Torino, la videochiamata verso l’Inter: “Diventate grandi”

Juric, esami per la polmonite: vorrebbe andare in tribuna e battere una big dopo anni per credere in un EuroToro
Torino, la videochiamata verso l’Inter: “Diventate grandi”© Getty Images

TORINO - Dicesi spartiacque un limite geografico immaginario: e già questo rende ancor più immaginifica la linea della speranza tra normalità e decollo, nelle metafore. Il Toro è lì, appunto in piedi sul primo spartiacque della stagione. Scivoli di qua e torni a essere né carne né pesce. Dall’altra, e diventi un nome in classifica. Questione di identità, difatti. E se scendi dal lato giusto cresce l’ormone, alzi l’asticella dell’orgoglio, cominci a pensare che possa essere l’anno buono, acquisti sempre maggiore solidità, fiducia, consapevolezza, ambizione. Le due vittorie in trasferta (Monza e Cremona), il pareggio gagliardo con la Lazio, il successo di personalità sul Lecce, la sconfitta semiregalata a Bergamo. Negli ultimi 28 anni, cioè da quando la vittoria viene premiata con i 3 punti, solo con Mihajlovic nel 2017 il Toro aveva conquistato più punti dopo 5 giornate: 11. La squadra di Juric sta dunque attraversando un periodo speciale, da incorniciare: se mai volasse a quota 13 eguaglierebbe un record pressoché trentennale (2015, Ventura in panca) e basti questo per sunteggiare l’anormalità felice del presente. Mai Juric è riuscito a buttare nel fuoco una big, in granata. In un anno e passa, 7 pareggi strameritati contro le 7 formazioni migliori, compreso quello con la Lazio in questo campionato. E almeno 3 vittorie più che oneste perdute nel finale per distrazione, colpa, sfortuna, altrui meriti, limiti. Anche per questo andare a giocare sul terreno dell’incubo interista, oggi come oggi, con la forza del sogno sotto il braccio come i francesi con le baguette rappresenta un’occasione più unica che rara. A volte, il destino chiede di essere rapito. Dopo un anno di Juriccismo, è una prova di maturità e sfrontatezza.

Diceva Paro, ieri, in attesa di guidare nuovamente il Toro come già col Lecce per la polmonite di Juric: «Ci aspetta una gara molto difficile contro una grande squadra enormemente motivata. Deve migliorare la classifica. E arriva da due ko di fila», Milan e Bayern. E in precedenza aveva preso una rumba contro la Lazio. «Contro la loro rabbia dovremo avere un approccio giusto, intenso, feroce, altrimenti incontreremo grosse difficoltà. Ma sappiamo come giocano, come affrontarli: dovremo essere tosti, precisi, non lasciare troppo spazio, rimanere concentrati. Se no andremo incontro a una brutta prestazione. Proprio per questo è fondamentale cominciare nel modo giusto. L’Inter è prima di tutto una grandissima squadra, sempre e comunque. Noi arriviamo da più risultati positivi e sarebbe un peccato entrare in campo credendo di essere migliori di loro solo perché abbiamo un punto in più. Invece no: dovremo essere umili, cercare di condurre la gara con le nostre armi, metterli in difficoltà come sappiamo fare. E poi per vincere contro le big devi essere perfetto per 95 minuti. L’anno scorso, anche contro di loro nel ritorno ma non solo contro di loro, incassammo il gol del pari all’ultimo, quando ormai ci pareva di aver vinto. Perché non succeda devi essere concentrato e sul pezzo al 100% per 95 minuti. Significa una gara perfetta. L’unica strada che porta a un risultato positivo. Essere umili significa affrontare la gara con la testa giusta. L’Inter sta attraversando un momento particolare, d’accordo, ma le big sono sempre big, anche nei momenti di crisi. Hanno grandi giocatori, ottimi ricambi a disposizione, tutta gente abituata a reggere le pressioni e a inseguire sempre la vittoria. Palleggiano bene, ma prevedo una sfida anche molto fisica. Dovremo essere precisi nei movimenti della doppia fase e con pallone tra i piedi. E molto aggressivi. Più cinici e concreti, meglio che in queste ultime partite. In A le occasioni da gol non ti cascano sulla testa a pioggia, a maggior ragione in partite difficili come quella di San Siro devi essere bravo a sfruttarle. Dobbiamo essere cattivi quando si tratta di battezzare l’ultimo passaggio. O sottoporta. Lo abbiamo ripetuto ai ragazzi in questi giorni, ci abbiamo lavorato parecchio per migliorare. Più convinzione, più precisione».
Juric si è sottoposto a controlli medici specifici, ieri mattina. Sperava di ottenere il via libera per andare senza problemi almeno in tribuna. «No, Ivan, sii prudente. Stai molto meglio, ma devi restare a casa»: i medici lo hanno catechizzato. Lo rivedremo contro il Sassuolo, tra una settimana. «Sì, è un leone in gabbia e soffre tantissimo a vedere le partite alla tv. Ma le cure stanno andando bene», ha confermato Paro. «In questi giorni sono andato a trovarlo a casa per preparare al meglio gli allenamenti. Che poi lui seguiva sul pc, videoregistrati. Ha telefonato ai giocatori, in qualche modo è sempre stato presente». Oggi potrà collegarsi con Milano con buon anticipo sulla partita. Una videochiamata al gruppo per far bollire a tutti il sangue: «Vogliamo fare qualcosa di grande sì o no?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...