Juventus-Torino, che lite tra Radonjic-Juric dopo il cambio!

Il serbo entra al 14’ della ripresa e viene sostituito con rabbia al 30’ dopo aver favorito il gol del 3-2. Il rapporto col tecnico è ormai compromesso: "Nemanja ha talento, ma non ha rispetto"
Juventus-Torino, che lite tra Radonjic-Juric dopo il cambio!© LAPRESSE

TORINO - E dire che per il Toro si era messa nel miglior modo possibile. A sbloccare il derby è Karamoh, a riportarlo avanti dopo il pari di Cuadrado è invece Sanabria. Ma se Karamoh(re) fa suoi i concetti espressi da Juric nella conferenza stampa della vigilia («Ci va amore per questo club e per questa maglia», invocava) tocca a Radonjic vestire panni diametralmente opposti. E tra i due, tecnico e attaccante serbo, a fine gara si esprime qualcosa di molto vicino all’odio sportivo, nello sguardo che si rivolgono in cagnesco. Al 14’ l’allenatore dà fiducia al peggior granata di questo 2023, e che tale si conferma. Il gol del 3-2 di un esultante Bremer è preparato da un cross di Chiesa, il quale ha la possibilità di calciare indisturbato vista l’assenza di qualsivoglia forma di pressione da parte di Radonjic. Che così entra al 14’ ed esce al 30’ della ripresa. «Evidentemente - spiega il tecnico - non sono riuscito a farlo diventare giocatore. E se si comporta così significa che non ha rispetto».

Perché Radonjic ha scatenato la furia di Juric

Comprensibile la feroce rabbia agonistica di Juric, per come era andata in precedenza. Non sono passati due minuti da inizio partita: Miranchuk da angolo taglia una traiettoria con il pallone che, a centro aerea, viene toccato da Buongiorno per Karamoh, lesto nel girare da pochi passi alle spalle di Szczesny. Toro avanti con la terza rete segnata nell’ultimo mese dal franco-ivoriano. Il quale apre la sua striscia il 1° febbraio a Firenze: sono i quarti di Coppa Italia, e la sua rete aumenta il rimpianto per un’eliminazione arrivata dopo che, pochi giorni prima, i granata avevano espugnato il Franchi in campionato. Il riscatto per la squadra di Juric passa dalla prova contro l’Udinese: è il 5 febbraio, e a decidere la sfida è ancora un gol dell’attaccante prelevato dal Parma per un milione. E si arriva a ieri, alla zampata che dà il la a un primo tempo pirotecnico. Al 16’ il temporaneo pareggio bianconero è firmato da Cuadrado, mentre a dare nuova spinta al Torino è Sanabria al 43’. L’assist è di Ilic, il tocco felino per rapidità di esecuzione porta la firma del paraguaiano. Sempre più vicino a “impazzire”, per dirla con il tecnico. «Io spero che Tonny impazzisca e vada in doppia cifra», diceva il croato. Quella alla Juve è la sesta rete in campionato (terza ai bianconeri da quando è al Toro): con 14 partite ancora da disputare gli servono “soltanto” quattro gol, per arrivare a dieci. In un sola occasione gli è riuscito, a Gijon nel 2015-16: 11 marcature in 29 partite, nella Liga. Peccato per il Toro che la verve degli attaccanti non sia sufficiente a chiudere in vantaggio la frazione: nel minuto di recupero del primo tempo Milinkovic-Savic e Djidji cincischiano (il primo non esce, il secondo sulla pressione di Rabiot sparacchia in angolo) e regalano una chance alla Juve. Sfruttata: batte Di Maria che mette sulla testa di Danilo il pallone che il brasiliano trasforma nel 2-2.  
Al 15’ della ripresa la mossa di Juric che indirizza in negativo il derby, per i granata: fuori Karamoh - sempre più vicino a guadagnarsi il riscatto biennale (la nuova scadenza del contratto sarebbe fissata nel 2025 - dentro Radonjic. In campo il tempo di mandare Chiesa al cross e Juric ai matti. Il serbo entra al 14’, e già al 30’ esce per Seck. Poi arriva pure il poker bianconero con Rabiot, ma la partita del Toro a quel punto si è già chiusa.

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