Torino, col Bologna è uno spareggio: mai come adesso serve una vittoria!

Per la squadra di Juric contro i rossoblù l'esame verità: più partite in una, oltre i tre punti

TORINO - Di riffa o di raffa, o la va o la spacca: è la partita dei modi di dire. Ma escludendone a priori uno: se non è zuppa è pan bagnato. O di qui o di là, al fischio fi nale: senza riserve o chiaroscuri, giochi di parole. Mai come stasera in questo campionato il Torino si giocherà una serie di partite in una. E la posta in palio va persino oltre ai 3 punti: in ballo c’è molto di più, un concentrato di obiettivi che però fanno a pugni con un coacervo di problematiche da superare, un cocktail che corre il rischio di trasformarsi in una maionese impazzita. Non se la giocheranno tre elementi che, nei piani estivi, dovevano essere punti di riferimento nella continuità e punti di forza al dunque, in partite come queste da dentro o fuori: il pitbull Vlasic, l’architetto Ricci e Godot Pellegri (con quest’ultimo, non ancora pronto, che vivrà dalla tribuna una coincidenza doppiamente amara: proprio contro il Bologna, il 6 novembre, la sua ultima epifania, prima che quella distorsione lampo alla caviglia consumata dopo appena 3 secondi lasciasse spazio tra dicembre e gennaio a un infortunio muscolare con ricaduta, perché gli fu chiesto troppo in allenamento quando ancora non era perfettamente guarito). Le soluzioni alternative andranno trovate tra i piedi del redivivo Karamoh, di un Ilic sempre meno in serbo e sempre più presente, nonché di un Sanabria che, udite udite, già stasera potrebbe persino superare il suo record di gol in Italia (6). C’è poco da stare tranquilli: la classifica fa lacrimare come quando si affettano le cipolle, se paragonata con quella venuta a galla appena un mese fa. Toro-Udinese, 5 febbraio, ultima vittoria: salto sul pianerottolo numero 7 del condominio. Poi la sconfitta col Milan(e la cresta ricominciò subito ad abbassarsi), il pareggio a forma di boomerang contro la Cremonese e le sberle prese nel derby. Con questo meteo, da alcune settimane i toropatici hanno ripreso a sentir male alle ossa, ma soprattutto al fegato.

La reazione dei tifosi del Torino

La tifoseria è di nuovo andata su e giù in giostra con una rotazione circolare un po’ alla Tafazzi e un altro po’ in versione incazzatura andante. Torino-Bologna, con Thiago 4 punti sopra, è l’ultimo treno o quasi in partenza dalla stazione: con destinazione possibile uno spiraglio sui preliminari di Conference, via 7° posto (e possibili nuove penalizzazioni future a carico della Juventus). Che Juric voglia (ri)salire sul vagone è indubbio: tanto quanto ieri si è tenuto lontanissimo, a parole, dal caricare diulteriori pressioni la squadra con dichiarazioni europeiste. Né carne né pesce, la graduatoria attuale? Sì, ma sarebbe superfi ciale liquidare l’argomento così. Ci pare più una tonnara di rimpianti. Tra episodi sfortunati caduti dal cielo, stile la traversa di Linetty con la Juve, ed errori autoprodotti (la quantità industriale di gol presi «da polli», copyright dello stesso Juric post derby), il Toro ha consumato anche le ruote di scorta in questo ultimo mese. E oggi, ormai raggiunto pure dalla Fiorentina, si trova a sfidare da 11° un Bologna 8°, al contrario in crescita da settimane. Il caso Radonjic è uno dei bracieri accesi, la stitichezza sottoporta resta un valico da percorrere e l’incertezza virulenta quanto ai destini di Juric a fi ne stagione lascia come minimo perplessi e indubbiamente preoccupati, stante il cairismo. Sul crinale, ci si chiede dove scivolerà il giocattolo: se sul lato dolce della montagna, senza andare in frantumi su morbidi prati in discesa, oppure dalla parte opposta tra forre e vie ferrate sullo strapiombo, e il rischio che in primavera cadano altri pezzi nel vuoto. Per carità.

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