Torino, De Biasi: "Bellanova deve fare la differenza"

L’ex tecnico granata: "A Milano andranno bloccati Theo Hernandez e Reijnders. Mi aspetto molto da Raoul e bisogna che il Toro sia più efficace sotto porta. Ma ho fiducia in Juric, che sa dove e come intervenire"
Torino, De Biasi: "Bellanova deve fare la differenza"© Marco Canoniero

Il processo di crescita del Torino passa anche dalla correzione di prestazioni come quella contro il Cagliari. E Juric, in questo senso, ha le qualità giuste per migliorare la sua squadra e insidiare le posizioni che valgono l’Europa. Con Tuttosport, Gianni De Biasi - ct dell’Azerbaigian, già sulla panchina del Torino promosso in Serie A nella stagione 2005-06 e nella seconda metà della successiva - ha analizzato l’avvio di stagione dei granata e le prospettive, a partire dalla sfida di domani contro il Milan.

De Biasi, che idea si è fatto sulla prestazione del Torino alla prima giornata?
«Dare giudizi dopo soli 90 minuti è sbagliato e frettoloso, e non è il caso di un allenatore. È normale che a questo punto della stagione le cose non siano definite, ci sono delle aspettative che magari non sono ancora state confermate perché la squadra deve equilibrarsi dal punto di vista della condizione fisica. Poi il Cagliari ha pressato bene nella prima parte di gara, sorprendendo il Toro».

Chi l’ha impressionata in positivo e chi in negativo?
«Mi aspetto di più da Bellanova e da altri, e poi bisogna essere più efficaci sotto porta, perché non sempre ti capitano le occasioni che hanno avuto nella partita. È chiaro che se il Torino fosse andato in vantaggio sarebbe cambiata la partita».

Cosa è mancato?
«La qualità nelle giocate. Sicuramente qualcuno poteva fare di più, anche perché la squadra è pressoché uguale a quella dello scorso anno, e i calciatori conoscono il calcio dell’allenatore. Ribadisco, però, che la strategia del Cagliari di giocare a specchio ha limitato il Torino e la partita si è messa su binari non facili».

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Si sarebbe aspettato un cambio di modulo nel secondo tempo?
«Sinceramente più un cambio di interpreti che del sistema di gioco, che oramai è collaudato nel 3-4-2-1 di Juric. Forse c’è stato un problema di organizzazione in campo, e inoltre bisogna ancora ritrovare gli automatismi dopo tanto tempo di preparazione atletica con carichi di lavoro molto pesanti».

Considerando i singoli, farebbe qualche scelta diversa in campo?
«Cambiare dipende anche dalle caratteristiche dei giocatori che hai. Bisogna capire se, in avanti, Pellegri e Sanabria riescano a capirsi. Una soluzione del genere ha bisogno di un lavoro importante negli allenamenti quotidiani. Di sicuro quello che Juric non toccherà è il sistema di gioco. Occorre una crescita dei singoli e sono convinto che il tecnico ci stia lavorando, perché è un allenatore che non lascia nulla al caso ed è molto attento ai dettagli».

Domani c’è il Milan...
«Il Milan con il 4-3-3 che ho visto a Bologna ha dimostrato di saper far male. Il Toro deve fare in modo di non accettare la parità numerica dietro, e poi limitare le incursioni di Theo Hernandez e gli inserimenti di Reijnders, tra i migliori nella prima giornata. Il Toro non deve essere troppo aggressivo, restare compatto e cercare di ripartire».

Attendere l’avversario per poi agire in contropiede è stata la strategia giusta lo scorso anno, nelle due vittorie contro il Milan e Lazio. Si aspetta che Juric confermi questo copione contro le big del campionato?
«Certamente. Juric lo ha dimostrato negli anni, tatticamente sa preparare bene le partite e sa motivare i giocatori. Se poi le prestazioni individuali sono buone possono arrivare anche i risultati»

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Con le squadre di medio-bassa classifica, invece, il Torino ha dimostrato spesso di non essere capace di fare punti o di lasciarne troppi per strada.
«In questo caso entrano in gioco le qualità dei singoli giocatori. A volte non sono in forma e non riescono a incidere a sufficienza. I punti si perdono così, purtroppo. Ribadisco, comunque, che la prima di campionato non fa testo. Se i singoli cresceranno nelle consapevolezze sarà più facile che diventino decisivi in determinate circostanze».

Come procede la sua avventura con l’Azerbaigian?
«Continuiamo a lavorare in vista della sfida di qualificazione a Euro2024, il 9 settembre contro il Belgio. Con la federazione azera ho un contratto che scadrà a dicembre, poi vedrò cosa fare».

Le piacerebbe tornare in Italia?
«Sinceramente no n ci penso, preferirei rimanere all’estero e magari continuare a lavorare con una Nazionale. Ancora, però, è presto».

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Il processo di crescita del Torino passa anche dalla correzione di prestazioni come quella contro il Cagliari. E Juric, in questo senso, ha le qualità giuste per migliorare la sua squadra e insidiare le posizioni che valgono l’Europa. Con Tuttosport, Gianni De Biasi - ct dell’Azerbaigian, già sulla panchina del Torino promosso in Serie A nella stagione 2005-06 e nella seconda metà della successiva - ha analizzato l’avvio di stagione dei granata e le prospettive, a partire dalla sfida di domani contro il Milan.

De Biasi, che idea si è fatto sulla prestazione del Torino alla prima giornata?
«Dare giudizi dopo soli 90 minuti è sbagliato e frettoloso, e non è il caso di un allenatore. È normale che a questo punto della stagione le cose non siano definite, ci sono delle aspettative che magari non sono ancora state confermate perché la squadra deve equilibrarsi dal punto di vista della condizione fisica. Poi il Cagliari ha pressato bene nella prima parte di gara, sorprendendo il Toro».

Chi l’ha impressionata in positivo e chi in negativo?
«Mi aspetto di più da Bellanova e da altri, e poi bisogna essere più efficaci sotto porta, perché non sempre ti capitano le occasioni che hanno avuto nella partita. È chiaro che se il Torino fosse andato in vantaggio sarebbe cambiata la partita».

Cosa è mancato?
«La qualità nelle giocate. Sicuramente qualcuno poteva fare di più, anche perché la squadra è pressoché uguale a quella dello scorso anno, e i calciatori conoscono il calcio dell’allenatore. Ribadisco, però, che la strategia del Cagliari di giocare a specchio ha limitato il Torino e la partita si è messa su binari non facili».

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