corso della conferenza stampa in Prefettura il giorno dopo gli scontri al centro storico della città tra tifosi dell'Eintracht e forze dell'ordine. Il presidente del club azzurro ha aggiunto: "Ieri ho visto uno spettacolo straordinario allo stadio. Ci sono alcuni napoletani che non nomino neanche, che si permettono di fare delle interviste dicendo 'Non capiamo perché De Laurentiis sia così restrittivo, c'è troppo ordine allo stadio, una volta si faceva più casino'".

Le parole di De Laurentiis

Il numero uno del Napoli ha spiegato: "Io dico sempre, il casino ve lo fate a casa vostra. Il tifo deve essere assolutamente sano, perché allo stadio ci vanno famiglie, bambini, adolescenti ai quali non bisogna assolutamente far fare un giro di passo di cocaina, fumare marijuana, né far vedere un'arma o di far vedere che in fondo 'il Napoli siamo noi', perchè questo è il leit motiv di 300 400 persone. Probabilmente ieri erano fuori come cani sciolti appresso alle forze dell'ordine e con la scusa di fronteggiarsi con i tedeschi". De Laurentiis ha dichiarato: "Occorre chiedere alla elegantissima signora Ursula von der Leyen di interessarsi del calcio. Non se ne può fare a meno. Non va bene che un organismo così importante ignori il calcio e lo lasci nelle mani di chi gode di una posizione dominante senza precedenti". 

De Laurentiis, altro attacco a Fifa e Uefa

Infine, ha concluso con un altro attacco a Fifa e Uefa dopo le frecciate di due settimane fa: "Cosa propongo? Di eliminare l'unilateralità che esiste in Europa e nel mondo. Nel calcio abbiamo Uefa e Fifa, quando si dà troppo potere a uno questo potere viene mal gestito e in maniera antidemocratica. Tutti hanno il diritto nel mondo dello sport a competere, a primeggiare e soprattutto investire".

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