Toro, contro le big numeri da paura: una vittoria in venticinque partite!

Juric e le prime sette della classifica, il ruolino di marcia è da dimenticare

Per la Roma è stato fin troppo facile gestire lo striminzito vantaggio firmato Dybala. Praticamente un gioco da ragazzi, se si esclude l'unica vera occasione di marca granata: il colpo di testa di Miranchuk respinto da Rui Patricio, ma la palla sarebbe finita comunque a lato. Il Toro, quando affronta le big della Serie A, molto spesso se la gioca alla pari in termini di prestazione. Peccato che le partite finiscano puntualmente con una sconfitta, raramente con un pareggio e quasi mai con un successo. Una sola volta l'eccezione ha confermato la regola: la gara contro il Milan del 30 ottobre 2022, decisa da Djidji e Miranchuk. Per il resto, addirittura 24 precedenti (in 13 occasioni il Toro non è nemmeno riuscito a segnare) senza i tre punti al cospetto di Milan, Inter, Napoli, Juventus, Lazio, Atalanta e appunto Roma, l'ultima ad aver banchettato al "Grande Torino". Da agosto 2021 contro le big sono solo dolori o quasi. E per fortuna che il Toro ha costruito i presupposti per due buone annate facendo molto bene contro le altre: proprio questo tesoretto ha consentito di attutire il pessimo score contro le più forti.

Sul Toro di Juric servono riflessioni

A quasi due anni dall'arrivo di Juric urgono delle riflessioni. Già, perché la squadra vista al cospetto della Roma ha gli stessi difetti delle prime gare della passata stagione. Se il Toro subisce, la partita è di fatto chiusa a causa dell'incapacità di creare pericoli in area avversaria. Se il Toro resiste, prima o dopo prende il gol fatale, quello che vanifica tutti gli sforzi e che mette a nudo l'inconsistenza della fase offensiva. Guai a tirar fuori, in questo contesto, i discorsi di mercato. I limiti non sono dei singoli, ma dell'intero gruppo. I granata sono ormai troppo prevedibili. E anche ruotando alcuni uomini il risultato non cambia: contro le big Juric ha provato qualsiasi interprete possibile dalla trequarti in avanti, sempre con lo stesso esito. Così il salto di qualità non verrà mai compiuto. Oggi il problema è anche la mancanza di un piano B, perché il Toro non riesce a cambiare le gare in corsa. Non ci riesce coi cambi, ma anche dal punto di vista fisico: il fiato corto è una costante di parecchi uomini. Quando si alza il livello, i nodi granata vengono tutti al pettine. A Juric il compito di districarli: da qui alla fine mancano ancora Lazio, Atalanta e Inter. Pretendere un cambio di rotta contro le big è il minimo. A patto che si voglia ancora far lievitare un progetto tecnico bello soltanto a metà. (statistiche di Massimo Fiandrino)

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