Toro, Seck esalta Miranchuk: "Lo seguo, è il mio maestro"

Il senegalese rivela il rapporto speciale con il compagno di squadra: "Mi indica gli errori, mi consiglia e mi carica"

SETTIMO TORINESE - Come Schuurs, anche Demba Seck ha parlato a margine dell'evento organizzato a Settimo, al Jd Sport. E la testa va subito alla sfida di domenica contro la Fiorentina, che non sarà una partita normale. «Sappiamo che i viola sono forti. Se gioco? Se toccherà a me o a un altro bisognerà chiedere al mister... Una vittoria? Speriamo: sarà dura, ma anche noi siamo forti, la stiamo preparando molto bene, speriamo che anche con l'aiuto dei tifosi si possa vincere, giochiamo nel nostro stadio, puntiamo a disputare una grande partita e vogliamo vincere per la nostra gente». Nella partita di andata Seck era stato un protagonista giocando da "finto nove". Ma sulla sua posizione in campo preferita non ci sono dubbi: «A me intriga di più fare il trequartista, mi piace avere la palla e puntare l'avversario. Ovviamente il mister decide e io per andare in campo sono disposto a fare tutto, a ricoprire qualsiasi ruolo».

Tirare sempre meglio

Le idee sono chiare, il ragazzo è cresciuto molto e si è perfettamente integrato nel gruppo. Juric lo ha esaltato e lo tiene, soprattutto nell'ultimo periodo, in considerazione. «Mi vogliono tutti bene, mi parlano, mi danno consigli, mi dicono cosa mi manca. Situazioni che trasmettono serenità. Inutile dire che mi trovo bene con tutti i miei compagni». Anche se, non tutti sanno, Seck ha legato soprattutto con Miranchuk. I due sono diventati grandi amici anche fuori dal campo. «Sì, è vero, Mira mi sta vicino, mi segue, mi dà consigli. Il giorno dopo una partita mi dice sempre dove ho sbagliato e cosa ho fatto bene, con lui il rapporto va oltre il campo di calcio». Naturalmente Seck dispensa applausi e ammirazione anche per Juric. «Ho iniziato a giocare a calcio tardi, avevo 16-17 anni. Col mister sono migliorato molto: è fondamentale per il nostro gioco non perdere mai la palla con l'avversario dietro, devo migliorare per esempio la preparazione al tiro, sto lavorando su questo e su altro».

Quelle bandiere ai balconi

Pensa alle ultime tre partite e non al suo futuro. Deve ancora decidere se è meglio crescere nel Toro e giocare meno, oppure ambire a essere titolare in un altro club meno importante. «Voglio fare il massimo e dare il mio contributo nelle prossime tre gare; poi, finito il campionato, ci penseranno il mio agente e la società a parlare, eventualmente. Io voglio solo giocare a calcio e in estate stare un po' con la mia famiglia» E per concludere, una spolverata ai grandi numeri che dicono che il Toro dà il meglio di sé lontano dal Grande Torino. «Tutti noi vorremmo giocare sempre di fronte i nostri tifosi, anche quando ci alleniamo al Filadelfia vediamo le bandiere del Toro esposte ai balconi dei palazzi vicino. Ci piace giocare in casa: non so il perché della differenza di rendimento rispetto alle trasferte, ma io davanti alla nostra gente mi trovo bene».

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