TORINO - Ivan Juric ha espresso meglio di chiunque altro il sentimento provato dai tifosi del Torino sabato sera, quando Aleksej Miranchuk con il suo sinistro ha impresso al pallone una traiettoria imparabile per Pietro Terracciano regalando alla squadra granata quella vittoria che, in campionato, a Firenze mancava dal 1976. «Per lui provo solo amore», ha dichiarato l’allenatore nel post partita. Parole al miele sono poi arrivate anche da Demba Seck, altro grande protagonista della partita del Franchi: «Il gol di Aleksej? Top, lui calcia troppo bene». Parole che testimoniano come il trequartista russo nel Torino si sia integrato alla perfezione, sia all’interno dello spogliatoio, sia per quanto riguarda i meccanismi gioco di Juric. E non è un caso che il miglior marcatore della squadra granata sia proprio Miranchuk: quattro le reti messe a segno in campionato, esattamente come Nikola Vlasic. Nessuno ha fatto meglio di loro davanti alla porta avversaria (a quota quattro gol in realtà c’è anche Nemanja Radonjic, ma le sue reti sono equamente divise tra Serie A e Coppa Italia: due e due).
La differenza con i compagni
A differenza del compagno croato, Miranchuk ha però giocato molto meno: l’infortunio patito a Monza, alla prima in campionato, lo ha costretto a guardare da lontano i propri compagni per sei partite. In totale ha disputato finora 955 minuti, contro i 1.640 di Vlasic, per una media quindi di un gol ogni 239 minuti (a cui va aggiunto anche l'assist per Aina a Udine). I gol del fantasista russo, poi, hanno tutti avuto un peso specifico notevole: ha sbloccato la partita a Monza (gara finita 2-1 per il Torino), ha portato il Torino sul 2-0 contro il Milan (anche in questo caso il match è finito 2-1), ha fissato il punteggio sull’1-1 contro il Verona e ha regalato i tre punti contro la Fiorentina. Tutte queste reti Miranchuk le ha messe a segno con il sinistro, il suo piede forte, quello con cui è in grado di fare la differenza: un piede per quattro gol, uno molto diverso dall’altro. Per battere Di Gregorio ha scelto il tocco di esterno, per trafiggere Tatarusanu ha invece optato per un diagonale di interno piede, contro il Verona ha unito precisione e potenza andando a piazzare il pallone sotto l’incrocio dei pali. Incrocio trovato anche a Firenze ma stavolta con un tocco più morbido. Ora ha tutto un girone per migliorare la sua media realizzativa, ha già eguagliato il record di marcature personali in Serie A, con la maglia dell’Atalanta infatti non ha mai superato quota 4, anche perché alla corte di Gian Piero Gasperini non è riuscito a trovare quella continuità che sta avendo con Juric: è stato proprio il tecnico croato a volerlo nel suo Torino e non appena lo ha avuto a disposizione lo ha subito schierato in campo contro il Monza.
Che ne sarà del futuro?
D’altronde Miranchuk, rispetto agli altri suoi compagni arrivati in estate al Torino, aveva il grande vantaggio di conoscere quali fossero i suoi compiti in campo: il gioco di Juric è simile a quello fatto a Bergamo da Gasperini e anche per questo il fantasista russo non ha impiegato molto a integrarsi nella sua nuova squadra. Resta da capire se il trequartista sarà uno dei protagonisti del Torino anche nel futuro: è arrivato dal’Atalanta in prestito ma i granata hanno il diritto di riscatto fissato a 12 milioni di euro. Il suo contratto con il club nerazzurro scadrà nel 2024, ma prima di cederlo da Bergamo si sono tutelati con non una ma ben due clausole per il rinnovo del contratto. Cosa significa questo? Che il Torino non potrà far leva sulla scadenza fra un anno per ottenere uno sconto sul prezzo del cartellino del giocatore. E difficilmente l’Atalanta lo lascerà partire a titolo definitivo per una cifra inferiore rispetto a quella concordata in estate. Ma di questo i due ds, Davide Vagnati e Tony D’Amico, avranno tempo di parlare (e sicuramente lo faranno più volte) nei prossimi mesi, quando la sessione invernale di calciomercato sarà chiusa. Anche per Miranchuk non è ancora il momento di pensare al futuro, ma la priorità deve essere il presente, l’obiettivo sono le prossime partite in cui regalare altri gol e altri punti al Torino con il suo sinistro con cui “calcia troppo bene”, per usare le stesse parole di Seck.