Toro, i casi Sanabria e Pellegri: bravi sì, ma i gol?

Fin qui una sola rete in due, a Monza. Juric lo ripete spesso: “Serve più cattiveria!”
Toro, i casi Sanabria e Pellegri: bravi sì, ma i gol?

TORINO - Cinque partite, una rete in due: distinguendo le prestazioni dall’apporto in zona gol l’avvio di stagione da parte dei centravanti granata rimane buono. Negli occhi resta ad esempio la generosa prestazione di Pellegri contro il Lecce, nonché la parata importante di Falcone sullo stesso attaccante. Chiaro però che dagli eredi di Belotti sia lecito attendersi anche un sostanzioso contributo per numero di realizzazioni. E invece da questo punto di vista le statistiche latitano. Bisogna infatti tornare alla prima giornata, alla trasferta di Monza, per registrare un gol - l’unico fin qui - di Sanabria. Dopodiché il paraguaiano si è fermato, mentre Pellegri ancora non è riuscito a sbloccarsi.

L’ex del Monaco ha comunque avuto meno chance, meno minuti per puntare a superare il portiere avversario: ha giocato da titolare contro i salentini, mentre all’U-Power era rimasto in panchina e nelle prove seguenti è subentrato. Sempre a Sanabria e nel corso della ripresa: al 27’ contro la Lazio, al 40’ a Cremona, e al 22’ a Bergamo con l’Atalanta. Buon per Juric che dai nuovi arrivati per comporre la trequarti siano arrivati i gol che hanno portato in dote tre vittorie e un pareggio. Quindi 10 punti che consentono ai granata di approcciare la sfida di San Siro contro l’Inter con un punto di vantaggio sui nerazzurri (e sulla Juve). Un percorso decisamente positivo concretizzato anche grazie al gol dell’attualmente infortunato Miranchuk (a Monza), della prodezza di Radonjic (con la Cremonese) e delle tre reti consecutive messe a segno dall’uomo del momento, il croato Vlasic. Nel tabellino marcatori allo Zini, al Gewiss Stadium e quindi autore del gol da tre punti al Grande Torino contro la squadra di Baroni.

D’altronde che i granata corressero il rischio di non concretizzare la corposa mole di gioco prodotta era chiaro. Lo stesso Juric ha spesso battuto su questo tasto, sulla necessità di aumentare il tasso di incisività al momento di colpire. «Spero arrivi un altro attaccante perché è con i cambi in avanti, che spesso si vincono le partite», diceva non a caso l’allenatore del Torino, al quale in coda al mercato è stato consegnato Karamoh. Una scommessa che potrà rivelarsi ben calcolata, ma non esattamente un bomber, né il trequartista con visione di gioco quale sarebbe stato Praet. «Noi non abbiamo Immobile che sai ti fa 25 gol, noi dobbiamo tirare fuori il meglio da Miranchuk, come da Radonjic e Vlasic e sperare che Sanabria magari impazzisca e vada in doppia cifra», aveva invece dichiarato Juric prima della Lazio.

Per registrare un campionato con il paraguaiano capace di segnare almeno 10 gol - gli è riuscito in una sola stagione in carriera - bisogna tornare agli esordi. Dopo essersi svezzato con il Barcellona B, quindi con Sassuolo e Roma, Sanabria nel 2015-16 (appena ventenne) affronta il primo campionato da titolare con lo Sporting Gijon: alla fine della Liga le presenze saranno 29, e le reti 11. Dopodiché non ha più superato gli 8 gol, infilati con il Betis nel 2017-18, e tra Betis e Toro nel 2020-21 (3 in Liga e 5 in Serie A, là dove aveva fatto ritorno a gennaio su precisa volontà di Nicola, ora guida della Salernitana e al tempo dei granata). Nella scorsa annata si è fermato a quota 6 (29 partite). Poche in assoluto, dopo il botto con il Genoa (gol alla Roma e doppietta alla Lazio avendo ancora da compiere 17 anni) le marcature di Pellegri: 2 in 22 gare con il Monaco, nessuna con il Milan (6 presenze) e una con il Toro in 13 appuntamenti, per lo più da subentrato. Si torna al punto originale: l’approccio a questo 2022-23 da parte di entrambi resta positivo, ma mancano i gol. Non male San Siro, quale teatro per cercarli. Probabile che contro l’Inter tocchi dal 1’ a Sanabria, con Pellegri pronto a subentrargli.

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