"Vogliamo il Toro: Cairo, trattiamo?"

Rivelazioni a Tuttosport: parlano gli advisor degli imprenditori interessati a comprare il club granata. Stamane la conferenza stampa nella sede della società
"Vogliamo il Toro: Cairo, trattiamo?"© LAPRESSE

TORINO - «Ho 27 anni, sono di Modena, ma mi sono laureato in Giurisprudenza alla Bocconi di Milano, dove vivo ormai da tanto tempo. Ho studiato anche a Tokyo, mi sono occupato per anni di startup e innovazione imprenditoriale. Poco più di 2 anni fa ho fondato un mio studio professionale, la “Giuseppe Pipicella e Associati”, con sedi a Milano e Modena. E’ uno studio di consulenza finanziaria multidisciplinare. Siamo un gruppo di professionisti: tutti giovani di talento, me lo lasci dire con orgoglio. Abbiamo compiuto grandi passi in avanti in questi ultimi anni. Riservatezza e serietà. E capacità professionali. Lo studio ormai ha una sua clientela ampia, anche prestigiosa. Passo dopo passo, stiamo crescendo progressivamente. Io poi curo anche la direzione del settore marketing e sviluppo di “Veda Head Of Legal Department & Partner”, un’importante società internazionale di consulenza, informazione finanziaria, antiriciclaggio. Con al suo interno anche avvocati, notai, commercialisti. Ma l’operazione Torino la seguo con il mio studio, Veda non c’entra».

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Consulenza finanziaria, strategie per gli investimenti, ricerca di fondi e di partner, realizzazione pratica: dottor Giuseppe Pipicella, lei è uno dei due advisor in azione. In mattinata si svolgerà la vostra conferenza stampa nella sede di Torino della “Console & Partners”, l’altro advisor in ballo. Confermato?

«Esatto. Io sarò uno dei due che si presenterà al tavolo».

L’altro professionista sarà il dottor Simone Servetti, general manager della “Console & P.”. Abbiamo già parlato anche con lui.

«Sì, lo so».

Ma quando si conosceranno i nomi degli imprenditori interessati al Toro? In conferenza lo direte?

«No. A meno di cambi di strategia da parte dei clienti, no».

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E come sperate di convincere l’opinione pubblica, oltreché Cairo?

«Andiamo per gradi. Io rappresento un cliente, un imprenditore che ha una capacità economica personale molto importante. Arriva da una carriera brillante, di alto livello imprenditoriale. E’ una persona molto riservata. Il suo nome non è sulla bocca di tutti. Ma non gli interessa. Però nel suo settore è un imprenditore italiano molto importante».

Cosa ci può dire, una buona volta?

«Ha quasi una sessantina di anni, è italiano. Non piemontese di sangue, ma con una formazione piemontese sì. Ha una società importante in Europa. Ha sede all’estero, nell’Unione Europea, anche se lui possiede partecipazioni anche in aziende site nel nostro Paese. Ma il suo core business è oltreconfine ed è nell’alta finanza. Ha più residenze, tra Italia ed estero. Milano è la città in cui trascorre più tempo. Lo conosco da un paio di anni, abbiamo già realizzato alcuni progetti assieme. Ma di sicuro questa è l’operazione più importante che io curo per e con lui».

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Vada avanti nel racconto, visto che non vuole dirci il nome neanche sotto tortura. Quindi non opera nell’edilizia?

«No: il core business è la finanza. Ma non insista, le posso dire solo quello che sono autorizzato a dire. Come le spiegavo, è un grandissimo tifoso del Toro, fin dalla nascita. Non vede questa operazione come speculazione né ha bisogno di considerarla tale. Da mesi stiamo lavorando a questo progetto. E le garantisco che ho toccato con mano una passione incredibile per il Toro e il mondo del Toro».

Mette la mano sul fuoco, disquisendo del cuore granata del suo cliente.

«Sì, è davvero tifosissimo. Ma metto la mano sul fuoco anche sulla serietà, sulla forza economica adeguata e sulle intenzioni trasparenti del mio cliente, non solo sul suo tifo. Io invece non seguo il calcio, non sono un tifoso». [...]

Leggi l'intervista completa nell'edizione odierna di Tuttosport

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