Juric al Torino, l'opinione dei tifosi: "Ivan ok, ma Nicola trattato malissimo"

Stima e affetto meritati per Davide. Però ora il tecnico croato suscita nuove speranze
Juric al Torino, l'opinione dei tifosi: "Ivan ok, ma Nicola trattato malissimo"

TORINO - No, non è arrivato in punta di piedi. Davide Nicola non è acqua chèta, ma tempesta. Quando il 19 gennaio è diventato il nuovo allenatore del Toro, con la missione di rimettere insieme i cocci lasciati dalla gestione Giampaolo, ha scelto la via più diretta: quella della sincerità. Ha guardato tutti negli occhi. Si è fatto coinvolgere e si è innamorato. Lunedì, sui social, era ancora in attesa di conoscere il proprio destino, sebbene annusasse già una delusione: «Indipendentemente da ciò che accadrà questa esperienza è nel mio cuore, assieme a questi colori e ai nostri fantastici tifosi». Lui sì che li ha vissuti i tifosi, da calciatore. Da allenatore, invece, li ha percepiti al proprio fianco. Li ha invocati come divinità. Tant’è che ieri proprio per mano della gente era nato l’hashtag #NoiVogliamoNicola. Un grido, una sommossa, una volontà unanime di dirgli grazie. E per convincere Cairo a cambiare idea sul suo futuro: senza esito.

Nicola è entrato nel cuore dei tifosi del Toro

L'ormai imminente approdo di Ivan Juric dal Verona viene visto con grande ottimismo. Ma così come viene applaudita la firma in dirittura d'arrivo (a meno di clamorosi colpi di scena) dell'ottimo tecnico croato, allo stesso modo si sono moltiplicate le voci di sostegno a Nicola. Un po’ perché serpeggia una corposa indignazione per l’ingratitudine mostrata da Cairo e Vagnati, un po’ perché l’uscita di scena dell'allenatore di Luserna San Giovanni una volta compiuta la missione pare una crudele pugnalata. Le persone hanno capito quanto Nicola abbia dato al Toro: con i suoi strattoni, con i suoi occhi sinceri, con quella smania di arrivare all’obiettivo salvezza. Ci è riuscito. Guai a credere che fosse scontato, perché di scontato non c’era proprio nulla. Lo spogliatoio, dopo il girone d’andata disastroso, era spaccato. In bilico fra la voglia di seguire Giampaolo e l’incapacità di parlare la sua lingua. Il verbo del rigore tattico estremo ha lasciato il posto alla semplicità di Nicola. Idee, non solo carattere. Anche se i giocatori, durante il regno di Davide, hanno sempre insistito su un tasto in questi mesi: quello della fiducia.

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