Torino, il salto di qualità deve essere compiuto a ogni livello

Torino, il salto di qualità deve essere compiuto a ogni livello© LAPRESSE

La notizia che il Torino abbia proposto il rinnovo del contratto a Juric e che dal tecnico sia arrivata una disponibilità di massima ad accettare è la migliore che possa immaginare un tifoso granata. Il lavoro che il croato ha svolto in questi primi cinquecento giorni è sotto gli occhi di tutti. Pochi allenatori in Italia sanno dare alla propria squadra una identità così chiara e netta. Pochi allenatori in Italia sanno lavorare sui giovani con benefici tanto importanti, per la crescita del giocatore e per le casse della società. Pochi allenatori in Italia hanno saputo dimostrare un attaccamento - sincero e non ruffiano - all’ambiente in cui si sono ritrovati a lavorare. Il primo tassello di un progetto sta proprio nella continuità di chi siede in panchina. Qualsiasi campagna acquisti, anche la più roboante, serve a poco se non si hanno delle basi solide: il Paris Sant-Germain lo dimostra. E dunque voler proseguire il cammino intrapreso con Juric è un segnale il cui valore non può essere trascurato. Ora, siccome stiamo parlando di un tecnico ambizioso, il cui processo di crescita ha raggiunto almeno per adesso l’apice con il Toro, è evidente che, al di là delle dichiarazioni non sempre concilianti con la società, Juric abbia capito che dov’è può lavorare bene e con profitto. Se davvero venisse allungato al 2025 - o anche di più, perché no? - il legame tra la società e il tecnico, significherebbe che l’equilibrio sul quale viaggiano i granata è meno precario di quanto sembri dall’esterno: e questo è un bene per tutti.

Certo, a quel punto diventerà fondamentale che il salto di qualità sia compiuto a ogni livello, a cominciare dal rafforzamento della squadra. Può succedere di sbagliare un acquisto, ma non deve più accadere che si arrivi a iniziare una stagione con la consapevolezza di lacune evidenti o di equivoci nocivi. Allo stesso tempo, è indispensabile che Juric riesca a migliorare i limiti migliorabili. Per intenderci, le reti incassate nei finali di partita non possono essere addebitate alla casualità o alla sfortuna. Di più: molti dei gol subiti dal Toro sono una conseguenza di errori anche clamorosi e raramente della bravura degli avversari. Sono cali evidenti di attenzione sui quali si può e si deve lavorare. È anche una questione di mentalità e qui l’insegnamento di Juric diventa la chiave: abbassare eccessivamente la squadra non significa soltanto consegnarsi a chi si ha di fronte, ma anche trasmettere insicurezza alla squadra, così come effettuare certe sostituzioni “conservative” o affermare che la classifica è «tanta roba» e poi quattro giorni dopo esprimere la propria insoddisfazione quando le cose non sono cambiate e, anzi, si è conquistato un punto importante in casa della Roma. Ma questo fa parte del personaggio e Juric stesso l’ha più volte detto: le sue dichiarazioni post partita sono spesso frutto dell’emotività e vanno interpretate con saggezza. L’importante è avere le idee chiare e capire una volta per tutte dove si voglia arrivare.

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