Toro, è Pellegri l'unica vera prima punta anti-Sassuolo

Si candida a tornare dal 1’ come nel successo sul Lecce. Non soltanto a San Siro è emersa la sterilità offensiva
Toro, è Pellegri l'unica vera prima punta anti-Sassuolo© LAPRESSE

E se esplodesse una buona volta Pellegri? E se fosse questo centravanti di appena 21 anni la soluzione, capace persino di imprimere una nuova svolta a questa prima parte di stagione? È la prospettiva che si dilata a inizio settimana in vista della partita di sabato contro il Sassuolo. È la riposta possibile, ed è anche l’unica a disposizione, per provare a sparigliare le carte là davanti. E magari non solo per 90 minuti. Ma anche allungando l’occhio fin dopo la sosta. È la strada che ha senso battere, con la speranza non appoggiata su un castello di carte, pensando a una crescita progressiva del Torino. Non va interpretata come una bocciatura di Tonny Sanabria. Piuttosto, un provare ad andare oltre portandosi sempre dietro nella saccoccia il paraguaiano, sicuramente utile, sicuramente da proteggere e scaldare. Ma resta il fatto che da questo girone della fatica sovrumana che rischia di diventare la condanna del Toro occorre uscire al più presto, e meglio. Se ne discorreva, noncerto per la prima volta, alla vigilia della trasferta a Milano. Rispondeva Matteo Paro, il vice di Ivan Juric: «Sanabria e Pellegri li alterniamo in base a come vogliamo giocare. Pietro è un giocatore di potenza, mentre Sanabria è più un trequartista, un giocatore che fa giocare bene tutta la squadra. Li alterniamo in base al tipo di partite che vogliamo fare». E a seguire: «In A è difficile che tu riesca a creare 10, 12 occasioni da gol a partita. E a maggior ragione contro grandi squadre come l’Inter. Dobbiamo diventare più cattivi sotto porta, dovremo sfruttare al massimo le occasioni».

Invece la bontà e l’efficacia del gioco granata, sull’onda di un Vlasic col dono dell’ubiquità, portò persino a crearne parecchie, di palle gol. Sette conclusioni nello specchio, nitide, pulite, di cui almeno 6 abbastanza clamorose. Vlasic nel primo tempo (respinta di piede di Handanovic), sempre lui nella ripresa (da destra e da sinistra, ancora una volta lasciando partire botte velenose da dentro l’area), un colpo di testa di Sanabria (su cross del croato, toh), una punizione di Rodriguez (anch’essa respinta da Handa, di nuovo con un piede), una sventola in velocità a giro di Radonjic (altro tufo salvifico). Al di là della punta alla matita che si può fare ripensando a tutte queste occasioni (un paio di tiri di Vlasic non abbastanza angolati, quella deviazione di testa di Sanabria troppo centrale), si è avuta la netta sensazione che con un centravanti più rapace delle aree, davanti a un’Inter così tanto ingolfata, sarebbero venute a galla opportunità ancor migliori per buttarla dentro. Sanabria, di cui non si deve mai dimenticare già solo il suo contributo decisivo per la salvezza nei primi mesi in granata con Nicola (dal gennaio 2021), rappresenta effettivamente più un falso nueve che una prima punta. Per caratteristiche tecniche, modo di giocare, postura, movimenti, attitudini. Un solo vero centravanti ha Juric, appunto Pellegri. Più alto, più grosso, più potente, più impetuoso. Lo abbiamo visto contro il Lecce. Su ogni pallone ha ringhiato, ha fatto a sportellate dall’inizio alla fine, ha segnato un gol annullato per un fuorigioco minimalista, ha creato la rete vincente di Vlasic (l’improvvisa fuga dall’area portandosi dietro la marcatura, così da aprire un corridoio centrale per il compagno, a sua volta liberato dall’assist di Vojvoda: uno schema ripetutamente provato al Fila). Ha dato profondità, attaccato e aggredito con impeto. In Coppa Italia aveva segnato al Palermo, finora unico suo gol stagionale, come quello di Sanabria in campionato a Monza. Determinante però è valutare anche il minutaggio, dietro a questo 1 a 1 formale tra i due: Pellegri in Coppa ha segnato giocando appena 13 minuti, mentre in campionato è stato impiegato soltanto per 126 minuti, 4 spezzoni più una sola volta da titolare (nella vittoria con i pugliesi, come detto); Sanabria, invece, è già arrivato a quasi 500 minuti giocati (77 più 415), con 5 presenze da titolare su 6 in A. Due trend quasi opposti.

Juric crede ciecamente in Pellegri. Ne chiese l’ingaggio in prestito a gennaio e il riscatto (per 5 milioni circa) in estate. Lui lo lanciò 15enne in A, nel Genoa: con Pietro che a 16 anni e mezzo aveva già segnato 3 reti. Poi il Monaco, il Milan, l’Under 21 (2 gol in 4 presenze), addirittura già l’esordio in Nazionale nel novembre di 2 anni fa. Era una promessa, ma per Ivan è una certezza. Spirito garibaldino, fiuto e movimenti da centravanti vero, fisico da torello, due piedi buoni e doti anche nel colpo di testa. Vorremmo vederlo con continuità, ora, pure per capirci di più, e non solo contro squadre formalmente non grandi.

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