Juric, le parole sono importanti: come il rispetto per i tifosi del Torino

Torino 30 punti: -2© Marco Canoniero

Il Torino è una piccola squadra con poca qualità. Lo ha detto Ivan Juric venerdì dopo la sconfitta con il Milan. Come possa una piccola squadra con poca qualità essere al settimo posto in classifica (ma diciamo pure ottavo, in base ai punti conquistati in campo e non decisi nelle aule di giustizia) è un mistero. A pensare male, diceva Giulio Andreotti, si fa peccato, ma spesso si indovina. Però la questione è un’altra. Ed è la difficoltà che il tecnico croato - per sua stessa ammissione - incontra nel controllare la propria emotività davanti alle telecamere dopo le partite. Sono nati così molti equivoci e pure qualche tensione di troppo con la società. Questioni loro, però le parole sono importanti, come urlava esasperato Nanni Moretti in “Palombella rossa”, e dipingere un ritratto del genere è ingeneroso nei confronti dei giocatori e fastidioso per i tifosi che allo stadio vanno regolarmente (magari non come a Bari, come ha sottolineato Juric: e su questo ha ragione) e che appena è stata data loro l’opportunità si sono presentati in 500 al Filadelfia per assistere a un allenamento mattutino in un giorno feriale di febbraio.

Il Torino non è una piccola squadra. È una buona squadra che per merito del suo allenatore gioca un calcio spesso bello. È una buona squadra che soffre l’assenza di un attaccante da doppia cifra, per le caratteristiche di Sanabria e per la sfiga di Pellegri, il cui acquisto, la scorsa estate, è stato molto caldeggiato da Juric, che in lui vede le doti dei grandi bomber. È una buona squadra che in questa stagione raramente ha avuto la fortuna con sé, sul campo e per il discorso infortuni. È una buona squadra che a gennaio ha investito 17 milioni per un talento di prospettiva come Ilic e ne ha incassati 10 dalla cessione di Lukic, rimpianto in ogni dichiarazione da Juric: lo stesso Lukic che da quando è in Premier ha giocato quattro minuti (di recupero) in tre partite. Non sappiamo se nella prossima stagione sulla panchina granata ci sarà Juric o no. Ma sappiamo che ripetere i concetti qualche volta aiuta, come dicevano i latini, però molto spesso serve solo a rompere il giocattolo.

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