Torino, caso Lukic: “Non credo che rinnoverà”

Il cugino Milos: “Ha un ottimo rapporto con Cairo e Juric, però vuole un top club”. L’agente ha chiesto 2 milioni a stagione
Torino, caso Lukic: “Non credo che rinnoverà”© Marco Canoniero

TORINO - Il viaggio di Sasa finora è stato molto lungo. Per diventare uno dei centrocampisti più importanti della Serie A ha affrontato un percorso faticoso, pieno di ostacoli. Perché il calcio spesso non sa aspettare e in Italia il rischio di finire inghiottito nel tritacarne della fretta è enorme. Lukic è partito dalle giovanili del Partizan con una valigia carica di sogni, ma anche coi piedi ben piantati per terra. L’educazione della famiglia - tutti grandi appassionati di caccia - ha avuto un impatto fortissimo sul ragazzo. Il pallone è importante, ma non è l’unica cosa che conta. Prima vengono i sacrifici, il sudore, il rispetto per le proprie radici. Inizia la sua prima esperienza da professionista al Teleoptik, formazione minore di Belgrado nella quale Lukic fa capire di avere piedi buoni e un'interessante confidenza col gol.

Torino, la crescita di Lukic

Così nel 2014 torna al Partizan, la squadra del cuore, quella per la quale tantissimi bambini serbi tifano praticamente da quando sono in fasce. Eppure l’idolo di Sasa è di un’altra nazionalità: si chiama Luka Modric, cervello del centrocampo proprio come lui, che in Italia approda grazie ad un’intuizione di Gianluca Petrachi. L’allora direttore sportivo del Toro nel 2016 lo porta sotto la Mole, consegnandolo a Sinisa Mihajlovic. Ma la timidezza di Lukic è un tappo molto resistente per una crescita immediata: fatica a capire il calcio italiano, il tatticismo del nostro campionato e in termini di personalità è ancora un pulcino impaurito. Gli serve un passaggio intermedio, anche lontano dall'Italia: un prestito, un biglietto andata-ritorno per poter rientrare al Filadelfia da protagonista. Al Levante gioca, ma non troppo. Però quando è in campo fa bene, dimostra di avere le qualità per fare il regista, per “vedere” il gioco.

"Lukic ricorderà per tutta la vita il gol alla Juve"

Al rientro a Torino, nel 2018, Mazzarri scopre un ragazzo diventato uomo. E da quel momento, dopo le gestioni Longo, Giampaolo e Nicola prende sempre più confidenza col campo. Fino all'era Juric, in cui il centrocampista classe '96 compie l'ultimo step di maturazione, diventando un elemento indispensabile per lo scacchiere granata. Anche Milos Lukic, cugino di Sasa, parla del rapporto col tecnico: «Hanno un legame splendido, si sono capiti sin dall'inizio». Gli alti e bassi al Toro non sono stati pochi per Lukic, soprattutto nei primi capitoli di questa avventura. Ma c'è un momento che conserva nella propria memoria e che gli permette di avvicinarsi al derby contro la Juventus a testa altissima: il 3 maggio 2019. Per Milos è la data della svolta, un vero e proprio punto di non ritorno in chiave positiva: «Sasa ricorderà per tutta la vita il gol all'Allianz Stadium: il duello vinto con Miralem Pjanic e la gioia per una rete che poi ha permesso al Toro di andare in Europa League qualche settimana dopo. Anche per la nostra famiglia è stato un momento straordinario, carico di felicità».

"Non so se Lukic rinnoverà"

Sabato torna l’appuntamento con la stracittadina e la famiglia Lukic vuole stare accanto a Sasa, come conferma Milos: «Se dovessi avere il giorno libero dal lavoro sabato sarò a Torino a vedere la partita, vogliamo stargli vicino». Poi parla dello stato di forma del cugino: «Si sta allenando fortissimo, è un momento in cui sta dando tutto per aiutare il Toro. Sta bene e spera di essere decisivo, come nell’1-1 del 2019. Ma stavolta vuole vincere». Un passaggio sulla società e sulla trattativa per il rinnovo di contratto naturalmente non può mancare. Milos ha il suo punto di vista: «L'intesa col presidente Cairo è buona. Non so cosa succederà a proposito del prolungamento, ma non sono molto ottimista in questo senso. Sasa vuole un top club e per top club intendo una delle prime tre squadre di Italia, Inghilterra o Spagna».
Parole che sanno di addio, almeno se la situazione da qui in avanti non dovesse cambiare: il giocatore avrebbe chiesto un ingaggio da top player superiore ai 2 milioni di euro a stagione. Cifre troppo distanti da quelle che il Toro ha intenzione di mettere sul piatto. Tornando al derby, il gol all’Empoli ha dato nuova linfa a Lukic, che nelle ultime settimane era parso un po’ appannato al pari di tanti suoi compagni. Per Milos l’obiettivo è chiaro: «Sasa vuole essere decisivo contro la Juventus, magari segnando». Mentre sul futuro, occhi naturalmente puntati sui Mondiali in Qatar. Il fratello di Lukic si sbilancia: «Il suo sogno era quello di riuscire a giocare questa competizione con la sua nazionale: presto riuscirà a coronarlo. Il suo obiettivo? Giocare titolare e trascinare la Serbia almeno fino ai quarti di finale, sarebbe la ciliegina sulla torta di questa sua prima parte di carriera». Desideri che diventano missioni: così Lukic ha creato i presupposti per diventare un perno del Toro. Il futuro, però, resta incerto: il mercato può allontanare Sasa dai granata. Ma prima c’è il derby, più importante di tutto. Con un gol, magari da tre punti, riconquisterebbe di nuovo i tifosi, che fino all’ammutinamento pre-Monza lo consideravano un capitano da amare e proteggere ad ogni costo.

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