Intanto, grazie Juric

Intanto, grazie Juric© ANSA

Il dissenso ormai cronico nei confronti della gestione Cairo e lo scetticismo progressivo nelle reali ambizioni calcistiche del Torino Football Club hanno creato nella tifoseria granata, in questi 17 anni, un mix di frammentazione e rassegnazione vieppiù insostenibile.

Basta leggersi i commenti a qualsiasi partita, o notizia di mercato per averne contezza: appena gira male, è tutto un disastro; quando gira bene, eh ma tanto è inutile illudersi. Ogni pareggio, perfino con le big, diventa un mancato successo; le rimonte subite finiscono sempre con l’offuscare anche le prestazioni più belle e confortanti. I 4 gol segnati a casa dell’Atalanta - che l’anno scorso ne faceva 4 a casa del Toro, e l’anno ancora prima 7 - pesano subito meno dei 4 beccati. Sarebbe invece ora - per la salute mentale dell’ambiente e per non penalizzare gli sforzi di chi sta provando a cambiare qualcosa - che si uscisse dall’equivoco: guardare con fiducia alla conduzione tecnica di Juric, e alle sue aspirazioni di crescita congiunta squadra/società, non significa stare con Cairo, e nemmeno farselo andar bene.

È ovvio che galleggiare a metà classifica - anche dopo due stagioni penose di sconfitte orripilanti, incubi di Serie B e vicende sconcertanti - non è abbastanza. È giusto che non basti a placare l’urgenza di risentirsi davvero protagonisti, oltre che comunità unita nella condivisione dei tradizionali valori granata. Ma disconoscere la svolta impressa da Juric sul campo, nel gioco e nella mentalità, significa fare un torto al Toro, non al suo presidente: che tanto, se non vuole vendere non vende; se non vuole investire non investe; se non vuole creare una società strutturata e moderna per il salto di qualità, non la crea. Ricordarsi gli strazi degli ultimi anni non vuol dire accontentarsi, tantomeno ricredersi. Però oggi c’è un Toro che sì, ha dei limiti e concretizza poco di quanto produce, dopodiché esprime finalmente i tratti distintivi coltivati anche nei momenti più bui: per vincere gioca sempre e comunque, attacca e non specula, lotta, mai parte rassegnato. Non sappiamo dove potrà arrivare, né come e quanto Cairo saprà sostenerlo, valorizzarlo e soprattutto migliorarlo. Sappiamo solo che i tifosi granata possono di nuovo andare in giro senza vergognarsi della loro squadra. Domani vedremo. Oggi, intanto, grazie Juric.

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