E non vi siete più sentiti?
«Purtroppo, adesso e dal 2018 parlano gli avvocati: infatti, non avevo mai ricevuto alcun compenso per l’attività svolta dall’approdo al Torino in poi, per questo sono stato costretto a rivolgermi all’autorità giudiziaria, che da quattro anni si sta occupando del caso. Recentemente ho deciso di farmi assistere dall’avvocato Mattia Grassani di Bologna, poiché, nei primi gradi di giudizio, i precedenti legali milanesi da me incaricati non mi avevano soddisfatto».
E su cosa verte il contenzioso?
«Al momento pendono addirittura due giudizi: il primo riguardante il risarcimento per la revoca di fatto del mandato, che mi impedì di partecipare sia alle trattative per un eventuale trasferimento sia al rinnovo con il Torino in seguito negoziato senza il mio coinvolgimento; il secondo, invece, ha a oggetto la violazione del contratto con il quale ero stato incaricato di gestire i diritti d’immagine del giocatore, gestione dalla quale sono stato immotivatamente estromesso. Insomma, alla fine uno “scherzo” da quasi 5 milioni, ma deciderà il giudice».
Ma dei diritti di immagine non se ne occupava SoBe di Gianluca Voulaz? Così si diceva a Torino.
«È emerso questo: a una riunione con un possibile nuovo sponsor, lo stesso Belotti riferì ai presenti, tra cui il sottoscritto, che bisognava parlare con la SoBe Sport, società alla quale aveva da poco affidato la gestione dei suoi diritti di immagine, a totale insaputa mia che ero stato incaricato, in via esclusiva, e ripeto, via esclusiva, nel 2016. Anche in questa occasione, quindi, venivo completamente estromesso da qualsiasi attività, come accaduto con il rinnovo di contratto con il Torino e con la cessione dei diritti di immagine del suo matrimonio alla rivista Chi».