Napoli, così no e Garcia, dopo il ko con la Lazio, giura: “Reagiremo”

Il secondo tempo contro i biancocelesti ha messo in mostra difetti preoccupanti: gambe pesanti, testa vuota, troppi lanci lunghi e pochissimo gioco…
Napoli 6 punti: -1© Getty Images

NAPOLI - «Abbiamo tirato 22 volte e 0 volte abbiamo preso la porta: così è complicato pareggiare, ma bisogna accettare la sconfitta. Adesso c’è la sosta e poi speriamo di recuperare tutti per la maratona che avrà inizio», l’analisi post gara di Garcia è lucida, tanto quanto sarà stata nera la sua nottata. Il primo a restare stupito di quel Napoli irriconoscibile soprattutto nel secondo tempo è stato il coach e subito dopo il presidente De Laurentiis, scuro in volto più degli occhiali da sole che non ha mai tolto durante il match perso sabato contro la Lazio. In malo modo, perché lo striminzito 1-2 non racconta tutto di una seconda frazione di gioco nel corso della quale i campioni d’Italia sono apparsi con le gambe pesanti e con la testa vuota, mai visti così sfilacciati, senza una condotta di gioco coerente, solo lanci lunghi, spesso inutili o prevedibili, e nemmeno lo straccio di quel palleggio che era diventato il marchio di fabbrica di Luciano Spalletti.

Probabilmente nemmeno Sarri avrebbe immaginato di imbattersi in un Napoli così disorientato, moscio e, dopo le due sconfitte di fila della Lazio si era preoccupato in primis di non prendere gol. Lo stesso De Laurentiis, stupito anche per gli spalti semivuoti, ha chiesto spiegazioni su quella seconda parte di gara mai vista nel biennio di marca Spalletti-Giuntoli. L’assenza di Kim è solo un falso problema e l’utilizzo al suo posto di Juan Jesus serve solo per trovare un capro espiatorio. Il tema legato alla preparazione potrebbe essere il motivo-chiave, anche se è evidente una contraddizione: un lavoro atletico iniziato quasi due mesi fa e studiato per «arrivare fino in primavera», dovrebbe portare il Napoli ad essere più lento nella prima frazione di un match e più rapido nella seconda. Giusto il contrario di quanto si è visto sabato al Maradona, con gli azzurri letteralmente crollati nel secondo tempo.

Più delle gambe pesanti, però, la sensazione è stata di una scarsa brillantezza nel palleggio, frutto di un chiaro deficit di intensità. Cioè quella che rappresentava la vera marcia in più nella gestione Spalletti, con la riaggressione che permetteva alla squadra di restare alta senza subire ripartenze. Non va trascurato, poi, l’equivoco Lobotka. Ormai non è più al centro del gioco partenopeo, con Anguissa che oggi tocca all’incirca lo stesso numero di palloni (77 contro 66) e con la conseguenza che il Napoli sia diventato meno imprevedibile. A tutto svantaggio del bomber Osimhen. Contro la Lazio Victor è risultato essere undicesimo nel report delle palle giocate: soltanto 25.

Si torna in campo a Castelvolturno per gli allenamenti senza 15 nazionali

Domani Garcia riprenderà il lavoro a Castelvolturno, però senza i 15 azzurri convocati nelle varie Nazionali. Quattro gli italiani chiamati dal loro ex allenatore Spalletti per la doppia sfida di qualificazioni europee (Macedonia-Italia sabato e Italia-Ucraina il 12 settembre), cioè Meret, Di Lorenzo, Politano e Raspadori. Dell’elenco fanno parte anche i nuovi, Cajuste impegnato con la Svezia nelle sfide contro Estonia e Austria, il danese Lindstrom che affronterà San Marino e Finlandia, Elmas giocherà contro l’Italia e Malta. Del folto elenco fanno parte anche Lobotka, Rrahmani, Ostigard, Zielinski, Olivera, Anguissa e la coppia Osimhen-Kvaratskhelia. Il bomber sarà impegnato il 10 settembre in Nigeria-Sao Tome Principe, il georgiano contro la Spagna (sabato) e la Norvegia (il 12 settembre). Soprattutto loro due sperano che al loro ritorno a Napoli qualcosa possa cambiare. In meglio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...