Radonjic comprato per forza: ora si gioca il Toro

Già maturato l’obbligo di riscatto del serbo da parte del club granata: 2 milioni.  I dubbi di Juric: "Se va avanti così non combinerà nulla". Finirà sul mercato?

L’obbligo di riscatto di Nemanja Radonjic, 27 anni compiuti lo scorso 15 febbraio, di ruolo jolly offensivo, nella vita acrobata dei saliscendi (parla la sua carriera), è già maturato. Traduzione: il serbo a fine stagione passerà dalla condizione di precario in prestito a quella di tesserato per il Torino a titolo definitivo. A sfregarsi le mani, oggi come oggi, è soltanto una società: l’Olympique Marsiglia. La società francese è finalmente riuscita a sbolognarlo (difficile trovare un altro termine, visto cosa pensavano di lui nella scorsa estate), dopo anni ricchi più di frizioni e problematiche che di soddisfazioni condivise. Per Cairo, una spesa di circa 2 milioni. Fin poco, se paragoniamo la cifra a quella che, tanto per far un esempio, concerne il diritto di riscatto di Miranchuk: 12 milioni di euro. O di Vlasic: persino superiore. Radonjic era stato l’unico giocatore preso dal Torino in estate in prestito con un obbligo di riscatto condizionato. Paletti molto semplici da superare, in ogni caso, volti più che altro a procrastinare l’acquisto sul bilancio successivo a quello (solare) del 2022. E le condizioni sono maturate, adesso.

Radonjic, l'etichetta del giovane fenomeno

Sembrava un affare, poteva essere un affare: solo 2 milioni di euro per un giocatore che, un tempo, veniva considerato «un giovane fenomeno» è una cifra non certo risibile, ma oltremodo bassa rispetto alla media nel ruolo. E all’etichetta che Nemanja aveva quando fu preso dall’Empoli per il proprio vivaio (nel 2014, aveva 18 anni) e poi ufficialmente dalla Roma (estate 2015: per la bellezza di 4 milioni). L’allora ds giallorosso Sabatini gli aveva già messo gli occhi sopra dal febbraio del ‘14, quando Radonjic disputò con la Roma il Torneo di Viareggio come “non tesserato”. Ma poi l’esperienza a Empoli e quella nella Capitale finirono nel cestino. Grandi qualità tecniche e fisiche, il dribbling, il tiro, l’assist, il fiuto, la progressione alla Bolt, ma non abbastanza maturità e senso di responsabilità tra fughe in ritiro e casi vari. Nel ‘16 il ritorno in Serbia, nel Cukaricki, in prestito, quindi la cessione alla Stella Rossa. Una trentina di presenze, la vittoria del campionato (2018), l’emersione. E l’acquisto da parte del Marsiglia per ben 12 milioni. Ma anche lì, di nuovo tra infiniti alti e bassi. E altri prestiti. Dapprima ai tedeschi dell’Hertha Berlino, inizio ‘21, quindi al Benfica: e in Portogallo si consumò la sua esperienza probabilmente peggiore, con solo 6 presenze in campionato di cui una sola da titolare. Con in tasca un contratto sempre più vicino alla scadenza del ‘24 e con sulle spalle un passato tribolato, non poteva che finire sul mercato, una volta tornato in Francia. Di qui lo scatto del Torino.

Il pensiero di Juric

Resta da vedere che senso darà ai prossimi mesi. Un inizio da titolare, il gol alla Cremonese alla terza giornata e uno in Coppa Italia al Palermo sempre ad agosto, qualche lampo estemporaneo, quindi un lento, progressivo declino. D’accordo, è comunque arrivato a 20 presenze in campionato, a oggi: ma solo 10 da titolare. Un assist a ottobre contro l’Udinese, un altro gol in Coppa al Cittadella, un’altra rete alla Samp il mese dopo in A, poi quasi soltanto ombre. E pure la mancata convocazione da parte di Juric alla vigilia della sfida di Coppa Italia a Firenze (il tecnico non lo aveva visto abbastanza concentrato e motivato: ma successivamente avrebbe parlato di un leggero aff aticamento muscolare, per aiutarlo ancora una volta). Finché, dopo l’ennesimo ingresso irritante e inutile (lunedì contro la Cremonese), la sentenza di Juric: «Non sono soddisfatto. Fa fatica a diventare giocatore vero. In certe settimane si allena bene, in altre no, e questo lo paga: è il suo grande limite. Noi lo aspettiamo ancora, ma deve dare di più. Gli abbiamo dato tutto: sia lui a dare un segnale, se vuole combinare qualcosa nel calcio. Le qualità ci sono, ma mi aspetto molto di più». Se non svolterà di qui a giugno, a luglio sarà messo sul mercato: facile immaginarlo, a questo punto.

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