TORINO - Concretezza, volontà, impegni precisi, rapidità di azione e visioni lungimiranti, di ampio respiro. Non ha utilizzato queste parole, non si è lanciato in un elenco di richieste, ma restano scolpite nel suo pensiero e nel raggio dell’agire istituzionale: però il sindaco Stefano Lo Russo ha scelto di commentare l’incontro di domenica con Urbano Cairo e il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, con frasi ispirate da spirito e istanze solo collaborative, sull’onda del dialoghi propositivi in corso da tempo tra la sua amministrazione e il presidente granata. Poi, è chiaro, le parole restano parole. Meravigliosi trampolini per fatti speciali, quando il buon fare segue il ben pensare. Stucchevoli giri in tondo, allorché invece servono soltanto a prendere tempo o inseguire secondi fini. E qui non alludiamo a quelle espresse ieri a Tuttosport dal sindaco di Torino: sta a Cairo dimostrare con i fatti di voler davvero procedere, trasformare in realtà (concretezza, appunto) quei buoni propositi datati una settimana fa. Quando disse in radio, sulle frequenze Rai di Gr Parlamento: «Abbiamo un’interlocuzione con il sindaco di Torino: sarebbe bello acquistare lo stadio. Mi farebbe molto piacere. Vorrei investire, se ci saranno le giuste condizioni, simili a quelle che ebbe la Juventus quando prese il Delle Alpi». Di qui il salto all’incontro nell’intervallo di Torino-Napoli, con Lo Russo e Cirio invitati dal presidente in un palco con lo chef Antonino Cannavacciuolo e il suo braccio destro, l’imprenditore Mimmo Caruso, che per il Torino ha realizzato l’area ristorazione al Filadelfia. «È stata anche una buona occasione per reincontrarsi di persona e fare rapidamente il punto delle diverse questioni sul tavolo, dallostadio Grande Torino al Filadelfia al Robaldo», ci ha detto il sindaco. «Il consolidamento della presenza granata è uno degli obiettivi del nostro mandato e ci stiamo lavorando in un clima collaborativo. La nostra amministrazione ci tiene infatti a costruire le condizioni perché il Toro possa avere presto una Cittadella granata».
Cittadella Torino, la visione
Sottolineiamo quel «presto»: ma soltanto con un programma condiviso tra la Città e il Torino si potrà procedere. E la visione della cittadella granata, va detto, anima Lo Russo da lustri. Ricordiamo già solo un suo articolato intervento del 6 ottobre 2014 in Consiglio comunale, 9 anni fa, quando era assessore all’Urbanistica (sindaco Piero Fassino), «in ordine alla volontà di costituire intorno allo stadio Olimpico la cosiddetta Cittadella del Torino». E il 5 aprile dello scorso anno, con Lo Russo in carica dall’autunno, davamo conto dell’approvazione in Consiglio comunale del Documento unico di programmazione per il triennio 2022-2023-2024, steso dalla giunta. Il Dup è lo strumento più importante che indirizza e regola la guida strategica e operativa di un Comune. Raccoglie le intenzioni programmatiche del governo cittadino a 360 gradi. Si leggeva, in tema: «Torino è la casa di due società tra le più importanti del panorama calcistico: storia ed eccellenze di cui dobbiamo essere orgogliosi. Ha una tradizione calcistica riconosciuta e ammirata: è necessario sostenere i progetti che raccontano e tengono viva questa storia gloriosa e, contemporaneamente, danno linfa e pongono le basiper costruire un futuro ancora più importante in campo sportivo. Si dovranno sviluppare i progetti riguardanti il Torino, come il Museo del Grande Torino al Filadelfia o la Cittadella granata, che va portata a termine e resa il luogo in cui si formeranno le future generazioni di giovani sportivi. Nel nostro progetto c’è poi un tassello ulteriore di grandissima importanza: con il Filadelfia, anche lo stadio deve diventare la casa dei tifosi granata, italiani e sparsi in tutto il mondo». Lo Russo è pronto ad andare fino in fondo: ha idee chiare da almeno 10 anni. Dobbiamo ripeterci: starà a Cairo. Attendiamo appuntamenti in Municipio: concretezza, volontà, impegni precisi...